domenica 1 marzo 2015

FIRENZE SEGRETA: IL CIMITERO DEGLI INGLESI

Firenze a volte è strana: lontano dallo  skyline che siamo abituati a vedere dal Piazzale Michelangelo (e che, ammettiamolo, ci strappa una lacrimuccia anche se lo abbiamo visto sino alla nausea) ci sono cose altrettanto uniche, ma meno conosciute.
Pensiamo, e crediamo che non ci saranno smentite, che Firenze ai l'unica città al mondo che ha un cimitero al centro di una piazza: Piazzale Donatello.
Il cimitero è universalmente noto come "Cimitero degli Inglesi", ma ci sono sepolti anche tanti russi e un buon numero di italiani.
Si tratta di uno dei cimiteri a-cattolici della città (l'altro è il cimitero degli Allori, al Galluzzo).
Nonostante il nome, è di proprietà svizzera, ed è stata proprio la comunità svizzera ad acquistare la modesta montagnola dove sorge, all'inizio del XIX secolo, allo scopo di fornire un luogo di sepoltura adeguato, per tutti i cittadini non cattolici: infatti qui, come dicevamo, sono sepolti anche molti russi (e quindi di religione ortodossa).
Il cimitero, che non essendo cattolico doveva obbligatoriamente sorgere fuori delle mura della città, aveva inizialmente una forma diversa da quella attuale. Fu rimodellato così dall'architetto Giuseppe Poggi, che stava disegnando l'asse viario portante, costituito dai viali di circonvallazione, nell'ambito di Firenze Capitale.

Fu così, che le mura medioevali, fuori delle quali sorgeva il cimitero, furono demolite, ed il cimitero nel 1865 prese la sua forma ovale attuale, situandosi al centro di una piazza, appunto Piazzale Donatello.
La città cresceva intorno al cimitero, e dal 1877 furono proibite nuove sepolture.
Questo ha fatto sì che il cimitero abbia mantenuto quasi intatto il suo impianto ottocentesco; infatti la maggior parte delle sepolture si colloca tra il 1830 ed il 1870.

Visitare il luogo è un'esperienza mistica.
Una gentile signora ci ha aperto il cancello quando ci ha visto occhieggiare per cercare di carpire qualche immagine.
Era vestita come una suora laica, con un severo abito grigio e un velo più chiaro sulla testa.
Ci ha consentito di visitare il cimitero, purchè rimanessimo nei  sentieri segnati.
Noi abbiamo annuito, ma l'impresa non è stata semplice: il carattere romantico dell'ambiente non va molto d'accordo con il concetto di "sentiero segnato".

Le tombe, molte delle quali monumentali, sono disposte quasi a casaccio, intervallate da piante che nell'immaginario collochiamo proprio in quel periodo, come i melograni, il tasso, e gli immancabili cipressi.

Tutto l'ambiente ha un aspetto di romanticismo esasperato, palpabile, percepibile in ogni oggetto: nelle  lastre di marmo grigio con le scritte in cirillico, nelle lapidi di ragazze morte a 16 o 18 anni, preferibilmente di tubercolosi, e a cui i  genitori oppure i  fratelli dedicavano passi della bibbia. (cosa che sulle tombe cattoliche non si può - o non si poteva - fare).
Ad accentuare l'aspetto romantico del luogo, c' è quall'aspetto leggermente trasandato - senza essere trascurato - l'erba un po' lunga, le lapidi incrinate, i fiori selvatici, i rampicanti, gli intagli delle statue di pietra rose dal tempo e dalle intemperie, le pietre che sorreggono il lato esterno della montagnola coperte di muschio: insomma, tutto l'immaginario romantico al gran completo!
Persino il marciapiede, sconnesso e verdeggiante di muschio, che gira intorno a quello che oramai è purtroppo diventato un'aiuola spartitraffico, contribuisce all'atmosfera romantica!
Al centro del cimitero, alla sommità della piccola montagnola, dal 1858 c'è una colonna in pietra, dono del re di Prussia, Federico Guglielmo IV.

La tomba più famosa è quella della scrittrice inglese Elizabeth Barret Browing, ma sono molti i personaggi di una certa notorietà , dell'ampia comunità straniera che all'epoca viveva a Firenze, che hanno concluso qui la loro vita terrena.
Da pochi anni il cimitero è stato riaperto alle sepolture, ed abbiamo trovato semplici lastre di marmo con date anche molto recenti - e nomi italiani - alcune con commoventi omaggi lasciate alla memoria di un caro defunto.

Mappa

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