Sono in molti a sapere che, nei pressi di Pisa, esiste una delle più grandi basi militari americane in Italia: è Camp Darby, in un luogo logisticamente provilegiato perchè vicino al porto di Livorno,
all'aeroporto di pisa, alla stazione di Pisa, attraversato da un importante canale (il canale dei Navicelli).
Il suo nome deriva da quello del brigadiere generale William O. Darby, fondatore del corpo del Rangers
Fin qui, la stringatissima storia che un civile può conoscere di questa base militare.
Ma questa location ha basi storiche che nella memoria collettiva sono state ampiamente rimosse.
La zona era quella compresa tra il porto di Livorno, il campo d'aviazione di Pisa, e le colonie del Calambrone, arrivando all'interno fin quasi ai confini della bonifica di Coltano, dove fra l'altro, fu istituito un campo di prigionia per fascisti repubblichini e tedeschi.
Dopo la liberazione nella Pineta del Tombolo, dove più o meno adesso si trovano i circa 1.000 ettari di Camp Darby, si è scritto una delle pagine più nere della nostra storia.
E "nero" non è detto a caso.
Infatti in questa zona si insediarono i militari della divisione "Buffalo", che erano composti in massima parte da truppe di colore (mentre invece i comandanti erano bianchi, ovvio...).
Nell'atmosfera dell'immediato dopoguerra, questi soldati, discriminati dal loro stesso esercito, si trovarono davanti un paese che aveva bisogno di tutto, e non ebbero alcuna difficoltà a inserirsi nei traffici del mercato nero e del contrabbando, favorendo, in molti casi, furti ai loro stessi quartier generali, essendo questa la base logistica americana più avanzata, nel Mediterraneo, e che custodiva una quantità enorme di beni.
In questa pineta avevano costruito una specie di villaggio - nel vero senso della parola, perchè si trattava di capanne fatti di rami e con il tetto di frasche - terreno fertile per tutti i malavitosi della zona.
C'era un po' di tutto: ladri, contrabbandieri, trafficanti, prostitute, disertori, spacciatori, falsari.
Qui potevano vendere, smerciare, barattare in una specie di zona franca,una "città proibita" dove si poteva perdere l'anima o la vita, e dove nemmeno i Carabinieri si azzardavano ad entrare,
Ci sono un paio di film che raccontano questa vicenda: uno è il bellissimo "Senza Pietà" di Alberto Lattuada, che non parla nello specifico di questa storia, ma ne mostra molto bene il contesto.
L'altro, meno bello ma assai più realistico, si intitola "Tombolo paradiso nero".
Sono film dell'immediato dopoguerra, difficili da reperire, ma meriterebbero di essere visti, se non altro per farsi un'idea dell'ambiente e delle condizioni di vita.
Una curiosità: in entrambe i film, il protagonista di colore è sempre lo stesso attore di colore, John Kitzmiller, la cui carriera cinematografica non è andata molto oltre questi due film.
Nel febbraio del 1947 viene firmato un armistizio che prevede la consegna all'Italia delle strutture militari e civili, e lo sgombero delle truppe rimaste: fu necessaria un'azione congiunta tra Carabinieri e Militar Police, per permettere che il 14 dicembre di quello stesso anno le ultime truppe lasciassero la zona.
Nel 1948 viene firmato un accordo Italia-USA che prevede la creazione di un Centro Sbarchi USA.
Intanto dal Porto di Livorno (e poi ovviamente dal Tombolo) continuano a transitare un'enorme quantità di aiuti del Piano Marshall, e gli affari continuano a prosperare...
Nel 1951 la Pineta del Tombolo viene concessa agli Stati uniti con un trattato bilaterale, e nel 1952 assume il nome di Camp Darby, e diventerà la base per il ritiro ed il reimbarco dei soldati, degli equipaggiamenti e degli approvvigionamenti.
Non vogliamo entrare nel merito di quello che la base può essere stata negli anni successivi: voci di custodia di armi nucleari, di transito di prigionieri di guerra, di torture e uccisioni di persone scomode... Sono tutte cose che, pur interessandoci, non vogliamo trattare in questo contesto.
Sicuramente è una base logistica di enorme importanza, dove mezzi e munizioni e rifornimenti vengono custoditi tutti insieme, tanto che un'intera brigata può trasferirsi - ipotesi -in medio oriente senza portarsi dietro nemmeno un pacchetto di fazzoletti di carta.
E' altrettanto certo è che quest'area enorme, proprio per la presenza della base, si è mantenuta integra dal punto di vista naturalistico: qui vivono ancora molti animali selvatici, che nella vicina pineta libera - nel senso di non recintata con il filo spinato - non vivono più da molti anni, e la vegetazione somiglia molto a quella voluta dal Granduca di Toscana - il Lorena, non il Medici - che ne volle la piantumazione, alla fine del XVIII secolo.
Mappa
Per chi fosse interessato uno dei due film citati è presente su YouTube a questo link: http://youtu.be/igCh_ODEd9Q
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