domenica 10 gennaio 2016

CASCINA: TUTTA UN'ALTRA STORIA

Che Cascina  (si pronuncia Càscina, e lo scriviamo così una volta sola) sia un insediamento romano, anche un cieco lo vedrebbe dalla sua disposizione ortogonale, tipica dei castrum romani.
Del resto i nomi derivanti dalle centuriazioni romane (che quindi finiscono in -ano e -ana) qui non mancano:  Misigliano, Laiano, Titignano e Bibbiano, tanto per fare degli esempi.
A differenza di molti luoghi, di cui si parla nei testi scritti non prima dell'anno mille, Cascina è menzionata nelle antiche pergamene già dal 750.
Certo, il suo nome potrebbe benissimo derivare da cascina, senza accento, intesa come casa di campagna, ma potrebbe derivare anche da Cassenius, che è un nome di persona: quindi il podere di Cassenius.
Ma sono solo ipotesi.
Qui c'era anche un torrente che si chiamava Càscina,  (ripetizione voluta...) e il nome della cittadina potrebbe derivare anche dal suo fiume. Che adesso non esiste più, interrato e disperso. Certo, doveva trattarsi di un fiume da poco se ha fatto questa fine ingloriosa.
Quello che colpisce di Cascina sono i suoi portici.

Sul castrum infatti, si affacciano tutti porticati, cosa questa che in Toscana è più unica che rara.
Volendo fare un'ipotesi molto fantasiosa, si potrebbe ipotizzare che la cascina fosse organizzata come quelle padane, che hanno portici rivolti verso l'interno, per il ricovero di mezzi agricoli e animali.
Ma è molto più probabile che l'utilizzo dei portici fosse militare.
Non mancano le belle architetture: notevole è l'antichissima Pieve di Santa Maria, nella pietra verrucana intarsiata,  tipica del romanico pisano. Più recente invece è il suo campanile.

Nell'anno 1385 fu terminata la costruzione di alte mura - che le davano la forma quadrata di un forte -  dopo che nel 1295 la sua torre era stata abbattuta dai lucchesi e dopo che negli anni successivi era stata saccheggiata, derubata e conquistata, nelle ripetute guerre tra lucchesi e pisani, tra fiorentini e lucchesi e tra pisani e fiorentini.
Proprio ad una decisiva battaglia tra questi ultimi, si deve la fama di Cascina.
Infatti la battaglia che si tenne alla fine di luglio del 1364 fu immortalata nientemeno che da Michelangelo - che però aveva completato solo i disegni preparatori: evidentemente la commessa non andò poi a buon fine - e da Giorgio Vasari. Il suo dipinto ha avuto maggior fortuna e adesso è esposto a Palazzo vecchio a Firenze. forse perchè chi vinse la storica battaglia furono proprio i fiorentini.
E quindi il dominio di Cascina, situata proprio sulla strada che da Pisa portava a Firenze - adesso di chiama SS67 tosco-romagnola- passò da Pisa a Firenze (ma i cascinesi, per Firenze non hanno mai avuto simpatia).
Le mura di Cascina, realizzate in pietra verrucana e in laterizio,  hanno superato quasi  indenni i secoli e la seconda guerra mondiale, per essere poi abbattute dai sui abitanti stessi, nel secondo dopoguerra per "dare aria" al borgo.
Adesso si griderebbe allo scandalo, ma alla fine degli anni '40 del secolo scorso la cosa sembrava assolutamente logica e costruttiva.
Adesso ne sono rimaste solo alcuni tratti, preservate evidentemente per farne ammirare la passata grandezza.

Del resto negli anni successivi la città ebbe un grandissimo sviluppo industriale, legato all'industria del mobile.  Infatti l'arte in cui gli abitanti di Cascina erano maggiormente versati era proprio la lavorazione del legno.
L'industria del mobile ha seguito il suo corso, sino ad avere perso molta della sua importanza nell'economia generale della zona.
Rimane però l'abilità nella lavorazione del legno, che ha fatto sì che si creassero delle industrie di nicchia, ma di livello altissimo, che realizzano i lussuosi interni in legno di gran parte degli yacht che solcano i sette mari.

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