martedì 16 dicembre 2014

IL PALAZZO TE A MANTOVA

Possiamo confessarlo: quando abbiamo pensato di andare a Mantova a vedere il Palazzo Te, credevamo di trovare un palazzo in stile giapponese, con tanto di fiori di mandorlo e giardino zen.
Poi abbiamo capito che il te, quello che si beve, non c'entrava niente. 
Il nome deriva da quello dell'isola su cui era costruito, e che si chiamava Teeieto, poi con il tempo abbreviato in  Te. Una delle ipotesi sul nome (quella che ci è piaciuta di più...) deriva  da tiglieto, albero di cui la piccola e  verdeggiante isola era assai ricca.
Infatti, Mantova - incantevole cittadina di cui raccomandiamo vivamente la visita - sorgeva su un'isola, circondata da quattro laghetti formati da fiume Mincio. Poi uno di questi laghi è stato bonificato, e da allora la città è una penisola, affacciata sui tre laghi superstiti. 
L'isola Te era collegata alla terraferma da un ponte, e qui i Gonzaga trascorrevano l'estate.
Se vi chiedete dove passavano l'inverno, sappiate che lo trascorrevano al palazzo Ducale, nel centro storico di Mantova, a non più di cinque chilometri di distanza.
Il palazzo come lo vediamo ora, destinato agli ozi ed agli agi del Principe, come costume del rinascimento, è stato costruito tra il 1524 - anno in cui l'architetto Giulio Romano si recò a Mantova - ed il 1534, su commissione di Federico II Gonzaga, in un luogo in cui sorgevano le scuderie dei loro amatissimi e pregiatissimi cavalli.
 Il binomio cavalli-Gonzaga è noto, tanto che nel palazzo esiste una splendida sala tutta affrescata con i ritratti di  alcuni cavalli del principe, dei quali quattro hanno persino il nome indicato: Morel Favorito, Battaglia, Dario e Glorioso.
In verità ogni stanza, ogni loggia, ogni spazio esterno ha la sua funzione specifica, ed è decorato di conseguenza.
Sarebbe impossibile per noi,  parlare di ogni singola stanza: per questo c'è il sito istituzionale del palazzo.
Oltre alla sala dei cavalli ci ha colpito la famosissima camera dei giganti, un'esperimento mai tentato prima -  e riproposto poi in seguito solo secoli dopo - in cui la conformazione della stanza è molto particolare.
Priva di spigoli, la sua decorazione  esce dai canoni normali - vorremmo dire dell'epoca, ma non solo (un soffitto, quattro pareti e un pavimento) - per permettere a chi entra di trovarsi al centro dell'episodio narrato.
L'episodio riguarda la distruzione dei Giganti, che volevano sostituirsi agli Dei, da parte di Zeus.
Vi ricordate, nei Luna Park anni '70, quelle cupole di plastica in cui si entrava per vedere una specie di cinema tridimensionale, dove il film veniva proiettato su tutta la cupola a 360°?
Ecco, una cosa de genere: solo che in origine anche il pavimento faceva parte della storia!!
Adesso purtroppo le decorazioni del pavimento sono andate perdute.
E poi a noi è piaciuto particolarmente l'esterno, con i suoi spazi, i suoi cortili interni, le vasche d'acqua popolate di pesci,  ed il grandioso emiciclo dell'esedra, che confina con un parco pubblico molto frequentato e vivace.
Incantevole ci è parso anche l'appartamento del Giardino Segreto, un luogo intimo e riservato, fatto fare sull'esempio del Giardino Segreto fatto fare dalla madre del Principe, Isabella D'Este, a palazzo Ducale: un piccolo appartamento, con una loggia e un giardino,

il tutto non visibile dal palazzo principale, e a cui si accede da un'anonima porticina, vicina al colonnato.
Nel palazzo Te, sono radunate anche alcune bellissime collezioni, che ne fanno anche un museo civico.
Confessiamo che l'arte mesopotamica non ci appassiona particolarmente: però l'ambientazione era veramente splendida, curatissima e molto efficace, con una disposizione ed illuminazione delle opere esposte veramente considerevole!

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