domenica 20 settembre 2020

SULLA MONTAGNA PISTOIESE

La Montagna Pistoiese è sempre un gran bel posto da visitare, in tutte le stagioni dell'anno.
In primavera è una vera sinfonia di sfumature di verde, ci si meraviglia che ce ne possano essere così tante. 
In estate è un fresco rifugio dalla calura della città di pianura.
In autunno la sinfonia delle sfumature vira sull'oro, sul rosso e sul bruno. 
In inverno è il posto più bello dove andare per chi ama la neve (quando c'è) o il freddo (e quello di sicuro non manca).
Ok, adesso che l'introduzione poetica è stata fatta, possiamo senz'altro procedere con quello che volevamo dire.
Abbiamo fatto una bella passeggiata per segnalarvi alcune curiosità (mica potevamo cominciare così, vi pare?)

A Prunetta, intanto, potrete trovare una Colonia Marina situata a 1.000 metri sul livello del mare. 
Questo esemplare unico - e quando diciamo unico parliamo sicuramente della sua bruttezza -  si trova sopra il grazioso paesino, nota località climatica e di villeggiatura, frazione di San Marcello e Piteglio.
Il progetto, infatti,  era nato come una colonia marina per i figli dei lavoratori delle Poste.  Ma si era già alla fine degli anni '60 del secolo scorso, e già ci si rendeva conto che l'istituzione delle Colonie stava perdendo colpi: infatti tutte quelle che c'erano sulla riviera Romagnola oppure sulla costa del Calambrone tra Pisa e Livorno o erano già chiuse o stavano chiudendo.
Allora i nostri fenomeni (chiunque fossero, ma di sicuro c'erano) che hanno fatto? Invece di perdere tutti i soldi che potevano guadagnare dalla realizzazione di una colonia marina che tutti avrebbero guardato con sommo sospetto, pensarono di realizzarla in montagna, dove avrebbero avuto meno occhi addosso.
Detto fatto, trovarono un grazioso paesino sulla montagna Pistoiese - Prunetta, appunto - e decisero di stravolgerla per l'eternità costruendo sui suoi bei boschi questo orrendo ecomostro.

Per dire la verità, l'ecomostro ha anche funzionato dal 1975, anno della sua inaugurazione, sino al 1997 quando fu decisa la sua definitiva chiusura.
E per dirla tutta, ha anche dato lavoro ad un sacco di persone in zona,  nei 22 anni dei sua attività.

Ma passandoci davanti adesso, e vedendo lo sfacelo che è adesso questo posto, dubitiamo di trovare qualcuno che possa affermare che ne è valsa la pena.

Già che siamo nel comune di Piteglio (e San Marcello) ci fermiamo nel capoluogo, che vale la pena di visitare perchè si tratta di un borgo davvero molto caratteristico, con le sue piazze che si chiamano Aie, e la sua Pieve di Santa Maria Assunta, famosa per il campanile che ha gli angoli orientati verso i quattro punti cardinali, 

ma soprattutto per la Cappella della Madonna del Latte.
In questa Cappella  viene costodita un'ampolla che la tradizione vuole contenga alcune gocce del latte della Madonna. 
Questa reliquia, riconducibile al  viaggio di un messo dei Conti Guidi nel  XIII° e che esiste anche a Montevarchi - ed essendo Piteglio e Montevarchi nel XIII° secolo, entrambi sotto la signoria dei conti Guidi, ciò rende la storia estremamente credibile - è stata venerata per secoli nella zona e non solo.
Purtroppo dal 1984 è stata sottratta al culto, per decisione dell'allora vescovo di Pistoia. Pare infatti che il materiale di cui è composta (materiale di origine minerale e vegetale) non sia compatibile con il culto di cui è stata oggetto per secoli.
Infatti, prima di venire custodita presso questa chiesa in Piteglio, la Sacra Reliquia era visibile in quella che adesso viene chiamata Pieve Vecchia,

 anch'essa dedicata all'Assunta, e che è poco fuori dall'abitato, una piccola chiesa dall'aspetto dimesso a cui il piccolo pulpito in pietra al quale si sale da pochi gradini, e che è stato aggiunto in epoca assai più recente, non aggiunge niente alla semplicità della costruzione.
Sul lato esterno una pietra incisa con strani segni: ma il rebus è presto risolto: 


si tratta dell'anno in cui le filatrici di Piteglio si privarono di una parte dei loro guadagni per poter adornare la piccola chiesa di un minuscolo campanile a vela.

