Lo scopo di questo modesto blog è quello di visitare luoghi poco conosciuti, oppure di vedere luoghi noti sotto una prospettiva diversa.
Quando si parla di luoghi noti, Viareggio è più di un luogo di villeggiatura.
Chiunque viva a Prato o Firenze, la conosce quasi come la sua città, perchè - presto o tardi - ci ha passato le ferie o c'è andato per il carnevale, o anche solo per fare una passeggiata sul lungomare in una domenica di primavera.
Ma a noi questa Viareggio turistica non interessa.
A noi interessa la sua storia, ed alcune caratteristiche:
Questa tratto di costa, in epoca Medioevale, era l'unico sbocco sul mare della Repubblica di Lucca, e per tenere d'occhio le coste fu costruita una torre.
Per andare a questa torre, da Lucca, c'era da percorrere una "via regia" (l'attuale via di Montramito). Un lavoro di ingegneria notevole per l'epoca, perchè il fondo era composto di paludi di sabbia, e quindi non c'erano nemmeno pietre nelle vicinanze.
Se "via regia" vi dice qualcosa, complimenti. Siete sulla buona strada.
Sappiamo che a quell'epoca le coste avanzavano, e presto la torre costruita dai lucchesi divenne troppo lontana dalla riva del mare.
In epoca rinascimentale fu costruita quindi questa torre, che è chiamata "Torre Matilda", perchè si pensava che fosse stata costruita da Matilde di Canossa.
Ovviamente non è vero, ma il suo aspetto è molto medioevale, perchè è stata costruita smontando i resti del vecchio castello sulla via regia, che invece risaliva al 1172.
La zona paludosa che circondava Viareggio fu bonificata solo nei primi anni del XVIII secolo, aiutata dalla piantumazione della grandiosa pineta, voluta dal nostro beneamato Granduca intorno al 1750, e che serviva come riparo dai forti venti.
Ma fu tra fine del XIX secolo e l'inizio del XX che Viareggio comincia a diventare "la perla del Tirreno" (anche se geograficamente, quello davanti alla costa è Mar Ligure).
E si sviluppa architettonicamente secondo gli stili dell'epoca: Liberty ed Eclettico.
Diciamo due parole su questi stili:
Lo stile Liberty si chiama così solo in Italia, se si vuole fare una bella figura bisogna parlare di Art Noveau; il nome italiano deriva dai magazzini Arthur Liberty di Londra, che esponevano mobili ed oggetti nello stile floreale.
Il nome si è quindi formato, per una trasposizione di un modo di dire.
Parlare dell'Eclettico è più difficile, perchè ci porta a quella che era l'architettura nell'Ottocento, dove ognuno costruiva quello che gli pareva, come e dove riteneva opportuno. Quindi costruivano in stile neoclassico, neogotico, neo-medioevale, neo-rinascimentale, eccetera eccetera.
Tutta questa miscellanea di stili, accostata insieme, dà' lo stile Eclettico.
Questo stile esiste ancora, ed è usato nell'arredamento degli interni, mescolando tanti elementi diversi tra di loro.
A Viareggio esistono molti esempi di questi stili, i più famosi dei quali sono concentrati sul Viale Regina Margherita , cioè sul lungomare.
Il più caratteristico è il Gran Caffè Margherita
ma anche il negozio di Duilio 48
oppure il Bagno Balena
tanto per citarne qualcuno: ma percorrere il lungomare avendo presente questa chiave di lettura può portare a delle sorprese.
Ma gli edifici in stile Liberty sono molti anche nell'interno, anche in quella parte della città dove Viareggio perde la sua apparenza di città di villeggiatura, dove ci sono negozi di ortolano, ferramenta, parrucchieri di seconda categoria, bar poco appariscenti, trattorie dove vanno a mangiare i viareggini.
Insomma, la città vera, quella che vive e lavora tutti giorni, anche in inverno, anche quando piove.
Un'altra particolarità di Viareggio sono i suoi marciapiedi, quelli con le caratteristiche mattonelle di cemento con decorazione simmetrica impressa, e che si chiamano proprio mattonella Viareggio.
Già proprio quelle che abbiamo visto migliaia di volte, limitandoci a calpestarle, senza chiederci nulla in proposito!
Sempre in argomento di Liberty, e sempre a proposito della città con le sue esigenze normali, vi proponiamo una visita al Cimitero della Misericordia di Viareggio, che è molto bello e particolare.
Prima di tutto le tombe sono enormi, interrate in dei terrapieni, molto diverse da quelle alle quali siamo abituati qui tra Prato e Firenze.
Non parliamo poi delle tombe verticali (i "forni", per capirsi) dove, dalle dimensioni delle lapidi, sembra che i feretri siano messi per largo, anzichè per lungo nello spessore del muro.
Certo, si tratta di tombe di grandi famiglie: esistono anche i "forni" di dimensioni piccole e piccolissime, dove sono sepolte persone di modesta estrazione sociale.
E poi c'è il viale delle Cappelle Gentilizie - si chiama proprio così - dove ci sono le cappelle delle famiglie, alcune di stile e costruzione recente, altre più antiche.
Ci ha molto colpito una spettacolare cappella in marmo, alta almeno sei metri, una specie di arca dei forti, con statue, colonne, incisioni.
Gli ultimi componenti della famiglia non erano stati sepolti da moltissimo: l'ultima data era il 1989.
Il pavimento intorno era sconnesso, pieno di erbacce, le tombe senza un fiore, in alcuni punti c'erano persino le transenne per impedire che qualcuno potesse farsi male inciampando.
Sulle tombe che avevamo visto sino a quel momento, una frase si ripeteva spesso "sarai sempre con noi" oppure "il tuo ricordo sarà sempre con noi".
Ma che succede quando quel "noi" non c'è più, quando più nessuno può venire a portarti un fiore, o a dire una preghiera?
A che cosa sarà servito spendere milioni per quell'imponente monumento funebre, adesso che non è rimasto più nessuno della tua famiglia?
Questo pensiero ci ha rattristato molto, e per dare una risposta a questo dubbio, abbiamo cercato una tomba famosa, quella della famiglia Barsanti-Beretta.
E' originale sin dal materiale: anzichè marmi e colonne, una semplice edicola di metallo verniciato, tipica della fine del XIX secolo, ed in perfetto stile Liberty: infatti è datata 1895.
Seduta su uno scalino di marmo, una bimba ricciuta dall'aria triste, aspetta la mamma morta, che riposa alle sue spalle.
E' detta la bimba che aspetta, ed è un personaggio ben conosciuto in questo cimitero, e forse il liberty più bello che abbiamo visto.
Mappa
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