domenica 13 settembre 2015

LUCIO SERGIO CATILINA: facciamo giustizia della sua cattiva fama

Abbiamo deciso di parlare di Lucio Sergio Catilina partendo...dalla sua morte.
Già, perchè se è vero che è nato a Roma, è anche vero che è morto a Pistoia.
La cosa ci ha lasciato alquanto perplessi: questi grandi personaggi nascono - per esempio - in Mesopotamia e muoiono a Roma, oppure nascono a Roma e muoiono ad Alessandria (d'Egitto).
Pistoia ci è sembrata uno strano luogo dove morire, per un senatore - nonchè generale - romano.
La nostra curiosità ha fatto il resto.
Allora: Lucio Sergio Catilina nasce a Roma nel 108 a.C., da una nobile, per quanto in decadenza, famiglia romana, quella dei Sergii.
Non avendo appoggi di rilievo, un patrizio romano che fa? Si arruola nel prestigioso esercito romano, e, appena ventenne, combatte con il generale Strabone e poi con Silla. 
Proprio al seguito di Silla, durante la guerra civile romana, si distingue per la sua crudeltà e spietatezza, tanto da uccidere con le sue mani anche il fratello della propria moglie, la cui testa offrì a Silla stesso come pegno.
Di sicuro non era uno stinco di santo - e chi lo era a quei tempi? - ma le accuse che gli sono state gettate addosso durante gli anni in cui Silla era al potere sono veramente eccessive: sacrifici umani, cannibalismo, corruzione, incesto, cospirazione, violenza sessuale (ai danni di una vergine vestale) e fermiamo qui, per il momento.
Tutti i processi ai quali fu sottoposto, lo riconoscono innocente, tanto che gli storici hanno cominciato a pensare che questa "leggenda nera" fosse stata creata ad arte per screditarlo ai contemporanei.
Diciamo che si era fatto un sacco di nemici, soprattutto tra quelli che chiameremmo adesso "gli intellettuali" del tempo.
Sallustio (no, il Sallusti de "Il Giornale non c'entra niente) dice di lui che:
« Lucio Catilina, nato di stirpe nobile, fu uomo di grande vigore morale e fisico, ma d'indole malvagia e corrotta. »
Dopo la caduta di Silla,  Catilina prudentemente sparisce per un po', tra Africa e Macedonia, ma  al suo ritorno, nel 66 a.C. si candida console; per toglierselo di torno viene accusato di vari reati, tipo concussione e abuso di potere. Viene assolto, ma ormai la carica di console se la può sognare.
Nel 63 a.C ci riprova, e siccome ottiene larghi consensi, il Senato gli oppone un avvocato che sta facendosi un nome, un certo Cicerone - e scusate se è poco - e in quello che potremmo chiamare un "faccia a faccia" elettorale, Cicerone lo accusa di tutte le nefandezze possibili. I Senatori mobilitano le loro clientele a suo favore e Cicerone vince.
Alle successive elezioni Catilina si ricandida nuovamente. Visto che il tentativo di ingraziarsi i patrizi romani era fallito, due anni prima, adesso prova con la plebe, ottenendo un grande successo tra schiavi e popolino. Il sistema era il solito di oggi: farsi vedere con attori (avevano la stessa considerazione odierna da parte del popolo) e gladiatori (le star dello sport di oggi).
Ma questo non sarebbe stato niente: ebbe la malaugurata idea di proclamare che, se fosse stato eletto, avrebbe emesso un decreto per la remissione dei debiti.
Questo era veramente troppo per il Senato! 
Catilina perde anche queste terze elezioni - che fra l'altro furono anche truccate da un certo Murena, di cui Cicerone prese le difese con una famosa orazione detta "pro Murena" che magari è un ricordo, forse non troppo simpatico, di chi ha fatto gli studi classici.
A questo punto Catilina perde la pazienza, e stringe varie alleanze per un congiura contro la Repubblica, di cui poi in seguito, Cicerone lo accuserà pubblicamente.
Così  è costretto alla fuga, e si dirige verso l' Etruria, ma il 3 gennaio del 62 Catilina viene dichiarato "Nemico Pubblico" dal Senato Romano, ed il 5, mentre si dirigeva verso la Gallia per trovare appoggio e alleanze, si trova la strada sbarrata da una legione romana, comandata da Quinto Cecilio Metello Celere, mentre un'altra, comandata da Antonio Ibrida, praticamente lo insegue, proveniendo da Roma.
La sproporzione tra le organizzatissime legioni romane e i pochi fedelissimi che seguono Catilina è enorme. 
Nonostante questo, nei pressi di Campo di Zoro (l'odierno Campo Tizzoro?) e quindi poco sopra Pistoia, la battaglia si svolge comunque.
Catilina sa che va incontro a morte certa: prima della battaglia pronuncia un toccante discorso, stranamente privo di retorica, e che quelli degli studi classici di cui sopra, ricorderanno in egual misura.
Per sottolineare che mai si sarebbe ritirato, lascia scappare i cavalli.
E' un massacro, nessuno dei suoi uomini sopravvive, e anche lui muore combattendo.
Una leggenda vuole che sia stato sepolto a Pistoia, dove c'è anche una strada che si chiama "della tomba di Catilina", e dove si trova una torre, costruita in epoca medioevale, che viene infatti detta "torre di Catilina" e dove pare che si trovi, alla base, la sua tomba.

A testimonianza dell'incertezza  sull'esatto luogo dove la battaglia si è svolta, abbiamo trovato dei riferimenti anche a Capostrada, e quindi molto più vicini alla città di Pistoia
Infatti, un'altra torre dedicata a Catilina sorge  dove c'è una via che si chiama appunto "della torre di Catilina".
La torre, a pianta rotonda, è in un terreno di proprietà privata, e anche se si vede dalla strada, non è visitabile.

Nei pressi c'è anche una strada il cui nome " forra sanguinaria" può far pensare che non acqua, ma sangue, sia scorso nelle sue rive.






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