domenica 22 settembre 2013

LA PINACOTECA DI MONTEFORTINO


Montefortino è uno di quei magici borghi marchigiani- fino a pochi anni fa in provincia di Ascoli Piceno, adesso di Fermo - costruito in quella pietra rosa, tagliata a mattoni, che sotto il sole d'agosto diventa quasi bianca, ma appena il sole declina un po' si tinge di tutta una serie di sfumature rosa-arancio veramente poetiche.
Il borgo è su uno sperone di roccia che domina i Monti Azzurri per antonomasia, i Sibillini.
La realtà molto prosaica è che tutti i monti sono azzurri, visti da lontano. Ma siccome li ha chiamati così Giacomo Leopardi, sono diventati "i monti azzurri", tout court.
A proposito di Leopardi, la Pinacoteca di cui vogliamo parlarvi è proprio situata in un "Palazzo Leopardi". Si tratta di un ramo della famiglia di Recanati, che poi ha venduto il palazzo a quel sig. Duranti che era contemporaneamente pittore e collezionista e che ci ha lasciato questo tesoro, a nostro avviso troppo poco conosciuto.
Il museo si articola su tre piani: al primo c'è un museo di storia naturale, con esempi di fauna presente sui monti Sibillini: assai istruttivo, ma confessiamo che gli animali impagliati non ci piacciono troppo, per cui...
All'ultimo piano c'è invece un'interessante collezione di arte sacra, tutti pezzi provenienti da edifici sconsacrati o deteriorati.
Si tratta di pezzi di grande artigianato, collocabili tra il XIV e il XIX secolo. Sono dipinti, sculture in legno dipinto, drappi, crocifissi e tutta una serie di abiti sacri veramente notevoli, che oltretutto sono anche molto ben presentati,

poichè disposti in maniera tematica, in grandi stanze ariose e luminose che li valorizzano ulteriormente.
Due parole su Fortunato Duranti, nato proprio a Montefortino nel 1787, dove poi morirà nel 1863.
Aveva studiato disegno e pittura a Roma, ma non riuscendo a trovare un committente, si dedicò all'antiquariato. Durante un viaggio in Germania manifesta i primi segni di squilibrio mentale, e si ritira nel paese natio, dove accumula le sue collezioni.
Al piano Nobile dell'edificio troviamo la Pinacoteca propriamente detta.
Nella sala centrale spicca l'autoritratto del proprietario, nel quale notiamo un finto angolo in alto a destra: l'invito a guardare "oltre" che l'autore e collezionista ci fa.

Sono qui raccolte molte opere, di cui molti studi e bozzetti di Corrado Giaquinto.
Il quadro più famoso  è una Madonna con Bambino di Pietro Alemanno.
Un'intera sala è dedicata alle nature morte.
Nè mancano i dipinti curiosi, tra cui un dipinto su ardesia

o questo ritratto un po' "caravaggesco"
Anche qui vale il discorso della collezione di sarte sacra: tutto è disposto con grande gusto e attenzione, e le decorazioni delle sale - si tratta del piano nobile - sono così ricche e si inseriscono così bene come cornice alle opere, che sembrano fatte appositamente per questo scopo.
Una cosa che ci ha colpito - e anche un po' disorientato - è che non ci sono protezioni che impediscono di avvicinarsi alle opere a differenza di altri musei dove il visitatore è tenuto a distanza.

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