domenica 12 maggio 2019

LE BALZE E PIANTRAVIGNE

Piantravigne è una frazione di Terranuova Bracciolini.
E Poggio Bracciolini è quel sant'uomo che, riportando in vita la scrittura carolina rotonda con la sua calligrafia chiara ed elegante, ci ha evitato secoli di lettura del gotico, come invece hanno dovuto fare i popoli di lingua tedesca.
Ma qui stiamo decisamente uscendo dall'argomento principale...
Dunque, Piantravigne.
anzi Pian-tra-vigne.
In questa bellissima vallata,  sorge questo grazioso e assonnato paesino, uno dei tanti dove siamo passati e dove ci sarebbe piaciuto fermarci, ammaliati dalla quiete e dalla serenità che qui si respira.
Poi, la nostra irrequietudine di cittadini ci ha sempre fatto scattare foto, passeggiare per le silenziose stradine, magari scambiare due parole con chi qui ci è nato e ci ha sempre vissuto, ma risalire poi di gran carriera in macchina per correre verso la nostra amata città, caotica, ingombrante, rimorosa, difficile... ma è comunque la nostra casa, il luogo dove siamo nati e cresciuti.
Ed è inutile che ci nascondiamo dietro un dito: non saremmo capaci di vivere in un altro posto.
E ci risiamo con le considerazioni fuori tema!
Bene, torniamo a Piantravigne; un luogo incantato da dove si possono ammirare uno dei più belli spettacoli che la natura del Valdarno possa offrire: le Balze.
Che non sono altro che quello che rimane del fondo di un antico mare, che svuotandosi progressivamente ha lasciato dietro di sè un reticolo di fiumi - a cominciare dall'Arno - che ha scavato profondamente queste rocce tenere e lasciato be visibili le stratificazioni ed i sedimenti del mare interno dal quale erano ricoperte.
Vi facciamo grazia di tutta la classificazione geologica...
Il risultato estetico è un vero e proprio Gran Canyon, con la differenza che ai piedi di questa Monument Valley non c'è il deserto dell'Arizona, ma il Valdarno Superiore Toscano, con tutto quello che ciò può significare: colline, paesini arroccati (come il famoso Piantravigne), uliveti, vigne, laghetti, torrenti, orti, campi coltivati, viali con i cipressi: insomma tutto quello che fa parte dell'immaginario toscano nel mondo.
Intorno a questa meraviglia della natura c'è un vero e proprio anello da percorrere a piedi con poca fatica e molta soddisfazione, che permette di avvicinarsi molto a queste strane rocce e di vederne bene la composizione argillosa, con i ciottoli rotondi più in alto e l'erba verde a fare da cappello.

Una parte di questo sentiero di chiama "dell'acqua Zolfina", che la dice lunga sul tipo di acqua che sgorga da una sorgente che dà vita all'omonimo Fosso.
Naturalmente nel XIX° secolo  questa acqua era considerata curativa - era il periodo delle cure termali dopotutto - e molto utilizzata, soprattutto per la cura delle malattie della pelle e per i dolori reumatici.
Una passeggiata rilassante ed istruttiva, e dove non correrete il rischio di trovare la calca, perchè questo capolavoro della natura non è molto conosciuto.

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