Quanti romanzi abbiamo letto, in cui l'eroina veniva imprigionata nell'isola sul lago in tempesta, mentre il suo amato sfidava le onde sulla fragile barchetta per liberarla dal perfido signorotto, che voleva attentare alla sua virtù?!
(ok, nessuno... ma come esempio calzava a pennello)
Se poi al lago ci abbiniamo una giornata piovosa e il Re del melodramma romantico, Giacomo Puccini, allora - come si dice - siamo a dama.
Torre del Lago Puccini è una frazione del comune di Viareggio.
Con una eccezionale lungimiranza, nel 2004 e quindi in tempi non sospetti, ha rifiutato l'opportunità di diventare comune autonomo, i suoi abitanti rispondendo no quasi al 60%, al referendum popolare che si tenne quell'anno sull'argomento.
Eccezionale lungimiranza, dicevamo, perchè al momento attuale i comuni tendono ad unirsi - per aumentare le risorse in un momento di magra - piuttosto che a dividersi per mere questioni di campanile.
Per qualche strano gioco del destino, siamo venuti a Torre del Lago sempre in giornate piovose, o comunque senza sole. Spesso in autunno, quando le acque del lago sono color piombo, e solo le rade gocce di pioggia, cadendo, muovono l'immobile superficie. Gli uccelli palustri planano a stormi nel cielo grigio, disegnando strane figure geometriche.
Questo è il lago Massaciuccoli, per noi.
Una sola volta, al seguito di un raduno motociclistico, ci siamo venuti in piena estate, in una bella giornata di sole.
Niente foglie morte lungo il viale, ma tanto sole, ambulanti che vendevano retine che contenevano formine, un secchiello e una paletta; villeggianti sbracati e il lago di un glorioso azzurro, che rifletteva il blu del cielo.
No..proprio non c'eravamo....
Siete mai stati a vedere un'opera lirica nel teatro pucciniano all'aperto?
E' un'esperienza indimenticabile. Quando ci si siede al nostro posto, nuvole di zanzare e moscerini volano impazziti intorno ai giganteschi fari che illuminano le gradinate, e si teme seriamente per l'estetica, il giorno dopo, delle proprie gambe, divorate dai milioni di pappataci svolazzanti.
Però, al momento in cui i fari in platea si spengono, e il direttore d'orchestra dà l'avvio all'overture, miracolo! I pappataci spariscono, e ci si gode la magia dello spettacolo - in uno scenario assolutamente incomparabile - in relativa sicurezza.
Poi, magari, i moscerini e le zanzare si spostano tutte sul palco, attirate irresistibilmente dai fari da 10.000 watt che lo illuminano.
E i cantanti rischiano ogni sera lo shock anafilattico...
Da pochi anni, grazie alla grande dedizione della nipote del Maestro, la Villa Puccini è stata riaperta al pubblico.
Arredi originali, foto d'epoca, spartiti autografi, fanno parte delle memorabilia del Maestro. Ma tutto è stato ricreato con tanta grazia, da non far pensare troppo ad un museo, ma alla vera, romantica casa dove Puccini abitava e dove amava - ispirato dalla bellezza del luogo - comporre le sue pagine più belle.
Si tratta di una villetta - non è troppo grande - con un piccolo giardino, probabilmente quello che rimane dopo la costruzione della strada.
Purtroppo sono aperte al pubblico solo le stanze al piano terra, dove si può ammirare anche la spettacolare cappella, fatta costruirre e decorare dal figlio, dove è sepolto il Maestro.
Purtroppo, all'interno della villa non è permesso scattare foto, altrimenti avremmo voluto farvi ammirare la stanza che ci ha più emozionati.
Forse quella con il piano verticale, e il tavolo di quercia - fatto costruire su misura - dove scriveva gli spartiti?
No... quella dove Puccini si vestiva per andare a caccia, e che presenta, in delle teche, i suoi fucili personali, gli abiti e gli stivaletti che indossava, e foto di come era il lago di Massaciuccoli e la sua palude ai primi del '900.
Era sicuramente un luogo molto diverso da quello che vediamo oggi, che la palude è stata quasi completamente prosciugata.
Il lago è molto diminuito in estensione, anche rispetto ai tempi in cui il maestro lo viveva e lo ammirava; come in molti altri casi la civiltà e la cultura palustri, che hanno dato da vivere a generazioni e generazioni - vedi il link di Bosco Tanali - è non solo scomparso, ma se ne è perso completamente la memoria. Eppure sono passati si e no cento anni, da quando Puccini stesso cacciava le anatre selvatiche in questi luoghi.
Ma - ciliegina sulla torta - alla nostra rappresentazione romantica del luogo manca ancora una cosa: la Torre da cui la località prende il nome: eccola, proprio sulla riva del lago. Fa parte del complesso di villa Orlando - che noi si sappia non visitabile - ed è detta Torre di Giunigi.
Si può ammirare in tutto agio da una terrazza "al lago" - per la verità piuttosto bruttina - ed il suo aspetto medioevale è talmente marcato, da far pensare ad uno di questi finti ruderi medioevali, che i ricchi signori usavano farsi costruire nei giardini nell'800 romantico.
Invece risale al XV secolo.
Il nome di Puccini fu aggiunto al toponimo della località il 21 dicembre 1938.
Sempre a proposito di romanticismo, niente è più adatto di questa statua, dedicata ad un cane randagio che ha abitato da queste parti per parecchi anni, e che, pur non avendo un padrone, è stato nutrito e alloggiato un po' da tutti gli abitanti della zona, che sono stati ricompensati del loro buon cuore dall'affetto di questo cane.
Quando poi è morto, rimpianto da tutti, è stato deciso di dedicargli questa statua in bronzo, che ci ha fatto luccicare una lacrimuccia negli occhi.
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