domenica 5 maggio 2019

L'ORTO DE' PECCI A SIENA

Siena è una strana città; perchè nel pieno del suo centro storico riesce a conservare spazi verdi, che non sono i soliti giardini pubblici o parchi ricavati dal giardino di qualche villa padronale, come invece ne esistono un po' in tutte le città. No, in pieno centro storico ha degli spazi lasciati volutamente ad orti, dove si possono trovare ancora gli asinelli, le capre, i gatti che fanno la lotta fra di loro o si nascondono tra le canne palustri e soprattutto, l'unico esemplare al mondo di pavone modesto.

Un volatile che normalmente non chiede di meglio che farsi ammirare in tutta la sua bellezza mentre fa la ruota, il pavone. Lo sanno tutti.
Invece, a noi è capitato l'unico esemplare di pavone schivo e modesto, che anzichè pavoneggiarsi (appunto) in mezzo allo stradello, se ne è andato - seguito da due pavoncelle preoccupate della loro moralità - a fare la ruota in un campo in forte pendenza, molto fangoso e per noi onestamente inaccessibile.
Non si può più fare conto nemmeno sulla voglia di apparire di una pavone! Che tempi...
Questo strano spazio verde è a pochi metri dalla torre del Mangia, di là da dalla porta di Santa Maria della Giustizia.

Attraverso questa porta si traducevano i condannati a morte nel luogo in cui veniva effettuata la loro esecuzione, che avveniva per impiccagione.
Ma tralasciamo questo particolare macabro, che servo solo a darci un'idea di dove è collocato questo spazio, anche se in realtà i riferimenti macabri abbondano.
Fuori da questa porta il libero comune di Siena, aveva destinato la valle alla costruzione delle abitazioni di chi voleva stabilirsi in città alla fine del '200, che erano anni anni di sviluppo urbanistico tumultuoso.
Negli anni '20 del 300 qui sorgeva una piccola città, un centinaio di case, con tanto di mulino, fonte, strade, e un nome. Si chiamava Borgo di Santa Maria.
Poi nel 1348 arrivò la peste nera, che falcidiò l'Europa intera, e certo non risparmiò Siena, che perse oltre un terzo dei suoi abitanti.
Quando l'epidemia finì, il comune impose agli abitanti dei piccoli borghi nati intorno alla città,  di trasferirsi nelle case del centro, ed il piccolo borgo di Santa Maria si spopolò completamente.
Alla fine del '300 tutte le case furono abbattute, ed i terreni furono trasformati in orti. 
Da allora sono rimasti così, pur con alterne vicende di sfruttamento intensivo e di abbandono, finchè gli orti non sono stati affidati ad una cooperative che li utilizza per il reinserimento nella vita attiva degli ex ricoverati psichiatrici.
Oltre a questa meritoria funzione, l'orto svolge anche la funzione di parco, perchè è in un amena valle, con alberi, vialetti dove si può passeggiare con tranquillità e sicurezza.


L'orto ospita delle opere d'arte, ed un piacevole ristorante-pizzeria.


E, ultimo ma non per questo meno importante, un esperimento di orto medioevale, con le piante che si coltivavano in quell'epoca: mancano quindi i pomodori, che all'epoca non c'erano ma che noi siamo abituati a vedere in tutti gli orti; mancano le patate, anche quelle portate a noi dall'America, ma ci sono molte cipolle, piante officinali se ci si doveva curare qualche malanno, piante adatte per tingere i panni, che adesso non vengono coltivate più.
Insomma, un orto molto diverso da quello che potremmo coltivare noi adesso con le nostre conoscenze, e comunque molto interessante.

Mappa

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