domenica 11 febbraio 2018

L'ISOLA DELLE API INDUSTRIOSE

Ci sono delle cose che nel tempo hanno perso completamente la loro connotazione originale, e adesso hanno un aspetto completamente  diverso da quello che a suo tempo può aver addirittura ispirato uno scrittore come Carlo Lorenzini, detto Collodi.
In un episodio di Pinocchio, Collodi fa riferimento ad un'isola delle Api industriose, un paese dove tutti avevano un'occupazione e non esisteva nessuno che stesse in ozio.
Ecco, quest'isola si trova nell'Osmannoro, lungo la via Lucchese, a cento metri dalla Motorizzazione Civile di Firenze.
Stupìti... vi vediamo stupìti (per citare un verso di una canzone di Guccini)
Procediamo con ordine.
Chi conosce la zona sa che di fronte ai capannoni della Motorizzazione, proprio sulla sinistra della via Lucchese (per chi va verso Firenze) c'è un piccolo complesso di - chiamiamoli così - piccoli capannoni con un ponticino per accedervi ed un campanile a vela, che ricordava i villaggi messicani nei vecchi film western.

Sino a metà ottocento, l'Osmannoro era una palude, e quando nella brutta stagione pioveva (più di adesso), la zona da paludosa che era, diventava tutta un lago. 
Ci si spostava con i tipici barchini da palude, oppure con delle botti tagliate a metà!
L'unica striscia di terra che rimaneva emersa era proprio quella dove sorgeva questo piccolo complesso.
Non sono piccoli capannoni; chi ha voglia di parcheggiare la macchina e di andare a dare un'occhiata, scoprirà quel che è rimasto di un antico ospedale per i pellegrini, con tanto di chiesetta (dove adesso c'è un'officina) con il famoso campanile a vela, un rimasuglio di chiostro e un cortile.

Lo Spedale risale almeno al 1250, e la chiesetta era dedicata alla Santa Croce, e infatti di chiamava proprio Santa Croce all'Ormannoro, o Smannoro, come si chiamava il fosso su cui sorgeva.
Il nome derivava dagli antichi proprietari della zona, gli Ormanni, anche se lo Spedale era sotto il patronato della famiglia degli Spini, di cui rimane un malandato stemma.

Fu costruito essenzialmente per assistere i malati di malaria, che certamente in quella zona ed a quel tempo non dovevano mancare, e comunque come lazzeretto per tutte le malattie che dovevano stare lontane dai centri abitati.
Ma come tutti i luoghi pianeggianti e paludosi, erano anche infestati di briganti, per cui doveva servire anche come ricetto per i viandanti.
In quello che a quei tempi era un vero deserto, si ritirarono in eremitaggio dei monaci Agostiniani, che con il tempo trasformarono l'ospedale in un convento.
Fu allora che Carlo Lorenzini ci andò, proprio quando la piccola altura emergeva dall'acqua come un'isola, e fu lì che ebbe l'idea dell'isola delle api industriose
Poi a verso la metà del XIX secolo la zona fu bonificata, i frati se ne andarono e la chiesetta fu sconsacrata.
Nel fienile c'è stato un'autosalone e adesso c'è un ristorante.
Sul portone del convento avevano messo una riproduzione di un razzo - chi era ragazzo negli anni settanta del secolo scorso se lo ricorda - ed intorno al vecchio convento sono nate autostrade, capannoni (veri, stavolta) e inceneritori (link).
Insomma, manca l'acqua ma lo squallore è lo stesso.

Mappa

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