domenica 3 maggio 2015

"LE PAROLE D'ORO" E L'ACQUEDOTTO NOTTOLINI A LUCCA

Chiunque, percorrendo la A11 vicino prima di arrivare all'uscita di Lucca Est, nota questo acquedotto ed è palese che non si tratta di un acquedotto romano.
L'autostrada lo attraversa, e per permettere questo nel 1928, alla costruzione del tracciato originale, una delle arcate dell'acquedotto fu abbattuto per permetterne il passaggio.
Tuttavia l'acquedotto continuò la sua funzione, perchè tramite una complicata conduttura, il servizio non fu interrotto.
Era invece inutilizzato nel 1962, quando la A11 fu raddoppiata e si rese necessario abbattere altre cinque arcate.

E fin qui abbiamo parlato della cosa che si vede dall'autostrada, quindi senza preoccuparsi di fare la minima deviazione per vedere qualcosa di nuovo.
Ma noi mica ci fermiamo qua...
Intanto abbiamo preso qualche informazione.
Si tratta dell'Acquedotto conosciuto come Nottolini, dal nome dell'architetto che lo ha ideato in epoca Napoleonica, riprendendo un'idea che già era stata elaborata da altri architetti prima di lui, già a partire dal 1732.
Infatti l'acqua dei pozzi, a Lucca, non era di buona qualità, e spesso portava a epidemie.
Bisognava provvedere ad acqua pura e sana ad uso de popolo - perchè le famiglie abbienti già se la facevano portare in cisterne dalle colline - e il progetto si concretizzò quando al governo della città c'era Elisa Baciocchi, nel 1812.
Purtroppo, a causa della caduta di Napoleone  - e di tutti i suoi fiduciari messi qua e là a governare in nome e per conto suo - i lavori furono sospesi nel 1814, e rimasero fermi sino al 1822, quando furono ripresi da Maria Luisa di Borbone, duchessa di Lucca. Nel 1832 l'acquedotto era già in parte attivo, ma i lavori si conclusero solo nel 1851.
La particolarità di questo acquedotto è che approvvigiona acqua da bere e acqua per usi non potabili, provenienti da fonti diverse.
L'acqua più  pura proveniva da delle polle sui monti di Guamo, mentre quella ad uso comune, dalla Serra Vespaiata, dove confluivano due piccoli rii.
Ecco, diamo qualche notizia di questa Serra Vespaiata, perchè è un posto veramente notevole.
Sarà perchè ci siamo stati in una bella mattina di primavera... erba verde; fiori bianchi, e gialli, e viola; cani e bambini che correvano, inebriati dall'aria fresca e pulita.
La cascatella artificiale scendeva silenziosa, i muri erano coperti di antico muschio: ai lati due antiche scale intagliate nella pietra , il rio scendeva gorgogliando delicatamente, passando sotto un ponte di pietra scura dove spiccava una scritta il latino,  brillante al sole come oro.
Ovviamente era ottone, ma si è mantenuto pulito e integro per tutto questo tempo, e la scritta - niente di più che la celebrazione dell'opera realizzata - ha dato il poetico  nome alla località: le parole d'oro.

Tra l'erba verde e soffice, sorgono ancora alcuni edifici di servizio all'acquedotto e che, a differenza del ponte e della cascata, sono in stato di abbandono.
Ma sono così ben integrati nell'insieme, ed il luogo così ben frequentato da famiglie, che ci ha lasciato incantati, riguardo alla fruizione di un luogo di archeologia industriale come è questo.
Vorremmo, noi che siamo appassionati di questo particolare tipo di archeologia, che dovunque gli antichi ( o sarebbe meglio dire semplicemente "vecchi") opifici venissero riutilizzati in tale modo.
Certo, non tutti i luoghi hanno questo soave aspetto: quell'insieme di cose che solo la zona intorno a Lucca possiede, e delle quali non sappiamo raccontare.
Forse è la particolare architettura delle case - intonaco e pietra, colori vivaci e grate di mattoni - o la disposizione degli orti, degli alberi e l'abbondanza d'acqua.
Non lo sappiamo dire...noi veniamo da una Toscana diversa.
Però lo sguardo spazia e tu poi solo dire: sono a Lucca!
Ma sarà meglio chiudere questo intervallo lirico e tornare al nostro acquedotto...
Dalla serra Vespaiata, seguendola la traccia delle antiche tubature in mattoni - e che si è trasformata con il tempo in una graziosa via pedonale - si giunge al tempietto/cisterna di Guamo.

Qui l'acqua veniva ulteriormente filtrata e proseguiva giù per i 3250 metri dell'aquedotto vero e proprio, sostenuto da 460 archi (compresi i 6 abbattuti per il passaggio dell'A11) sino ad un tempietto simile - ma più grande e imponente, in pietra verrucana e stile neoclassico -  che fungeva da partitoio per i vari  utilizzi cittadini.
E' situato proprio sul retro della Stazione Centrale di Lucca, in località San Concordio, e purtroppo è in pessime condizioni.

E' completamente sostenuto da una intelaiatura di tubi innocenti, e dalle porte scardinate si intravede lo sfascio dell'interno.
Persino la scritta in ottone dorato - simile a quella della Serra Vespaiata - è annerita e rovinata.
Lucca, che tanto ha fatto per riqualificare il suo centro storico e le sue immediate adiacenze, dovrebbe dedicare un po' di risorse anche per questo bellissimo monumento.
L'acquedotto vero e proprio,  cioè le 460 arcate, non è in cattive condizioni, anche se in alcune parti ci sono strutture di sostegno alle stesse.
E' anche ben  integrato nel parco fluviale del Serchio, e si può fare una bella passeggiata costeggiandone il percorso.

Mappa



1 commento:

  1. Mi potete contattare tramite email daniele.santini78@gmail.com ! Grazie !

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