domenica 14 giugno 2015

PISTOIA SOTTERRANEA

Ci sarebbe molto piaciuto titolare "Pistoia underground":
Però poi abbiamo pensato che, come titolo, poteva far pensare a quei locali fumosi, dove due o tre sfigati strimpellano due chitarrucce e una batteria,  mentre gli avventori si strafanno di canne e superalcolici.
Tranne poi che gli sfigati possono diventare un gruppo di portata mondiale, non ci è sembrato che un titolo così potesse evocare l'atmosfera giusta, per cui siamo rimasti sul titolo italiano.
I sotterranei di cui si parla, sono quelli del vecchio Ospedale del Ceppo, dismesso nel luglio del 2013.
Intanto diciamo due parole sul nome: si tratterebbe, secondo la leggenda, di un ceppo - quindi di un pezzo di legno - miracolosamente fiorito durante un rigido inverno, ad indicare il luogo dove la Madonna avrebbe desiderato che venisse fondato uno Spedale.
Spedale inteso come "beato albergo del viandante e del pellegrino" e se il nome vi ricorda uno sketch comico degli anni '80... ebbene avete ragione.
Infatti, nel 1277, anno di fondazione dello stesso, gli spedali erano alberghi per i poveri, non luoghi di cura.  Divenne tale - come molti altri ricoveri di questo tipo - all'incirca nel 1348, quando l'Italia fu colpita dall' epidemia di Peste nera.
Quando fu fondato, ed è uno dei più antichi d'Italia ad avere funzionato ininterrottamente sino ai giorni nostri, fu eretto su due terreni, attraversati da un fiume, la Brana.
Questo torrente, lungo solo 24 km, è uno dei maggiori affluenti dell'Ombrone Pistoiese, in cui sfocia vicino a Prato, dopo aver raccolto le acque di altri rii della zona.
Il "gestore", La Compagnia del Ceppo, costruì sul terreno che  che aveva a disposizione , ed essendoci in mezzo il fiume, decise di sfruttarlo perchè si portasse via i rifiuti.
 Costruì quindi sopra il fiume, sfruttando un ponte romano già esistente, e di cui si possono ammirare le vestigia.
Con il tempo, e con l'espansione delle varie costruzioni - tra cui anche un convento femminile, che ospitava le suore che avevano la funzione di infermiere - le gallerie sotto la costruzione si ampliarono, e adesso ne sono visitabili circa 650 metri, databili in periodi storici diversi: si va dal medioevo sino agli anni '60 del '900.

Durante questo percorso - si è sempre accompagnati da una guida - si trovano un frantoio,, (sicuramente ricostruito)  attraverso il lavoro del quale l'ospedale si autofinanziava, visto che l'assistenza era gratuita;

un mulino (anche questo ricostruito, sembrerebbe) attraverso il quale, avvalendosi della forza motrice fornita dall'acqua,un fabbro artigiano faceva funzionare le sue macchine.

Poi ci sono i lavatoi antichi, che, quando il torrente Brana è stato coperto, sono rimasti sotto le volte.

I lavatori sono stati spostati allora di pochi metri più in alto, e li troviamo nella stanza dalla quale si esce, poco dietro l'ospedale vecchio, da cui siamo invece entrati.
Il corso del fiume fu spostato in epoca medioevale, e portato a circondare una parte delle vecchie mura di Pistoia, che le utilizzava anche come fossato!
Infatti in questo tratto che possiamo visitare, il fiume residuo di chiama "gora di Cornio", ed è intubato nel pavimento  calpestabile; accanto scorre un piccoli rio, ma è formato dallo scarico delle acqua piovane...
Prima di entrare nel percorso ipogeo, abbiamo visitato un'interessantissima aula anatomica, risalente al '700 , posta nei giardini dell'Ospedale.
A detta della guida, si tratterebbe di uno dei teatri anatomici più piccoli - se non il più piccolo in assoluto - al mondo.

E' perfettamente conservato,  con tutte le decorazioni e gli arredi originali.
Ed in effetti , nella piccolissima sala c'è posto al massimo per una ventina di persone, più il dissezionatore (e il morto...).
Quello che colpisce sono i delicati colori pastello della piccola sala. Forse, con una sensibilità tutta settecentesca, si è voluto esorcizzare con questi colori chiari e i disegni floreali, lo spettacolo - certamente utile ma non per questo meno disgustoso - che si svolgeva sul tavolo di marmo al centro della sala.

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