domenica 30 marzo 2014

MONTEVETTOLINI

Adesso facente parte del Comune di Monsummano Terme, Montevettolini è un piccolo, delizioso borgo dove pare proprio si viva una vita di paradiso: situato su un'altura che permette di dominare a perdita d'occhio il sottostante Padule di Fucecchio -  in una giornata nemmeno troppo chiara abbiamo visto senza difficoltà il colle di San Miniato! - e dall'altro lato le colline di Montecatini, cosparse di ulivi.

La vista quindi è magnifica, ma gli  antichi borghi con magnifica vista, da queste parti si vendono a mazzi di dieci...

Ci sono altri particolari che ci hanno colpito: a volte questi paesini sono un po' trascurati, grigi, con casette mal tenute e vecchie che si alternano ad altre abitate; un'aria di semi abbandono che qui manca completamente. Qui tutto è ridente, ben tenuto, pulito verniciato di fresco o conservato al meglio.
Unica eccezione - ma forse è colpa della stagione invernale - i giardini sono forse un po' "all'inglese", cioè lasciati un po' troppo al naturale.
Certo, non stiamo parlando di un paesino sperso sull'Appennino, qui siamo a pochi chilometri di Montecatini Terme, in piena Valdinievole e anche se nel paese non c'è nemmeno un negozio, basta scendere alla sottostante Pozzarello - un minuto e mezzo di macchina - e si trova tutto.
Quindi la vita scorre in un altro modo rispetto ai luoghi sperduti, da dove la gente è costretta a scappare se vuole lavorare! Diremmo che è uno splendido compromesso.
Ci sono molte belle cose a Montevettolini:
la Torre delle Murine, residuo di antiche mura,  ha la stranezza di avere sette lati, ed uno spettacolare cipresso che ci è cresciuto sopra.

Piazza Bargellini, dove si affacciano la chiesa, dedicata a S. Michele Arcangelo, e l'ex palazzo Comunale.

Quest'ultimo ha perso le sue prerogative nel 1775, quando Montevettolini fu inglobata nel Comune di Monsummano Terme.
Il Cavalier Orazio Bargellini, notaio fiorentino che qui aveva varie proprietà  ha acquisito presso il paese chissà quali benemerenze, per farsi intitolare la piazza principale!
Lateralmente a questa piazza c'è una zona quadrangolare, detta "sotto i lecci" - a causa degli alberi che la delimitano - dove una volta si teneva il mercato settimanale.

Fuori dall'unica porta rimasta, detta "del Vicino" o "del Malvicino"

si può ammirare, più in basso, l'Oratorio della madonna della Neve, una graziosa chiesetta risalente al '600, dall'apparenza molto semplice, ma che al suo interno conserva un'opera pregevole risalente al '400.

E poi naturalmente c'è la villa Medicea, che però è proprietà privata della famiglia Borghese, e non è visitabile.

Il secondo sabato del mese di Settembre, in questo borgo si tiene una festa medioevale, con teatranti giullari,un mercato medioevale con i personaggi in costume che interagiscono con il pubblico, e naturalmente le cibarie medioevali!!
C'è di carino che per entrare bisogna bussare alla porta, e poi le guardie decidono se lasciarti passare...

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domenica 9 marzo 2014

BOSCO TANALI

In un altro post abbiamo parlato del Padule di Fucecchio, o perlomeno di quello che ne rimaneva dopo le parziali bonifiche che si sono succedute nei secoli.
Questo Padule faceva parte di un'importante zona umida, legata al lago di Bientina. Un residuo di questo grande lago, che è stato prosciugato nel 1859 è  Bosco Tanali.
Situato nel comune di Bientina, dominato dal Colle di Compito (che invece è in provincia di Lucca) è stata la prima area naturale protetta istituita in Toscana.
Rispetto a qualche anno fa, l'area della riserva naturale si è molto ingrandita, sia perchè fortunatamente è cresciuta la consapevolezza del'importanza del  recupero delle zone umide, sia perchè sono state via via abbandonate le monoculture intensive - tipo mais o grano - per coltivare le quali il grande lago era stato prosciugato.
Se poi il tempo ha reso giustizia all'ambiente, restituendo una più ampia parte di territorio alla palude, così non è stato per la cultura legata al lago. Niente è rimasto, dei secoli di vita di una popolazione legata alla pesca ed alla coltivazione e raccolta delle erbe palustri, un'intera cultura annientata da meno di un secolo di agricoltura intensiva.

Nella nostra passeggiata abbiamo visto gli alberi che crescono nell'acqua, e piante che rimangono sempre sommerse, e poi abbiamo scoperto che questi si chiamano "boschi igrofili" e "prati umidi".

Sono Ontani Neri, Pioppi Bianchi e Farnie, arbusteti molto densi di Salicone e Sambuco.
Nei prati umidi si trovano specie altrove quasi scomparse, come l'erba Scopina, il morso di rana - della quale fioritura si dicono meraviglie - e sulle rive dei canali, della Saggitaria e di varie specie di giunchi.

Dai camminamenti che si spingono verso il centro dei prati allagati, abbiamo raggiunto degli osservatori dove, con un po' di pazienza è possibile osservare una grande quantità di uccelli acquatici, tra i quali anche specie migratorie, che trovano qui cibo e riparo mentre si spostano verso la costa.

Salendo poi sul colle di Compito, abbiamo cercato di vedere con occhi più "antichi" dei nostri, e a cercare di immaginare come doveva essere l'antico lago visto da Castelvecchio, arroccato sul colle.

In lontananza si vede "la Smarrita" di Altopascio, dove ogni notte i Cavalieri del Tau accendevano un fuoco per far orientare i pellegrini verso il loro Spedale - e salvarli da qualche brutto incontro o da una morte per annegamento.

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