domenica 19 marzo 2017

IL ROMITORIO DI CETINALE SULLA MONTAGNOLA SENESE

Noi siamo degli estimatori della Montagnola Senese, ne abbiamo già parlato in un altro post (pian del lago: link) e sempre ci ripromettiamo di parlarne più diffusamente in un altra occasione.
Magari l'occasione è questa, ma non vorremmo - avendo esaurito l'argomento - non avere più una scusa valida per tornarci.
Perchè per prima cosa si tratta di un luogo di straordinaria bellezza naturalistica.
In realtà non è una montagna, ma - appunto - una montagnola, cioè una collina, un po' più alta di quelle vicine, e un po' più estesa.
E' coperta di meravigliosi boschi di lecci e faggi, anche un po' di castagni nella zona più alta, ed è divisa tra i comuni di Sovicille, Casole d'Elsa, Monteriggioni e Siena.
Una sola cosa vorremmo dire della Montagnola Senese: andateci.
Sono panorami soavi, dolci, le strade ben tenute circondate dai muretti a secco, i maiali di cinta senese che scorrazzano in ampi prati a loro riservati, i prati verdi accostati a ampie zone arate, dove si capisce veramente il significato del colore "terra di Siena". e poi nessun paese, solo castelli e ville.
Un paesaggio che invita alla contemplazione ed alla pace interiore, tanto è vero che qui abbondavano i monasteri, e come spesso capitava, ad ogni monastero era collegato un romitorio, dove i confratelli portati verso l'ascesi potevano trovare la via della perfezione, isolandosi dal mondo.
Anche il romitorio del Cetinale aveva queste caratteristiche. 

Percorrendo una delle tante strade bianche che ancora caratterizzano questo territorio, siamo arrivati alla Pieve di San Giovanni Battista in località Pernina. 

Percorrendo un ampio prato, verdissimo anche in inverno, che porta al piccolo cimitero,e attraversando un piccolo bosco, arriviamo al romitorio, che più che al monastero risulta collegato alla sottostante villa di Cetinale, sia fisicamente tramite la cosiddetta "scala santa", una spettacolare e ripidissima scalinata scavata nella roccia, e che adesso non esiste quasi più;

sia da una "servitù" maturata dai frati nei confronti dei nobili che avevano costruito il romitorio.
E che nobili! Si trattava nientemeno della famiglia Chigi, che fece costruire questa villa proprio per celebrare l'elezione a Papa di Fabio Chigi, con il nome di Alessandro VII.
In realtà la villa fu costruita tra il 1676 ed il 1678, mentre il romitorio, con tanto di scala santa, fu aggiunto un bel po' di anni dopo, nel 1716, a termine del parco detto della Tebaide - nome che ricorda la zona dell'Egitto abitata dai primi eremiti cristiani -  e dove si trovano inginocchiatoi, cappelle, statue di santi: insomma una specie di luogo dello spirito, dove ritrovare se' stessi ed il contatto con l'Altissimo, dal quale le questioni del mondo spesso ti distraggono.
Comunque i Chigi non costruirono il romitorio solo per dare la possibilità ai frati di isolarsi e pregare.
Erano obbligati a dire messa alla villa - ma ricevevano da questa il cibo necessario al loro sostentamento, nel caso che le elemosine non fossero sufficienti - e poi dovevano occuparsi dei malati e dei pellegrini.
Una specie di spedale, visto che da queste parti passava la via Francigena, ma molto piccolo. 
La costruzione è molto particolare, in mattoni, con una poderosa croce egizia a due bracci, sulle quali sono poste teste di santi collocate su delle mensole.

Un piccolo giardino con un pozzo, e sotto sono ancora visibili le grotte che hanno costituito il nucleo nativo del romitorio, quelle dove i primi asceti hanno trovato il luogo ideale dove vivere e pregare.
Come in quasi tutti i luoghi di questo tipo, il panorama è a dir poco spettacolare: sotto si vede la villa, al termine della scala santa, con il suo meraviglioso giardino, ed in lontananza, il territorio senese.
Qui si capisce il senso di dedicarsi alla contemplazione.

