Non è uno dei soliti posti strani e poco conosciuti.
La Valdelsa è un posto ben noto, e di cui si conoscono gran parte delle bellezze.
Forse perchè ci è vicina - e anche perchè l'amiamo in modo particolare - vogliamo provare a parlarne un po' anche noi.
La Valdelsa è la valle dove scorre il fiume Elsa. Ovvio, no?!
Beh, non così tanto, perchè questo bel fiumotto lungo 63 km e che nasce nel comune di Sovicille, nella Montagnola Senese (di cui ci occuperemo in un post a parte) e sfocia poi nell'Arno tra Marcignana (Empoli) e Isola di San Miniato, forma una valle estremamente ampia, dai rilievi bassi e tondeggianti e dal respiro ampio. Sembra più una pianura ondulata che la valle di un fiume.
Questo suo aspetto "easy", l'aveva resa popolarissima nel Medioevo, tanto è vero che era una delle varianti della via Francigena maggiormente trafficate. Qui non c'erano boschi fitti e valli oscure dove potevano nascondersi briganti o bestie feroci. Qui la presenza dell'uomo c'è sempre stata, fin da epoca pre-romana, e poi nel Medioevo è stato tutto un fiorire di Borghi e Castelli.
Nonostante l'uomo moderno abbia fatto veramente di TUTTO per rovinare questa gentile versione del Paradiso terreste - zone industriali a ripetizione, casermoni popolari stile sovietico, varianti bis, ter e quater della S.S. 429 - non è riuscito a rovinarla.
Magia della Natura, che riesce a vincerti di cortesia!
Dunque, due parole sull'Elsa.
Tradizionalmente la parte iniziale si chiama Elsa Morta. Questo perchè non ha una vera e propria fonte, ma viene alimentato quasi esclusivamente da acque piovane, e via via da alcune piccole fonti, di cui la maggiore è quella detta delle Caldane, fonti di acqua tiepida nel comune di Colle Val d'Elsa. Nei pressi di Gracciano comincia a ricevere fonti importanti, e nel suo corso si gettano innumerevoli affluenti, quali lo Staggia, il Foci, l'Avane, lo Zambra - solo per citarne alcuni. Dopo avere attraversato il centro di Ponte a Elsa - frazione contemporaneamente dei comuni di Empoli e San Miniato (è divisa in due proprio dal fiume Elsa, tra la provincia di Firenze e quella di Pisa) si getta nell'Arno.
Dunque, la Valdelsa invece è divisa amministrativamente tra la provincia di Siena (Alta Valdelsa, di cui il capoluogo è Poggibonsi) e quella di Firenze (Bassa Valdelsa, di cui il capoluogo è Empoli anche se geograficamente la città di Empoli non appartiene alla Valdelsa ma alla Valdarno).
Ma parliamo dei Borghi che si trovano sul suo corso.
Delle particolrità di Ponte a Elsa abbiamo già parlato.
Percorrendo la Strada Statale 429, che segue il corso dell'Elsa, ed è la principale arteria che attraversa la valle, retaggio dell'antica via Francigena di cui ripercorre fedelmente il percorso principale, troviamo - dopo una piccola frazione di Empoli, Fontanella Sant'Andrea - il paese di Castelfiorentino.
In questo luogo, già dall'epoca romana esisteva un borgo chiamato Timignano. Essendo in una zona di confine con Siena, rimase coinvolto in tutte le lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra Siena e la Repubblica Fiorentina che, compiaciuta della fedeltà del Borgo, concesse il privilegio del nome - che ingloba quello di Firenze - e del Gonfalone con il giglio rosso.
Proprio a Castello, come è comunemente conosciuto in zona, nel 1260 si firmo' la pace relativa alla battaglia di Montaperti, combattuta tra Siena e Firenze.
