domenica 23 giugno 2019

IL GIARDINO DELLE ESPERIDI DI PESCIA

Quando si parla di giardini, il nome di Pescia viene naturale.
Però Pescia è famosa - anche più di Sanremo, a dire il vero - per i fiori recisi.
Qui invece parliamo di un Giardino delle Esperidi.
Anzi, per usare il  suo termine, di un "Hesperidarium"

Chiariamo prima chi erano le Esperidi:
Esse (direbbe Fantozzi) sono delle Ninfe, di cui non si sa esattamente di chi sono figlie, perchè secondo le versioni sono figlie di Oceano e di Teti, oppure di Zeus e Temi o anche della Notte e di Erebo.
Poverette, non si sa neppure di preciso quante sono, perchè per alcuni sono sette, per altri cinque e per altri tre.
Però i nomi si conoscono di quattro (!) Egle, Aretusa, Esperetusa e Eritea.
Quel che è certo è che erano le custodi di un giardino, dove cresceva un melo dai frutti d'oro.
A queste mele d'oro era collegata una delle fatiche di Ercole..non ci chiedete di più, non abbiamo fatto studi classici.
Quel che è certo è che col tempo si è creato il collegamento:
"frutti d'oro=agrumi", per cui è diventato normale parlare di giardino delle esperidi per designare un agrumeto.
Nel periodo Rinascimentale, coltivare agrumi era un diletto dei grandi signori.
 Se ci pensate un attimo, le ville dei Medici, hanno tutte una serra per gli agrumi.
Adesso le arance e i mandarini preferiamo comprarli al supermercato, ma entrando in questo giardino coperto, a Pescia, si ha la sensazione di trovarsi nuovamente in una serra rinascimentale, tanta è la ricchezza e l'opulenza delle piante che vi si trovano.
E la loro varietà è straordinaria.
Ci ha affascinato il limone melarosa, ma anche il pomelo, che a Genova chiamano sciadocco per via del nome del capitano inglese che per primo lo importò, un certo Shadock.
E ci ha lasciato una gran curiosità l'arancio otaheite, un ibrido tra limone, arancio dolce e mandarino! Chissà che sapore potrà mai avere...
E come non ammirare questa incredibile "tettoia" di limoni

oppure questo "arco di trionfo" di arance?

E come non stupirsi alle dimensioni spropositate di questo cedro?

Oppure a questo "grappolo" di pompelmi?

Camminare per questi vialetti è strabiliante.
Ma quello non riusciremo mai in nessun modo a raccontarvi, è il profumo.
Il profumo straordinario di migliaia e migliaia di fiori di arancio e limone (e varietà similari) grandi, piccoli, candidi, screziati di viola. 
Anche già appassiti profumavano ancora!
Il profumo era una quarta dimensione, un'entità, era talmente denso che si poteva toccare.
Meraviglioso.
Non abbiamo altre parole.
Tutto quello che vi possiamo dire è: andateci.
E' chiuso solo in piena estate, poi la domenica lo trovate sempre aperto.
E pensate a noi che ve lo abbiamo consigliato.

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