Mappa






domenica 12 marzo 2017

IL MODERNISMO A MONTECATINI TERME

Premettiamo subito una cosa:ci intendiamo di architettura come di cavalli da corsa.
Per cui non ci permetteremmo mai di pontificare sulle tendenze architettoniche o sugli stili...
Semplicemente, abbiamo gli occhi e ci piace usarli per farsi un'idea delle cose.
Come abbiamo fatto a Montecatini Terme, dove abbiamo notato una cosa evidente anche a un cieco: a Montecatini Terme ci sono due stazioni ferroviarie in nemmeno un chilometro.
La più antica è attualmente denominata "Montecatini Centro" ed è una piccola e graziosa stazioncina - dipinta di rosa - che risale all'epoca Lorenese, quando Montecatini si avviava a diventare una famosa località termale.
Fu la stazione di Montecatini sino al 4 agosto 1937, quando fu inaugurata la stazione "Montecatini Terme-Monsummano", che è poi quella che ci interessa.

Il progetto fu curato dall'Ing. Angiolo Mazzoni, un personaggio particolarmente interessante, che ha progettato un notevole numero di stazioni ferroviarie ed edifici postali in tutta Italia.
Fu uno sperimentatore, che realizzò edifici in vari stili - addirittura una Colonia a Calambrone in stile futurista -  prima della seconda guerra mondiale, ma essendo molto compromesso con il regime fascista, da cui mai si dissociò, anche a costo di trascorrere in esilio in Colombia una ventina d'anni, la sua opera è stata molto sottovalutata. Solo recentemente si è dato nuovo valore ai suoi progetti.
Questa stazione, per esempio, ne è una bella dimostrazione.
Realizzata nello stile Razionalista dell'epoca, è stata ben conservata in questi ultimi ottanta anni.
Visitandola, si possono ammirare le bellissime porte in legno e vetro - tipiche dello stile - del salone della biglietteria, che ha mantenuto un aspetto molto retrò, anche se vari ambienti hanno avuto una diversa destinazione, durante tutti questi anni.

Tuttavia molti particolari sono ancora quelli originali, come il rivestimento delle scale, in mattonelline di pasta di vetro, oppure le pareti della biglietteria in granito rosa.

Una brutta fine ha fatto invece la spettacolare fontana, posta davanti all'ingresso.
Il flusso dell'acqua doveva scorrere da una vasca all'altra per caduta, in modo da creare almeno due piccole cascate.
Noi stessi le ricordiamo, dalla nostra infanzia, contornate di fiori ed in piena efficienza.
Pur essendo state restaurate nei primi anni 2000, sono adesso vuote, ridotte a dei ricettacoli di immondizia.
Il secondo edificio è invece la chiesa di Santa Maria Assunta, che è stata elevata alla condizione di Basilica minore da Giovanni Paolo II° nel 1988.

Dalla data di costruzione si capisce che non può essere stata realizzata in pieno stile Razionalista; infatti la Chiesa è stata completata nel 1958.
Però, noi che non siamo degli esperti, troviamo che ha un'aura molto affine.
La chiesa, particolare nella sua struttura esterna, è ancor più bella all'interno.
A pianta circolare, riporta questa struttura in molti particolari, come per esempio le acquasantiere rotonde in marmo (bellissime).
Una cosa che ci ha stupito - ma la sensibilità del 1953 era molto diversa rispetto a quella odierna - è che per costruire questa chiesa, è stata abbattuta quella precedente, risalente al 1833 e progettata da Luigi De Chambray Digny - che, nonostante il nome era un architetto italiano, noto ai pratesi per aver progettato il teatro Metastasio - in stile neoclassico.
Adesso solamente pensare ad abbattere una chiesa ottocentesca per costruirne una moderna al suo posto, farebbe gridare allo scandalo! Ma ogni città, ogni luogo, ha subito interventi distruttivi e  successive stratificazioni.
Anche Chambray de Bligny, la cui chiesa a Montecatini è stata distrutta per costruirci sopra quella attuale, si era reso "colpevole" di un'operazione simile, demolendo l'Arco dei Pizzicotti allo scopo di allargare il lungarno Acciaiuoli.
(l'arco si chiamava dei "pizzicotti", perchè era buio e stretto, ed i ragazzi si appostavano lì, per pizzicare il sedere alle fanciulle che passavano...).
Del resto, nel 1953 la chiesa neoclassica non era antica, era solo "vecchia"; e costruirne una moderna al suo posto era la normale evoluzione, dei tempi e delle cose. 
Non vogliamo andare controcorrente per forza, ma forse voler conservare tutto a tutti i costi è impossibile, perchè significa per forza non poter andare avanti, fermarsi in un determinato status quo.
Solo il cambiamento è il motore dell'evoluzione, e quello che sembra assurdo adesso, sarà sicuramente normale e giustificato tra cento anni.
Per la cronaca, abbiamo visto delle vecchie foto della chiesa abbattuta: credeteci, non era poi questo granchè...
Ah...sapete chi è stato uno degli architetti che ha collaborato al pool per la progettazione della nuova chiesa? Pierluigi Spadolini, fratello del più noto uomo politico Giovanni Spadolini.

