Va bene: la città dei fiori universalmente conosciuta è Sanremo, ma, anche Pescia, può fregiarsi di questo titolo.
La storia per cui si è arrivati alla coltivazione dei fiori è piuttosto particolare: certo non gode dell'esposizione e delle temperature miti di Sanremo e della riviera di Ponente, per cui - ci siamo detti - ci deve essere qualcosa sotto.
In effetti, abbiamo scoperto che la zona era famosa nel medioevo, per la coltivazione degli alberi di gelso, nutrimento del baco da seta.
Vuole la tradizione, che il baco da seta sia stato importato in Europa, proprio da un frate pesciatino, un missionario, nascondendolo nel suo bastone e togliendo così alla Cina il monopolio della produzione delle stoffe di seta.
Già dal 1399 la città era sotto il dominio della Repubblica di Firenze, e quando il Granduca elevò il borgo al rango di città, gli fu dedicata la "porta Fiorentina", una porto con arco trionfale di accesso alla città, e che, essendo stata costruita solo per celebrazione, ha la particolarità di non essere collegata a delle mura, come invece siamo abituati a vedere!
Da questa porta passò anche Napoleone Bonaparte, quando con le sue truppe passò trionfalmente da queste parti.
Napoleone, ordinò che, per approvigionare il suo esercito, fossero espiantati tutti gli alberi di gelso e che si provvedesse a coltivare la barbabietola da zucchero - forse per nutrire le cavalcature? i soldati mica si saranno mangiati le barbabietole da zucchero, bleah!- su tutto il territorio di Pescia.
Bella pensata!
L'economia della città ne ebbe un danno notevole, e ci sono voluti tempo ed inventiva per recuperare il danno fatto da Napoleone.
Fortunatamente i pesciatini sono gente tosta, e non si lasciarono abbattere dalle difficoltà; si riciclarono nell'agricoltura - oltre a continuare la produzione di carta, per cui era giustamente famosa - creando insieme a Pistoia il più grande comparto di coltivazione di piante ornamentali e fiori recisi di tutta Italia, superiore in produzione anche alla mitica Sanremo.
Una delle specializzazioni di Pescia è la coltivazione delle Gerbere, un fiore simile ad una grande margherita dai bellissimi colori, che ha cominciato a diffondersi in Italia solo nel periodo tra le due guerre.
Pescia ha un'altra caratteristica piuttosto particolare, cioè quello di avere due centri storici.
Infatti sulla riva destra dell'omonimo fiume, c'è la parte pubblica e commerciale, circondata dai suoi vicoletti e strade,
mentre sulla riva sinistra ci sono le chiese e i monasteri, anche questi circondati da vicoletti e strade.
I due centri storici erano anticamente uniti solo dal Ponte del Duomo.
Poi, si sono aggiunti altri ponti, ma in epoca moderna.
Famoso - nella sua parte commerciale, ovviamente, - sono i Mercati dei Fiori (sono due anche questi); Il Vecchio Mercato dei Fiori, in stile razionalistico, è stato costruito negli anni '50 del XX secolo, e ben presto si è dimostrato insufficiente per la mole di lavoro che doveva ospitare.
Già nei primi anni '70 si pensò di costruirne un'altro, più grande e meglio disposto strategicamente (con poca fantasia si chiama Nuovo Mercato dei Fiori) ma per arrivare all'inaugurazione si dovette aspettare un bel po': infatti è entrato in funzione solo nel 1988.
Si tratta di un edificio realizzato in vetrocemento e acciaio, molto particolare, che a suo tempo ha suscitato qualche polemica, ma che ora rappresenta al meglio la città.
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