sabato 13 luglio 2013

VICOPISANO

A Vicopisano, come in molti altri posti, siamo capitati per caso: girovagando, appunto, per cercare le "infinite cose deliziose/ così vicine agli occhi/ che non le sai vedere".
(La citazione è della canzone Mai come ieri, cantata da Mario Venuti e Carmen Consoli... ma è molto calzante!).
Come sempre, dopo le foto e l'ammirazione per la bellezza del luogo, ne abbiamo approfondito un po' la storia, e abbiamo scoperto che Vicopisano era un centro molto importante nel Medioevo, perchè sorgeva alla confluenza tra il fiume Arno e il fiume Auser (poi successivamente chiamato Serchio).
Tramite l'Arno si arrivava al  porto di Pisa e quindi al mare, tramite l'Auser si accedeva al lago di Bientina e quindi alla piana Lucchese. Il borgo fortificato, che sorgeva su una modesta altura, era quindi  all'incrocio tra due importanti vie d'acqua, che ne avevano favorito il benessere economico.

Infatti, se si guarda bene, non ha l'aspetto del paesino come ce ne sono tanti in zona. Ha più l'aspetto di una piccola città.
La sua prosperità era legata alla vicina Pisa, che alla fine del XIII secolo si trovava in difficoltà, pressata dal mare da Genova e nell'interno da Firenze e Lucca. Inevitabilmente anche Vicopisano soffrì delle battaglie e dei continui scontri che si svolgevano nel suo territorio, impoverendolo.
Quando nel 1560 i Medici fecero deviare il corso dell'Arno, Vicopisano ebbe un brutto colpo: perse la sua importanza come crocevia verso Pisa. Nel secolo successivo iniziarono i lavori per far defluire le acque dal lago di Bientina (che fu completamente prosciugato solo nel 1859) e quindi anche le comunicazioni con la piana Lucchese cessarono. Vicopisano rimase solo un piccolo paese agricolo,  di nessuna importanza strategica perchè ormai faceva parte a pieno titolo del Granducato di Toscana, e lontano dal potere.

Tuttavia rimane un luogo delizioso, con monumenti e giardini, e in una delle sue piazze possiamo vedere la Pieve di Santa Maria Assunta, il cui frontale  in pietra Verrucana è stata recentemente restaurata, con un effetto a nostro avviso molto bello: la facciata è quella di una chiesa del XII secolo ( e le due colonne romane ai lati sono state portate lì dai mercanti Pisani, trafugate da chissà quale tempio, come si usava allora) ma liscia e pulita, senza muschio e senza difetti, come se fosse stata costruita l'anno scorso.

L'effetto è veramente notevole!
Altra chiesa in pietra verrucana (ma con il muschio e tutti i segni del tempo ) è la chiesa di San Jacopo a Lupeta, che sorge nei pressi, e di cui si ha notizia sin dal 757, quando era intitolata a San Mamiliano.

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