Mappa

domenica 5 marzo 2017

LA TORRE DELL'ACQUA A SAN CASCIANO VAL DI PESA

Di posti spettacolari ne abbiamo visti parecchi negli ultimi anni, e sempre ve ne abbiamo data notizia, cercando di coinvolgere chi ha la pazienza di leggerci, nel nostro "turismo a chilometri zero".
Questa volta siamo rimasti veramente a bocca aperta; non solo si tratta di un luogo effettivamente vicino, ma quello che vi proponiamo stavolta è davvero una visita particolare.
Si tratta di arrivare sino a San Casciano Val di Pesa.
Già il borgo è incantevole, sulla via Cassia e situato su una splendida terrazza naturale dalla quale si può ammirare un panorama vastissimo.
Già che ci siete fate un giretto in paese, perchè è veramente grazioso - e saremmo in grado di consigliarvi un paio di ristorantini niente male - ricco di storia, e con belle e antiche chiese.
L'edificio di cui vogliamo parlarvi, tuttavia è fuori dalle mura, vicino alla chiesa, ai margini di un giardino dedicato a Santa Chiara.
Si tratta di una torre piezometrica (...ehm...e sarebbe?!), cioè un deposito di acqua sollevato da terra, in modo da ottenere maggiore pressione al momento del bisogno; la pressione allo scarico è direttamente proporzionale all'altezza del serbatoio, per cui più alta è la torre, maggiore è la pressione che si può ottenere in caso di necessità.

Questa è alta 37 metri, ed è nata come struttura in legno all'inizio del '900.Fu distrutta dai bombardamenti nel 1944, e successivamente ricostruita in cemento nel dopoguerra.
All'interno è cava, e con una scala elicoidale che porta sino alla sommità, dove era collocato il deposito.
Dopo un lungo periodo di inutilizzo, la costruzione di proprietà comunale ha subito un attento restauro terminato nel 2012, e adesso è visitabile alla modica cifra di 2 euro a persona.
Per questa cifra, si ha diritto ad entrare all'interno e visionare la vertiginosa scala, che sale sino alla sommità. 

Teoricamente si può accedere alla terrazza panoramica anche dalla scala, mediante il sollevamento di una botola.
In realtà la scala elicoidale è chiusa da un cancelletto, e viene aperta solo quando, lungo le sue pareti, vengono organizzate delle mostre temporanee.
Si accede alla terrazza panoramica, con un altrettanto panoramico ascensore a vetri, che sale sul lato esterno della torre.

Già questo piccolo viaggio toglie il fiato, ma quando la porta dell'ascensore si apre e si esce sulla terrazza, si rimane veramente a bocca aperta.
La terrazza rotonda, è completamente circondata da alti vetri - per ovvi motivi di sicurezza - e sui vetri sono segnati, nell'esatta posizione, i nomi delle località che   possono essere viste da quel punto.




Una mappa dal vero veramente superba.
La vista che si gode, come dicevamo, è strabiliante.
Un panorama a 360° che spazia da Vallombrosa ai monti pisani, dalle montagne pistoiesi alle colline senesi punteggiate di borghi.
Insomma, quei due euro sono bene spesi.
E se volete il nome dei ristorantini, non avete che da chiederceli.

Mappa