lunedì 13 luglio 2020

IL PARADISO IN VALDIBRANA

Era una giornata di maggio a cui non mancava niente, nemmeno l'Anticiclone delle Azzorre...
Il lockdown era quasi finito, tanto che ci permetteva di approfittare di una così radiosa giornata viaggiando su due ruote, ancora verso quel Corbezzi (link) che ci aveva lasciato l'amaro in bocca, perchè il sottopasso della ferrovia, angusto e claustrofobico, non ci aveva ispirato di infilarci sotto con il nostro crossover; molto meglio tornarci con la moto.
Oltre il buio sottopasso, alcune belle villette, una magnifica vista e un invitante cartello in blu: Pistoia via Valdibrana.
La giornata era troppo bella ed il cartello troppo invitante perchè noi potessimo resistere oltre: appena il tempo di pensare che piccolo paradiso era quello, quando ci siamo trovati davanti una discesa che non aveva niente da invidiare a quelle della Via Vandelli . 
Pregando i nostri rispettivi angeli custodi che sorvegliassero al meglio i freni della nostra amata - ma ahimè - non troppo nuova motocicletta, siamo scesi in quello che ci è parso una frazione di secondo, sino ad una strada dalle apparenze molto più tranquille.
E ci siamo ritrovati in un paradiso ancora più bello di quello che avevamo lasciato.
Boschi che sembravano giardini, dai profumi inebrianti dei fiori selvatici e delle fioriture delle macchie.
Giardini che sembravano boschi, colmi di fiori sontuosi e profumatissimi, farfalle, villette che sembravano sbocciare dal suolo, un ameno e luccicante torrente che gorgogliava soddisfatto di trovarsi in un posto così bello. 
Una strada che rendeva soddisfatta anche la nostra moto, che ronfava felice dopo la discesa a rotta di collo a cui l'avevamo sottoposta, e che si snodava tra alberi ed uccellini che cantavano melodiosi.
Esageriamo? Forse, ma era una giornata di maggio a cui non mancava niente, nemmeno l'anticiclone delle Azzorre!
L'avevamo già detto? Meglio ribadire il concetto, chissà quando ricapita!
Comunque, ci siamo poi ritrovati in una amena piazzetta dove un candido santuario faceva bella mostra di sè, e qui la nostra tempra di turistiakmzero si è fatta sentire e ci siamo fermati per prendere notizie.
Dunque, come ci aveva promesso il cartello di Corbezzi, quella era Valdibrana, e quello era L'omonimo Santuario.
Questo Santuario sorge dove già dal XIV secolo sorgeva un piccolo oratorio dove veniva conservata una pietra, dove si diceva che la Madonna avesse poggiato il piede durate una apparizione. Nel 1563 accadde che una pastorella smarrì una delle pecore del padre, per conto del quale sorvegliava il gregge. Per cercarla fece notte, e anzichè tornare a casa rimase a dormire fuori con le pecore, ma nel corso della notte, una "Veneranda donna" le restituì la pecora smarrita.
Il giorno dopo tornò con il padre, che aveva avuto una visione in sogno, e sotto un prunaio trovarono un'immagine sacra. Mentre la tiravano fuori passò di lì un cieco che si prostrò davanti ad essa ed immediatamente ritrovò la vista.
Fu costruito ben presto un oratorio, ma la chiesa che vediamo oggi risale agli inizi del '900, ed il campanile è stato completamente rifatto nel 1937.
Naturalmente all'interno è conservato sia la pietra benedetta, che l'immagine miracolosa, ed il Santuario è molto frequentato specialmente nei mesi mariani di maggio e di ottobre.
Contigua è una bellissima costruzione moderna, il Centro Mariano di Valdibrana con grandi spazi, ampie vetrate, inserito in uno splendido ambiente di ulivi e nel panorama di cui già abbiamo detto meraviglie, e che ha sicuramente la funzione di riunire le persone per incontro e preghiera.
Ma in Valdibrana abbiamo trovato anche un'altra bellissima "stazione" della Porrettana.
E' la prima stazione dopo Pistoia, a cui è effettivamente molto vicina, e anche qui possiamo trovare le vestigia del binario di "salvamento" del quale esiste ancora l'imponente viadotto, molto ripido proprio perchè doveva servire a fermare un treno che scendeva troppo veloce da Bologna.
Rimane molto poco invece del binario di lanciamento, che invece era in leggera discesa e serviva per prendere l'abbrivio per la salita da affrontare per Bologna.
La stazione non è più attiva, nel senso che i treni non si fermano più e l'edificio della stazione è in parte adibito ad abitazione privata, anche se rimangono attivi altri fabbricati come magazzini.
La stazione è piuttosto lontana dal paese, ma immaginiamo che, quando fu inaugurata nel 1882 (con la denominazione "Stazione di Vaioni"), dovendo scegliere tra fare la stazione vicino la paese oppure vicino alla ferrovia  abbiano scelto come più opportuna quest'ultima soluzione.😊



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