domenica 8 novembre 2015

IL SOGNO INDUSTRIALE DI CRESPINO SUL LAMONE

Se si giocasse a: "colloca il nome della località sulla carta geografica dell'Italia " - vi assicuriamo che questo gioco,  in rete , esiste - Crespino sul Lamone sarebbe uno di quei nome che sarebbero in pochi a posizionare esattamente, giusto quelli che abitano da quelle parti, perchè non è certo un posto molto conosciuto. 
E' amministrativamente una frazione del comune di Marradi.
Tuttavia ha una storia importante da raccontare.
Prima di tutto è stato teatro - come purtroppo molti posti da quelle parti - di un efferato eccidio della popolazione civile da parte delle truppe tedesche nel 1944, dove ben 42 tra donne e bambini - nonchè l'anziano parroco - furono trucidati il 17 luglio.
Un piccolo sacrario, sorge sulla riva destra del fiume Lamone, a ricordo della strage.
Ma noi, curiosi come siamo di archeologia industriale, volevamo parlare della vecchia fabbrica Kalter, che produceva termoconvettori.
La fabbrica aprì i battenti nel 1962, quando l'Ing. Donati di Faenza rilevò i locali di una preesistente fabbrica di tannino che era situata proprio in prossimità della cascata in località Valbura.
Era proprio la vicinanza di questa cascata, che permetteva la produzione di energia elettrica, a rendere appetibile aprire un'attività industriale in un paesino apparentemente insignificante come questo.
Certo, la logistica doveva essere complicata, ma a quei tempi i camion erano più piccoli, l'autostrada A 1 era ancora di là da venire, e comunque Faenza era a soli cinquanta chilometri.
Del resto, la località era sede di opifici sino dal 1500, perchè prima della Kalter, c'era la fabbrica di tannino di cui dicevamo - che era doppiamente favorita, perchè oltre allo sfruttamento della cascata, utilizzava anche i castagneti della zona, materia prima per l'estrazione del tannino - prima ancora una fabbrica di calce, e per cominciare, ovviamente un mulino.
La fabbrica dava lavoro ad una ventina di persone, il che voleva dire a venti famiglie, il che significa che per la zona era una realtà tutt'altro che trascurabile.
Non sappiamo quando la fabbrica ha chiuso, ma se si digita "Kalter" su google, la ricerca dà, tra le prime proposte, una scheda con tanto di numero di telefono, per cui viene logico pensare che sia stata chiusa in tempi già digitali, quindi abbastanza recentemente.

Il che non significa che sia stata chiusa ieri: i locali non sono certo in ottime condizioni, ma sono stati riutilizzati in parte come ricovero di macchine agricole.

La fabbrica sorge proprio sotto un'ampia curva della ferrovia faentina, di cui abbiamo parlato in un altro post (link) e percorrendo la quale,  si gode il panorama migliore del vecchio opificio.

Mappa

Nessun commento:

Posta un commento