Alla sommità del poggio, troviamo l'antica chiesa dei Santi Biagio e Ippolito,
costruita intorno al 1195, in laterizio e con una bifora sulla sommità dell'entrata - caratteristica di molte chiese valdelsane - nei cui pressi ci sono i resti della prima cinta di mura della città.
Proseguendo ancora sulla SS 429 troviamo Certaldo, che ha dato i natali a Giovanni Boccaccio.
Il paese attraversato dalla statale è grazioso, ma non ha particolari caratteristiche, a parte una viabilità piuttosto complessa.
La parte alta invece, è ancora completamente ed autenticamente medioevale e si può raggiungere tramite una strada - all'interno sono ammesse solo le auto dei residenti - ma anche con una piccola funivia.
Di Certaldo si hanno notizie sin dall'epoca etrusca, e sembra ormai certo che sorgesse esattamente dove adesso sorge il paese medioevale. Alcuni edifici, come il mastio sono di origini longobarde, ma viene menzionato per la prima volta nel 1164, come proprietà dei Conti Alberti di Prato - gente litigiosa - che perde Certaldo, insieme ad altre proprietà della Valdesa intorno al 1184. Nel 1198 fu occupato dalla repubblica Fiorentina e utilizzato in modo da poter isolare la vicina Semifonte, rimasta agli Alberti e che poi fu rasa al suolo dai fiorentini stessi. Anche loro non scherzavano, eh?
Proprio da questa occupazione è nata la particolarità di Certaldo: essendo stata occupata dai Fiorentini non si è mai evoluta in libero comune, come invece hanno fatto le altre località in zona.
Ma il fatto di raccogliere molti abitanti fuggiti dalla distruzione di Semifonte, e di avere la Francigena proprio ai piedi ne favorì lo sviluppo ed il benessere. E' stata saccheggiata un paio di volte dai senesi , dopo la battaglia di Montaperti nel 1260 e successivamente nel 1479. Le battaglie per giustificare un saccheggio a quei tempi non mancavano.
In epoca Medicea era un borgo rurale e nient'altro, solo in epoca Lorenese comincia a svilupparsi il borgo basso, che acquista maggiore importanza rispetto a quello medioevale quando la propositura viene spostata dalla chiesa dei SS Tommaso e Prospero a quella di S. Andrea del Borgo. Quando poi viene completata la linea ferroviaria Empoli-Siena nel 1849 il Borgo basso si sviluppa ulteriormente e anche la sede comunale vi viene spostata.
Il fatto di essere stato quasi abbandonato non è stato un fatto completamente negativo per Certaldo alta, che ha avuto così modo di conservare assolutamente intatto il suo aspetto medioevale, privo di una grande piazza centrale , e con solo la grande via che conduce al palazzo dei vicari.
Ah.. il nome! Certaldo deriva da Cerretus Altus - un grande bosco di cerri su una collina, quindi.
Continuando ancora per la SS 429, troviamo Poggibonsi, già in provincia di Siena.
Le sue origini risalgono addirittura all'epoca preistorica, ma il suo maggior sviluppo lo ha tovato tra il X e l'XI secolo, sempre a causa della via Francigena. Anticamente Poggibonsi si chiamava Marturi (di derivazione etrusca per Marte) ma il nome attuale deriva dal Poggiobonizio , da Bonizio Segni, signore del luogo che intorno al 1055 iniziò la costruzione, sul poggio sovrastante, di una città che divenne talmente importante nell'area ghibellina, da diventare "città imperiale". Ebbe tuttavia una vita assai breve, solo 115 anni perchè già nel 1270, nell'ambito delle annose guerre tra Siena e Firenze, fu completamente distrutta. I Fiorentini costrinsero il popolo a lasciare il borgo di Poggiobonizio e ad andare a vivere nell'ancora esistente borgo di Marturi.
Dopo quella data, Marturi ereditò il nome di Poggiobonizio, che con tempo è diventato Poggibonsi.
