Quello di avere un pezzo di territorio amministrativamente estraneo nel corpo di un altro stato o di un altro comune, e' cosa più frequente di quel che non si creda.
Un esempio che conosciamo tutti è Campione d'Italia, una città italiana completamente in territorio svizzero.
Questo concetto si chiama "exclave" se visto dal punto di vista di chi ha il territorio al di fuori dei suoi confini geografici (nel nostro esempio: per l'Italia è una exclave) oppure "enclave" se visto dal punto di vista di chi ha un territorio straniero all'interno del proprio (nel nostro esempio: per la Svizzera è una enclave).
In Italia abbiamo due enclave: la Repubblica di San Marino e lo Stato del Vaticano.
Più modestamente, come si era detto, questo stesso concetto può accadere anche tra comuni e province.
In questo caso si chiamano Isole Amministrative.
Se per esempio avete visto la cartina amministrativa della Toscana, ricorderete che in alto a destra c'è una macchiolina.
Quella macchiolina è un'isola amministrativa composta dalle frazioni di Santa Sofia Marecchia, Ca' Raffaello e Monterotondo. Sono exclave del comune di Rocca Tedalda (AR) in territorio Romagnolo.
Residuo - probabilmente - di quella Romagna Toscana confluita nel 1923 nella provincia di Forlì, dopo essere stata fiorentina per secoli.
Ma la provincia di Arezzo ha un'altra isola amministrativa, proprio nel cuore di Firenze, in via di Ripoli al numero civico 51.
E che c'è a questo indirizzo così preciso?
Un triangolo di giardinetto, con una colonna spezzata, circondato da una cancellata anni '20; ed infatti proprio a quel periodo risale sia il monumento che la cancellata.
Il monumento è simbolico e si riferisce alle vite spezzate dei soldati aretini, che vennero fatti prigionieri durante la sanguinosa battaglia di Campaldino, nel 1289.
Come sanno anche i bambini delle elementari, la battaglia fu vinta dai fiorentini, che all'epoca non erano certo teneri con i prigionieri di guerra.
Del resto la Convezione di Ginevra non esisteva ancora (forse non esisteva nemmeno Ginevra...) per cui delle migliaia di prigionieri, chi non riuscì a scappare, o non aveva denaro per corrompere le guardie, morì di stenti nelle carceri fiorentine.
Furono tutti sepolti in un fossa comune proprio qui, in quella che poi è diventata via di Ripoli 51, e che proprio per le cure che gli aretini si prendevano di quella tomba, è diventata poi parte del comune di Arezzo.
Nel 1921 fu costruito il monumento, che presenta alla sua base una lirica del poeta aretino Isidoro Del Lungo (che vi risparmiamo: gronda retorica da ogni parola)
e da allora ogni 11 giugno viene fatta una commemorazione della battaglia da parte dei comuni di Firenze e di Arezzo e posta una corona di fiori a ricordo di quei poveri morti.
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