domenica 19 luglio 2015

VILLE MEDICEE: VILLA LA PIETRAIA

Nel nostro giro di ville medicee questa mancava.
Eppure è tra le più vicine, perchè è a Castello, alla periferia di Firenze.
Ci siamo andati in una luminosissima giornata di inizio estate e ne siamo rimasti incantati.
Non aspettatevi i nomi degli architetti, la storia dell'edificio, le date e tutto il resto dell'armamentario storico.
Qui diamo solo la nostra opinione, quello che ci ha emozionato e che ci è piaciuto: per tutto il resto c'è wikipedia...
Ci ha incantati non solo dal punto di vista estetico - che sarebbe già tanto - ma per tutte le stratificazioni storiche che abbiamo trovato e che ci hanno fortemente impressionato.
Quando ci siamo andati noi, il parco purtroppo non era visitabile. Soffre ancora delle ferite della tempesta di vento del marzo 2015.
Abbiamo però attraversato quel famoso giardino all'italiana  costruito su terrazze, e da cui si gode un panorama incomparabile di Firenze, della sua conca e dei monti che la circondano.

Dalle sue terrazze si gode anche della prima fila sull'aereoporto di Firenze: forse dovremmo dire purtroppo, ma non ci riusciamo.
Ci siamo incantanti come bambini per mezz'ora,  vedendo atterrare e decollare gli aerei.
Anzi, ci siamo anche chiesti che spettacolo straordinario  deve essere alla sera... begli amici dei monumenti che siamo, eh?! ma era davvero troppo bello!
Davanti all'ultima terrazza, una grande vasca vuota ci ha fatto pensare che lì una bella piscina ci sarebbe stata davvero bene, magari pavimentata in mosaico azzurro. Per fortuna che non ci hanno interpellato: sarebbe stata una bestemmia.
Accanto, una limonaia con il soffitto interno completamente ricoperto da un rampicante; davanti alcune serre con le piante officinali (il giardino dei semplici).
Tramite un'aerea scaletta siamo saliti al piano della villa, detto Piano della figurina, così chiamata per la fontana del Giambologna  che raffigura una bella ragazza (Firenze) che fa scaturire l'acqua dalla sua lunga treccia (l'Arno)

e  dove un'incantevole, piccolo edificio rotondo, tutto a vetri, faceva bella mostra di sè in un angolo della terrazza.
Ci siamo avvicinati: era il "pensatoio" dove ci si poteva ritirare in solitudine per ammirare e meditare.
Non era di costruzione medicea, forse i Lorena, o i Savoia, però era il posto dove avremmo voluto vivere!
Questo l'interno, arredato con pezzi originali.

La villa ha una facciata imponente, e ingloba nella costruzione, una torre medioevale - prima di essere dei Medici era stata degli Strozzi, e prima ancora dei Brunelleschi - dall'aspetto francamente un po' sbilenco.
Ma il bello doveva ancora venire.
Il custode ha aperto un'insignificante porta scura che ci ha fatto entrare nell'ambiente più spettacolare che avessimo mai visto: un cortile rinascimentale, completamente affrescato, dai colori freschi e vivaci, coperto da una straordinaria struttura in acciaio e vetro, costruita su incarico dei Savoia nel 1872, nell'intento di trasformare il cortile in una sala da ballo.

Tentativo magnificamente riuscito, aggiungeremmo.
Ma perchè volevano la sala da ballo?
Questa era la casa dove abitava Rosa Vercellana, detta "La bella Rosina", moglie morganatica di Re Vittorio Emanuele II, nel periodo in cui la capitale era a Firenze.
Il matrimonio morganatico si celebrava quando uno tra i due coniugi c'era disparità di rango sociale; quasi sempre si trattava di un re che aveva già degli eredi. In questo modo si riconoscevano eventuali figli, che erano perfettamente legittimi, ma che non acquisivano nessun diritto ad entrare nella linea dinastica. Oltre a ciò si regolarizzavano relazioni irregolari con donne che così acquisivano lo status di moglie.
Il ballo veniva dato per le nozze del figlio della coppia, Emanuele di Mirafiori, con Bianca Enrichetta de Larderel.
Ritorniamo al nostro cortile/sala da ballo.
Il pavimento mediceo in cotto era stato coperto da un mosaico di graniti colorati, la magnifica struttura ottocentesca - ricorda nel concetto la torre Eiffel - ha preservato gli affreschi del cortile che. diversamente, sarebbero stati esposti alle intemperie.
Dal soffitto in vetro pende questo spettacolare lampadario in cristallo ametista: puro stile ottocentesco!

Nelle sale al pianterreno sono conservate le  famose lunette di Giusto Utens, che raffigurano le ville medicee, raffigurate con la particolare prospettiva a volo d'uccello.
Dipinte su incarico di Ferdinando de' Medici, per tenere un inventario delle ville principali, sono famosissime, e confessiamo che vederle "dal vivo" ci ha un po' emozionato.
Al primo piano, la testimonianza del passaggio dei Lorena da questa villa: una magnifica sala dedicata al gioco e allo svago, con tutti i giochi d'azzardo dell'epoca: due biliardi dalle dimensioni colossali - sono più grandi delle dimensioni standard - l'antenato francese del biliardino ,

più tutta una serie di strani giochi, tutti realizzati in pregiati materiali (la plastica era di là da venire.)
Quasi tutti i pavimenti - almeno quello che non erano coperti da soffici tappeti francesi - erano rifatti: il cotto mediceo era stato coperto da un materiale in voga all'epoca: una malta colorata con la quale si creavano disegni ed intarsi.
 Non sappiamo se scandalizzarci o apprezzare l'operazione: alcuni erano francamente belli, altri in zone di passaggio, molto rovinati facevano vedere il cotto rinascimentale che c'era sotto.
Ma forse era solo la dimostrazione visiva del gioco di stratificazioni di cui abbiamo parlato all'inizio: il medioevo, il rinascimento dei Medici, il settecento dei Lorena, l'ottocento dei Savoia, l'oggi dell'aereoporto!
Ecco cosa  contraddistingue questa residenza da tutte le altre ville medicee che abbiamo visitato.
 E' una "casa"- perchè di questo si tratta -  che ha subito rimaneggiamenti e aggiunte, modifiche e ristrutturazioni, secondo il gusto degli inquilini e delle epoche.
 Gli appartamenti privati della bella Rosina,  avevano un aspetto molto borghese: ci si sarebbe potuto tranquillamente sedere, e sentirsi a nostro agio.
La sala del cucito, la sala da pranzo con il buffet e il controbuffet, e uno strano tappeto a tutto pavimento - adesso la chiameremmo moquette - realizzata da un artigiano fiorentino su desiderio e disegno della bella Rosina (ma a noi non è piaciuto molto...) e persino la stanza della toilette, con lo stanzino "riservato" dove si svolgevano certe funzioni corporali - ma anche con un tavolo con il piano in alabastro dove, incorporate nel minerale, c'erano tante chioccioline fossili, che sembravano disegnate ed invece erano parte stessa della pietra.
A proposito di Rosina: in questa parte, diciamo privata, del palazzo, le pareti anzichè in tappezzerie damascate di fabbricazione francese, sono in carta dipinta a mano (!) e raffigurano - su espresso desiderio del Re - sono solo rose, un omaggio al nome della sua bella.
Che pensiero romantico, vero?!


Mappa




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