Se vi è capitato di passare dalla SS67, in quel tratto bello e un po' dimenticato che da Lastra a Signa porta a Montelupo Fiorentino, siete sicuramente passati da una piccola frazione del comune di Lastra a Signa, che si chiama "la Lisca".
Vi siete mai chiesti il motivo del nome?
Beh, noi si.
La lisca del nome non è altro che un osso, forse una costola e presumibilmente di una balena, che è fissato sul muro di una delle case che si affaccia sulla Statale.
Reperto piuttosto strano da esporre in un zona così interna.
Forse un marinaio che lo ha portato alla sua amata al posto dell'anello di fidanzamento?
L'ipotesi era romantica, ma totalmente errata.
Molto più prosaicamente, dobbiamo ricordare che questa zona, adesso così intensamente popolata, nell'era geologica del Pliocene era un mare.
E siccome nel mare ci sono pesci di tutte le misure, ci sarà stato anche un cetaceo preistorico che sguazzava in questo mare, oltre cinque milioni di anni fa.
Poi, con il tempo, il mare è diventato un lago, poi un laghetto, poi una palude - che gli antichi romani cominciarono a bonificare, rimuovendo la maggior parte di quella diga naturale di cui adesso rimane solo il masso detto "della Gonfolina", e che è a pochissima distanza dalla nostra "lisca" - fino a diventare l'amena valle che è adesso.
Stessa storia per un reperto in tutto analogo, che si trova invece a Cafaggiolo, frazione di Barberino di Mugello, nei pressi della "madre di tutte le ville Medicee" - nel senso che è stata la prima villa che i Medici, originari del Mugello, si sono costruiti - dove anche qui in origine, arrivava il mare.
Un mare che copriva, oltre al Mugello, la Valdelsa ed le prospicenze del Montalbano (e rieccoci alla prima lisca, quella di Lastra a Signa), quindi una bella fetta della Toscana settentrionale.
Che in questo mare nuotassero strani animali primordiali pare confermato anche dall'esistenza a Scandicci, di un museo di paleontologia e mineralogia, dove è esposto un intero scheletro di balena, oltre ad alcuni animali vicini ai delfini ed a un Dugongo, un mammifero marino (poco) diffuso, ormai solo nell'oceano indiano, e che nei secoli scorsi i marinai tendevano ad indentificare con le sirene, perchè la femmina ha due grosse ghiandole mammarie toraciche, e pinne anteriori che ricordano delle corte braccia.
Inoltre questo strano animale partorisce in genere un cucciolo alla volta, e per allattarlo lo tiene tra le pinne anteriori, come fa una mamma con il suo bambino.
Vabbè, ci siamo imbattuti in questa "Sirena di Scandicci" e ci ha incuriosito.
Ma è una ulteriore conferma che strani animali nuotavano in questo mare primordiale, per cui non è stato difficile, nei secoli, trovare le costole di balena che identifichiamo adesso come i due ossi di balena del titolo.
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