Proseguendo per pochi chilometri, in Val di Lima, troviamo l'indicazione per le torri di Popiglio.
Per vederle è necessario fare poche centinaia di metri a piedi in un piacevole bosco: ci si trova davanti quasi all'improvviso una torre di avvistamento, circondata dall'ampio basamento di quella che doveva essere una fortezza. 
Scopriamo poi il suo nome: Rocca Securana. 
Forse proprio da questa antica Rocca, che sorge sulle vestiglia di un accampamento romano del II° secolo dopo Cristo,  è poi derivato l'abitato di Popiglio. Sicuramente la rocca e le Torri erano un baluardo, essendo proprio al confine con lo stato lucchese, e lo sono state per molto tempo, prima per Pistoia, e poi per Firenze.
La prima Torre - dicevamo - è ancora imponente, seppure debba essere almeno la metà di quello che era all'origine, e  circondata dalle fondazioni dell'antica Rocca.

L'altra è più in basso e  bisogna fare una bella "scivolata" per andare a verderla, e, anche se è pur essa molto diroccata, è pur sempre più alta della sua compagna. 

Quest'ultima sorge però solitaria, e probabilmente serviva da collegamento con il paese, che è poco sotto.

Se poi siete appassionati di Astronomia, in località Pian de' Termini, sempre nel comune di San Marcello Piteglio, c'è un bellissimo osservatorio che si chiama "Osservatorio Astronomico della Montagna Pistoiese" con due cupole e due telescopi.

E' situato in un posto dove l'inquinamento luminoso notturno non disturba l'osservazione, tanto che in questo luogo si sono fatte diverse importanti scoperte.
Davanti all'osservatorio c'è il "Parco delle stelle" un prato dove gli appassionati possono osservare il cielo, e dove sono collocate alcune opere artistiche a tema stelle e pianeti dell'artista Silvio Viola.

Il luogo è anche punto di partenza per escursioni di tekking e di mountan-bike.

Visto che siamo comunque sempre nella zona di San Marcello Piteglio, lungo la strada che porta a Spignana, in località Macereti, c'è un altro luogo interessante da visitare. 
Una grotta non naturale dove è vissuta l'eroina di un romanzo.

Dunque: Macereti vuol dire: luogo dove si depositano le macerie.
Questo perchè lì vicino c'erano delle cave di pietra serena.
La grotta che vi segnaliamo è proprio lungo la strada, basta scendere dalla macchina, prendere una stradellino che scende sottostrada per tipo... dieci metri, e la troviamo subito (quindi adatta anche a chi ci va con l'infradito).
Ora, è palese che non è una grotta naturale, è tutta squadrata, anche se ci sarebbe piaciuto vedere chi ce l'ha portata!
Comunque dentro c'è una stanza di circa 20 mq con tutto il suo pavimento. Pare che fino a un po' di tempo fa ci fosse anche una porta di legno.
Massimo D'azeglio - ecco il motivo per cui c'è tutto questo interesse intorno a questo mini-appartamento - ci ha fatto vivere e morire Lisa de' Lapi, la figlia di  Niccolò de' Lapi, il protagonista dell'omonimo romanzo ambientato nella Firenze dei Medici. 

Non abbiamo letto il romanzo - dove fra l'altro c'era anche uno che si chiamava Fanfulla Da Lodi.. che di faceva a Firenze? - ma per riferirsi solo alla vicenda di Lisa, sappiamo solo  c'erano contrapposte due fazioni (come sempre a Firenze in quel periodo) e Lisa era promessa ad uno del suo partito.
Ma, di lei si invaghisce uno della fazione opposta, Troilo Ardighelli, che la sposa, ma solo per finta. Quando lei lo scopre è pure incinta - ma dico io, come si fa a fidarsi di uno che si chiama Troilo? Benedetta ragazza - ed il padre la scaccia di casa. Lei allora vaga per le montagne e va a rifugiarsi (esatto...) nella grotta di Spignana.
Cinquanta anni dopo, alcuni cacciatori trovano l'eremita in odore di santità, con lunghi capelli bianchi e vestita di sacco, sì, ma in punto di morte piange ancora per l'amato Troilo.
Una domanda sorge spontanea: ma non era incinta? e il figlio dell'amato che fine ha fatto? Non se ne parla.

Ecco le nostre curiosità.
Vi risparmiamo la chiusura poetica.