Ci piacerebbe partire da questo splendido monumento, per fare un discorso un po' più ampio, che riguarda gli sferisteri in generali - ce ne sono ancora alcuni in giro - e l'evoluzione dei giochi di palla sino ai giorni nostri.
Sferisterio, in generale, è l'impianto sportivo dedicato ai giochi con il pallone. Ovvio che qui il calcio - gioco con il pallone per antonomasia, ma solo dagli anni '30 del XX secolo in poi - non c'entra niente.
Le dimensioni sono circa 18 metri per 90, e in queste misure ci fanno rientrare sia la palla al bracciale che il pallone elastico. Anche la Pelota Basca, gioco esotico di cui un po' tutti abbiamo sentito parlare, si gioca negli sferisteri.
Nel XIX secolo in Italia gli sferisteri erano molti: ne esiste ancora uno funzionante a Firenze, alle Cascine.
I Giocatori di palla al bracciale - che era il gioco più diffuso in Italia centro-settentrionale - erano dei veri divi, pagati come i più famosi giocatori di calcio del momento.
La palla al Bracciale era una specie di tennis ante-litteram, che però ricorda un po' anche il baseball, o meglio, il suo diretto antenato inglese, il gioco del cricket.
In sostanza, due squadre, in genere composte di tre giocatori , detti battitore, spalla e terzino - e di un muro di appoggio - si lanciano una palla di peso variabile a seconda del luogo e delle usanze, che viene respinta con un bracciale in legno di noce, che ha all'esterno delle punte smussate che servono a dare l'angolazione. I punteggi si contano proprio come quelli del tennis : 15 - 30 - 40 - 50.
Questo è un riassunto stringatissimo, perchè le variabili sono infinite: con cordino (cioè con la rete) oppure senza, con muro di appoggio oppure senza, in tre oppure in quattro, con palla pesante o leggera.
Forse è stata proprio questa mancata unificazione delle regole che ha permesso che giochi di palla di stile anglosassone, come il tennis o il calcio, che invece avevano regole definite e unificate, abbiano finito per soppiantare completamente questo gioco che è stato giocato in tutta europa per centinaia di anni, e che ora - pur essendo ancora giocato - è relegato quasi a manifestazione folcloristica.
Siamo rimasti impressionati dalla passione e dalla competenza della guida di Macerata, che ci ha aperto un mondo che, in tutta onestà, non conoscevamo affatto, e dobbiamo a lui se abbiamo scoperto di avere vicinissimo un impianto ancora funzionante - quello delle Cascine, appunto.
A Firenze, la palla al bracciale era così popolare che esistevano addirittura due impianti, uno dei quali è stato abbattuto dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Negli Sferisteri, venivano organizzate anche manifestazioni di Tauromachia - cioè la lotta tra un bovino, non necessariamente un toro, e un altro soggetto: altro bovino, cani, persone umane: quest'ultima ipotesi si chiama"corrida" - che, sembra impossibile, erano abbastanza comuni in Italia, specie nel periodo carnevalesco. Gli "Spettacoli Taurini" vengono definitivamente soppressi in Italia con regio decreto, nel maggio del 1940.
Ma torniamo allo Sferisterio di Macerata, che ha una storia molto particolare.
La sua costruzione fu iniziata nel 1819 per iniziativa di 100 famiglie nobili del circondario, per motivi filantropici. Infatti in quel momento l'agricoltura stagnava e c'era molta disoccupazione e povertà. Allo scopo di impiegare delle maestranze, decisero di costruire questo impianto, che avrebbe poi ospitato gli incontri di palla al bracciale, che erano molto popolari, e come in quasi tutti i paesi d'Italia, venivano spesso giocati presso le antiche mura medioevali, che servivano da muro di appoggio.
Si tratta di un impianto monumentale, che al suo interno ha 100 palchi, per permettere alle famose 100 famiglie, di assistere con il massimo dell'agio allo spettacolo sportivo.
Fu inaugurato nel 1829, ed è stato realizzato da un architetto allora solo ventottenne, Ireneo Aleardi. E poi dicono che ci siamo evoluti: ma quando mai, al giorno d'oggi, si affiderebbe un'opera pubblica di tanto prestigio ad un ragazzo così giovane?!
In questo impianto, che all'epoca poteva contenere al completo tutta la popolazione della città di Macerata, è venuto anche Giacomo Leopardi, che infatti ha persino dedicato un'ode "A un giocatore nel pallone" all'idolo della masse del tempo, Carlo Didimi che prendeva la bella cifra di 600 scudi a partita, quando un insegnante a quei tempi non guadagnava più di 60 scudi l'anno. La proporzione è proprio quella con i calciatori di adesso. Il mondo non cambia mai!!
Nel 1920 fu restaurato e adattato ad ospitare spettacoli di lirica, all'epoca altrettanto popolari, sempre per volontà della Società Cittadina, ente morale guidato dal conte Pieralberto Conti.
Come teatro lirico, fu inaugurato nel 1921 con una storica rappresentazione dell'Aida: andò tanto a buon fine che il conte si sposò la cantante protagonista, Francisca Solari. Poi il clima politico cambiò, ci fu una rappresentazione della "Gioconda" boicottata dai fascisti che la ritenevano sovversiva, e il celebre concerto di Beniamino Gigli - recanatese - nel 1927.
Dopo di allora, tra la guerra e le difficoltà della ricostruzione, l'impianto ha ricominciato a funzionare regolarmente come teatro lirico, nel 1967: da allora la rassegna lirica estiva è diventata un "festival" stabile. Storica la famosa "Traviata degli specchi", risalente al 1992, dove Josef Svoboda - insigne scenografo - aveva creato delle scenografie sul pavimento del palco, che venivano fatte vedete al pubblico tramite uno specchio posto a 45° rispetto al pavimento stesso, per cui i cantanti, che sembravano muoversi nella scenografia, in realtà la calpestavano!
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