domenica 17 dicembre 2017

DUE BORGHI DI LARCIANO: IL CASTELLO E CECINA

Lo Scopo del nostro blog è quella di far conoscere luoghi poco noti, nell'ottica del "turismo a chilometri zero", come piace chiamarlo a a noi.
Se poi le storie dei borghi si somigliano un po' tutte, non è colpa del castello di turno; se per noi è il centesimo che visitiamo non cambia niente. Si tratta pur sempre di segnalare un luogo bello e poco conosciuto, come dichiarato nella nostra "policy".
Dunque, oggi vi portiamo a Larciano, in Valdinievole, stretto tra le pendici del Montalbano ed il Padule di Fucecchio.
 Il nome Larciano pare significhi:  "di Larth", che è un nome etrusco, e questo ci dice da quanto tempo questa zona sia abitata. 

A proposito di Larciano Castello - che è quello che ci interessa di più - all'interno del castello stesso si trova un piccolo, piccolissimo museo (pensate, ci ci si può entrare al massimo in dieci per volta), dove gli appassionati potranno trovare testimonianze della civiltà etrusca - e non solo - ritrovati nel territorio.
Era signoria dei Conti Guidi, che però non si vergognarono, nel 1225, a venderlo al comune di Pistoia per 6.000 lire.
A quel punto, Larciano fu inserita con successo nel sistema difensivo di Pistoia, che consisteva in una serie di castelli, che si potevano vedere ad occhio nudo l'uno con l'altro e che potevano comunicare visivamente tra di loro.
Fu conquistata da Firenze e poi riscattata da Pistoia almeno un paio di volte nel corso di duecento anni, ma fu nel 1401 che si sottomise definitivamente a Firenze con tutto i suo contado, e divenne sede di una delle podesterie in cui fu organizzato il territorio pistoiese.
Tra l'altro, uno dei suoi Podestà fu quel Francesco Ferrucci, a cui è dedicata una strada in ogni città d'Italia, e di cui abbiamo parlato nel post su Gavinana (link).
Nel 1774, Larciano fu unificata alla comunità di Lamporecchio, e si deve aspettare il 1897 perchè torni ad essere comune autonomo.
Nel frattempo, si era costituita una piccola comunità intorno alla chiesetta di San Rocco, costruita nel 1631 per volontà del popolo, per ringraziare il Santo protettore contro la peste, di averla allontanata dal territorio.

Ormai la zona era bonificata, e libera dalla malaria, e del 1884, la chiesa di San Rocco fu nominata parrocchia autonoma, non più sottomessa a quella di San Silvestro che invece era sul colle, al Castello.
L'emorragia di popolazione era tale e tanta, che nel 1897, quanto Larciano tornò ad essere comune, fu stabilita a San Rocco, quindi in pianura, la sede comunale.
Ed in pianura si è sviluppato il paese moderno, che non ha proprio nulla di romantico, ma ha il vantaggio di portarci velocemente al borgo medioevale di Cecina.
Questo conserva una cinta muraria, con due porte di accesso, ed una suggestiva piazzetta centrale, di forma ovale.
E' ancora abitato - come il Castello, del resto - e le persone che abitano qui sicuramente ci sono nate e cresciute, ed orgogliose di abitarci ancora.
Anche da Cecina di gode un panorama spettacolare sulla pianura sottostante.
L'antica chiesa di San Nicola è stata edificata in un luogo dove prima sorgeva un tempio pagano, e nei secoli è stata rimaneggiata diverse volte.

Il nome di questo piccolo borgo si ricollega alle origini etrusche della zona.
Infatti Cecina deriva dal nome di una importante famiglia Etrusca, proveniente dall'antica Velathri (beh, si, Volterra insomma), ed il cui nome deriva dal fiume che scorre nella valle sottostante, cioè il fiume Caecina (oggi conosciuto come Cecina).
La Gens Caecinae si era integrata assai bene nell'impero Romano, ed aveva prodotto vari scrittori, consoli, generali, ma era di origine etrusca, ed in questa lingua il  nome si scriveva Ceicna oppure Kaikna.
Abitava nella zona di Volterra da molti secoli, ed aveva molti possedimenti, a cui aveva dato il proprio nome. Tra questi spicca la Cecina in provincia di Livorno, e la piccola Cecina di cui stiamo parlando adesso (ma siamo quasi sicuri che ce ne siano altre)

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