Tuttavia ci fu un tentativo, intorno al 1313, di rinnovare gli antichi fasti: l'imperatore Arrigo VII del Lussemburgo tentò di riedificare il borgo chiamandolo "Poggio Imperiale" ma morì prima di aver concluso l'opera.
Lorenzo il Magnifico aveva tentato di continuare l'opera affidando la costruzione della Fortezza a Giuliano da Sangallo. Tuttavia i bastioni - che non sono mai serviti a nient'altro che a scopi agricoli a causa del definitivo assoggettamento di Siena a Firenze (che di fatto li ha resi inutili) - esistono tutt'ora e sono veramente imponenti.
In epoca Lorenese la città acquistò una discreta importanza per la produzione ed il commercio del vino.
Durante la seconda guerra mondiale, fu quasi distrutta dai bombardamenti.
Continuiamo il nostro viaggio verso le fonti dell'Elsa e troviamo Colle Val d'Elsa.
Come tutti quelli che abbiamo trovato finora, ha un Borgo antico sulla collina e uno moderno in pianura.
Il Borgo alto è a dir poco incantevole, con le strade su tre livelli: quella che porta alla piazza principale, una piccola deliziosa strada con alte e antiche mura e una strada intermedia - tutta sotto delle antiche volte . che permette di fare una fresca passeggiata anche con il caldo di agosto - o riparata in caso di pioggia - .
Anche qui il borgo assume importanza con l'affermarsi del ramo valdelsano della via francigena, nel X secolo. Colle aveva stretto un'alleanza con Semifonte (poi distrutta dai Fiorentini) ma dovette - su pressione di Siena - abbandonare questa alleanza se non voleva essere distrutta a sua volta. Dopo la distruzione di Semifonte nel 1202 quello che allora era il Borgo di Piticciano, fu svincolato dalla diocesi di Volterra (sotto la quale ricadeva) e divenne libero Comune. Non stiamo a dirvi che in quel periodo guerre e scaramucce (tutti contro tutti) erano all'ordine del giorno. Tuttavia il Borgo riuscì a svilupparsi ed a godere di una buona prosperità economica. Sempre contesa tra Firenze e Siena, Colle Val D'Elsa diventa Fiorentina in epoca medicea, con la definitiva caduta della Repubblica di Siena. Nel 1592 Ferdinando I de' Medici elevò Colle al rango di città, e nel 1750 Francesco II di Lorena ne fece una "città nobile". Tanta roba, eh?!
In epoca moderna, lo scrittore Carlo Cassola ha ambientato qui il famoso romanzo "La Ragazza di Bube".
Il fiume Elsa nasce nella Montagnola Senese, nel comune di Sovicille, ultima tappa del nostro breve viaggio. Il nome potrebbe nascere dal latino sub (sotto) e finiciulae (ficus) - quindi "sotto il fico", ma anche dalla contrazione del motto "Suavis locus ille" vale a dire "quel luogo soave".
Di fichi ne abbiamo visti parecchi, comunque il luogo è davvero un incanto. Noi votiamo per la seconda ipotesi, decisamente.
La storia è quella comune a tutti: prime notizie intorno al 1004, origini sicuramente longobarde-romano-etrusche, costituzione in libero comune, sballottato tra Firenze e Siena finchè arrivarono i Medici e stabilirono che le fortificazioni venivano trasformate in villa per la produzione agricola. Ai Lorena andò più che bene - non hanno fatto nè un muro, nè una fontana - finchè venne annessa al regno d'Italia.
Uniche stranezze: sino a pochi anni fa qui si parlava quasi fiorentino, pur essendo vicinissimi a Siena.
Inoltre l'architettura del territorio è diversa dal resto della Valdelsa - dove l'architettura romanica mostra una forte impronta lombarda, con chiese di mattoni rossi - e presenta tratti in comune con il romanico Lucchese.
Lucca dista in linea d'aria quasi 100 km - una bella distanza per quei tempi - e non abbiamo notizie verificate, ma bastava un architetto o un abate di quella zona a giustificare il fatto.
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