lunedì 13 settembre 2021

LE MUMMIE DI ROCCAPELAGO

 Chiariamo subito: non vogliamo parlare degli abitanti di Roccapelago - frazione di Pievepelago (BO) - dicendo che sono delle persone che si muovono poco e che parlano ancora meno. 
Lungi da noi!
Vogliamo invece parlare dello straordinario ritrovamento che è stato fatto in una botola sotto la chiesa del piccolo borgo.
Una chiesa - lo diciamo subito - incredibilmente grande per un paese così piccolo.
Sciogliamo subito questo apparente mistero: La Chiesa parrocchiale della Conversione di San Paolo Apostolo (così è titolata) è costruita sulle  spoglie dell'antico castello di Obizzo da Montegarullo, che qui sorgeva.
E qui due parole su questo personaggio bisogna pur farle:
niente di diverso dalle solite scaramucce medioevali del tempo, a dire il vero.
Siamo  nell'autunno del 1393, e arrivano a Roccapelago (o come si chiamava allora...) le truppe di Lucca, alleate di Niccolò III°, signore di Ferrara, che lo aiutavano contro questo brutto ceffo (sotto tutti i punti di vista, come potete ammirare da un suo ritratto: carino, vero?)
 

 
che, dopo alcuni giorni di terribile assedio, cede la rocca ai lucchesi in cambio di 1700 fiorini d'oro.
Niente di strano, era una cosa che a quei tempi si usava.
Ma dopo tre anni, Obizzo riconquista la Rocca in pieno inverno, cioè in una stagione in cui non si guerreggia e non si assediava, un fatto estremamente fuori dai canoni!
 Ed infatti i lucchesi sono costretti ad aspettare l'estate successiva per reagire, e arrabbiati com'erano, si vendicano nei confronti di tutti quelli che trovano sul loro cammino, devastando ed uccidendo. Ma proprio quando stanno per assaltare la Rocca, sono costretti a ritornare a Lucca, minacciata dai pisani.
Così la Rocca rimane ad Obizzo, sino al 1406, quando viene ripresa dai D'Este, e Obizzo viene imprigionato a Ferrara insieme ai suoi figli.
Ma da lì riesce a fuggire, e le cronache ce lo danno nel 1411 a comandare le truppe fiorentine in difesa dell'antipapa Giovanni XXII°.
Proprio un bel soggetto.

Ma torniamo alle nostre mummie.
Quando è stata restaurata la chiesa nel 2008, sono stati trovati sotto il pavimento alcuni locali dell'antica roccaforte, che conservavano dei reperti a dir poco inaspettati. Erano centinaia di corpi, molti dei quali avevano subito un processo di mummificazione naturale.
 

 
La cosa più straordinaria è che non si trattava di una particolare categoria di persone che aveva richiesto e pagato a caro prezzo la mummificazione, come succedeva nell'antico Egitto; qui si trattava invece dei normali abitanti del villaggio, persone comuni, con una vita comune.
 

 
Ancora più incredibile: si erano conservati anche parti dei vestiti delle persone, che si solito si deteriorano con estrema facilità.
In questo modo si è potuto ricostruire con una certa facilità gli abiti delle persone del popolo di questa zona, i materiali con cui venivano tessuti, alcuni piccoli ricami decorativi che le donne usavano per i loro abiti migliori, addirittura si è potuto ricostruire la foggia delle cuffiette che queste donne indossavano al momento dell'inumazione.
Ognuno di loro era accuratamente vestito, a dimostrazione che si trattava di una comunità certo non prospera, ma sicuramente sobria e dignitosa.
Una catalogazione delle mummie ha rilevato che l'età media era elevata per il periodo, e le attività lavorative su questi terreni impervi influivano pesantemente sulle condizioni fisiche degli individui: gli studiosi hanno riscontrato lesioni articolari, affezioni reumatiche, scoliosi, patologie dell'anca...tutte cose peggiorate dal clima, che in inverno doveva essere particolarmente duro.
Ora queste straordinarie mummie sono visibili nel piccolo ma interessantissimo museo, fatto molto bene, dove sono esposte anche le riscostruzioni degli abiti 
 
 
e le piccole cose ritrovate nelle tombe, cucite nei sudari insieme ai defunti: rosari, crocefissi in legno e metallo, ma anche un dado da gioco, e piccoli gioielli, mai realizzati  in materiali preziosi.
 

 

 
Ancora più bello: la stessa tomba può essere ammirata, con un notevole effetto visivo, anche dal pavimento della chiesa parrocchiale, dove una parte del pavimento in pietra è stato sostituito con delle lastre di vetro.