domenica 20 settembre 2015

UN PARADISO SULLE COLLINE DI SESTO FIORENTINO


Vi è mai capitato uno di quei giorni  in cui tutte le mete sembrano troppo lontane, e non si riesce a trovare un luogo dove andare, nemmeno a spremersi il cervello?
In questi casi noi ricorriamo alla moto, ed al fatto che in moto non c'è bisogno di avere un posto preciso dove andare, un meta identificata, perchè in moto il piacere nasce dal mettersi in viaggio, e la destinazione può essere anche solo quella di andare in giro, portati solo dal capriccio dell momento.
Proprio in una di queste occasioni, ci siamo ritrovati verso Sesto Fiorentino, e abbiamo cominciato a percorrere le strette stradine che portano verso le campagne.
Il territorio di Sesto Fiorentino è prevalentemente pianeggiante, ma si estende anche sui rilievi di Monte Morello, l'unica vera montagna della conca fiorentina.
Ecco, proprio sulle pendici di Monte Morello, abbiamo trovato il paradiso di cui parliamo nel titolo, tra le frazioni di Sesto Fiorentino.
Certo, a proposito dell frazioni di Sesto Fiorentino, non vogliamo parlarvi dell'Osmannoro, dove il monumento più notevole è la Motorizzazione Civile.... o l'uscita della A11.
Uno dei più belli è il Borgo di Querceto, che deve il suo nome ai ricchi boschi di quercia, che ormai sono scomparsi; 
Limitrofo è il borgo di Colonnata ricco di bellissime ville, quasi tutte non visitabili perchè recuperate come alberghi o ristoranti come Villa Gerini 

oppure Villa Villoresi o villa Ginori, ancora di proprietà dell'antica famiglia nobiliare fiorentina, e di cui il marchese Carlo Ginori fu grande imprenditore con la creazione nel 1753 della "Manifattura di Porcellane di Doccia", proprio nella tenuta della sua villa.
A Colonnata abbiamo trovato la perla di questo incantevole ponte medioevale, ottimamente restaurato, e collocato tra villette vecchie e nuove in uno scenario di pace veramente notevole.

Colonnata dovrebbe - è un'ipotesi, anche se accreditata - derivare il suo nome da una colonna che indicava le distanze da Firenze, nell'ambito della centuriazione romana - evidente nei toponimi della zona: 
Quarto - frazione di Firenze -;
Quinto, diviso in alto e basso, frazioni di Sesto Fiorentino; 
Sesto, che poi è diventato Sesto Fiorentino, comune tra i più grandi della provincia di Firenze;
Settimello, frazione di Calenzano.

Sempre alle pendici di Monte Morello è Cercina, che si raggiunge percorrendo la panoramica dei colli alti, dove c'è la Pieve di Sant'Andrea a Cercina, una chiesa di cui si hanno notizie certe fin dall'anno 880.

Nei boschi di Cercina c'è anche il monumento ai caduti di radio CO.RA.

E' questa una vicenda che merita di essere ricordata, non essendo molto nota.
Radio CO.RA. (significa: COmitato RAdio) fu l'emittente del partito d'Azione fiorentino, tra il gennaio ed il giugno 1944, e mantenne i contatti tra i partigiani e gli alleati, comunicando la posizione delle truppe tedesche.
L'idea fu di un gruppo di ragazzi fiorentini - gente che era davvero avanti per l'epoca! - e che  iniziarono le trasmissioni all'inizio del 1944, spostando continuamente la sede in modo che non potesse essere identificata. Nonostante questa precauzione, il 7 giugno 1944 i tedeschi irruppero nella sede della radio - identificata in Piazza d'Azeglio a Firenze - e vennero tutti arrestati.
Portati in una delle tante "Villa Triste" di cui purtroppo in italia a quel tempo non mancarono esempi, furono torturati e poi fucilati nei boschi di Cercina il 12 giugno 1944. Tra di loro c'era anche Anna Maria Enriquez Agnoletti, il cui nome è noto come eroica partigiana, una delle poche donne decorate con medaglia d'oro al valor militare.
A parte questa annotazione storica, la passeggiata è stata veramente incantevole; si tratta di antiche strade di campagna, con muretti a secco quasi sempre ben conservati, olivi e viti a perdita l'occhio, ville e villette a volte carine, a volte splendide, moderne e antiche, tra cui non manca questa torretta - proprietà provata -  di cui non abbiamo trovato nessuna notizia.

Il più delle volte le strette stradine bordate di cipressi non portano da nessuna parte: ad una villa più grande o più antica, oppure ad una azienda agricola, oppure finisce in uno stretto sentiero sassoso, oppure nei boschi, belli, fittissimi e profumati.
Sono poco più che strade ciclabili, poco adatte alle macchine -  anche se è ovvio che chi ci abita la macchina ce l'ha e ci si destreggia assai bene - frequentate da tanti ciclisti, gente coraggiosa che non arretra davanti alle erte salite, e da tanti pedoni, magari con cane, che si godono il paesaggio e la tranquillità.
Ecco, se una volta non sapete dove andare, non passate un pomeriggio stupido in un centro commerciale. Venite a vedere queste strette stradine.
Realizzerete sicuramente un risparmio - niente acquisti compulsivi di cui vi pentireste una volta arrivati a casa - e godreste dell'incomparabile profumo resinoso dell'aria e della bellezza che potrete vedere con i vostri occhi, con un incantevole panorama di Firenze che occhieggia dalle chiome degli ulivi.












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