lunedì 24 febbraio 2014

LA ROCCA DI CERBAIA


In altri post abbiamo già accennato a questa rocca medioevale. Situata nel comune di Cantagallo, su un'altura posta in posizione strategica a picco su un'ansa del fiume Bisenzio-  il  che permette un'ampia visuale sia verso la pianura che verso l'Appennino -  fu costruita presumibilmente agli inizi del 1100 dai famigerati Conti Alberti - di cui abbiamo avuto occasione di parlare anche nei post "il Demonio di Rimondeto" e le città scomparse di Semifonte e San Genesio" la sorveglianza della antica strada di Lombardia , cioè la strada che attraversava l'appennino e portava diritto a Bologna. Questa strada esiste tuttora e si chiama SS 325.

Sicuramente i Conti Alberti avranno fatto qualche lucroso affaruccio sorvegliando questa strada dall'alto di questa rocca. Per un certo periodo hanno anche abitato nel mastio centrale,  che in origine era molto più alto di quello che si vede adesso, ma poi si sono trasferiti nel  molto più confortevole castello di Vernio, dove si è poi svolta la vicenda del Demonio di Rimondeto.
Pare che qui, nell'inverno del 1285, sia passato Dante Alighieri in una fredda e nevosa notte di Dicembre, e che i Conti Alberti non gli abbiano concesso di passare la notte al coperto. Fu costretto a rivolgersi al pastore, che abitava più in basso e che lo ospitò per la notte. Pare si tratti nient'alto che di una leggenda. Ma certamente - sia stato per questo, o li avesse in antipatia per altro - Dante collocò due dei Conti Alberti in uno dei gironi più profondi dell'inferno, la Caina, dove si trovavano coloro che avevano tradito i propri parenti.
L'ultimo Conte ad abitare a Cerbaia fu Niccolò Aghinolfo degli Alberti, poi nel 1361 la Rocca fu venduta alla Repubblica Fiorentina, che ci installò una guarnigione militare e costruì la seconda cerchia di mura. Ricostruì anche il Mastio che si vede adesso prendendo a spunto la forma pentagonale del Castello dell'Imperatore di Prato.

Nel XVII secolo,avendo perso via via di importanza come forte militare, fu acquistato dalla famiglia Novellucci che ne fece una casa di abitazione privata. Nel XIX Secolo passò invece in mano alla famiglia Eldmann.
Solo nel 1999 il comune di Cantagallo ha avuto i mezzi, insieme alla provincia, per acquistare e restaurare l'antico monumento.
Gli scavi archeologici che si sono svolti contemporaneamente al restauro, hanno scoperto che il luogo era abitato in epoca molto antecedente alla costruzione della Rocca.
Per raggiungere la Rocca, si attraversa un  ponte sul fiume, uno dei più antichi rimasti sul corso del Fiume Bisenzio, e che ha la straordinaria particolarità di questo cipresso cresciuto sulla spalletta: una pianta di ragguardevoli dimensioni, che pare nascere direttamente dalle pietre del ponte!




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domenica 16 febbraio 2014

SAN MINIATO

In una posizione di ineguagliabile bellezza. visibile come un faro da buona parte della Val d'Arno e della Val d'Elsa, sorge l'antico borgo di San Miniato.

Lucchese sino al 1622, quando ottenne l'autonomia della cattedra vescovile, fiorentina sino al 1925 fu ceduta alla provincia di Pisa nell'ambito del riassetto delle province che avvenne in epoca fascista.
Ma a San Miniato, che è a metà strada tra Firenze e Pisa, si parla ancora fiorentino.
La famiglia Bonaparte era originaria di San Miniato: nel borgo esiste un palazzo Buonaparte, dove la famiglia di questo ramo toscano ha vissuto sino all'estinzione, e dove Napoleone ha visitato un suo parente durante la Campagna d'Italia.
Sino al secondo dopoguerra il nome completo era San Miniato al Tedesco. Questo perchè, dopo essere stata fondata da un gruppo di Longobardi nel 713, Federico II di Svevia vi fece risiedere il suo vicario, pensando bene che fosse più sicuro sul colle che nella città di San Genesio, che invece sorgeva ai piedi del colle stesso.
Il nome fu abbreviato nel solo San Miniato, a causa di un equivoco riguardo un pauroso eccidio avvenuto nella piazza del Duomo il 22 luglio 1944, dove persero la vita 55 persone.

Sino al 2004, si pensava che queste persone, che si erano radunate nella piazza del Duomo con l'intento di salvarsi dai rastrellamenti compiuti dai tedeschi in quel periodo, fossero stati indotti a recarsi lì, dove poi alcuni colpi di artiglieria pesante tedesca li avrebbero sterminati.
Solo con l'apertura del famoso "armadio della vergogna", dove molte vicende dubbie avrebbero trovato la loro spiegazione a oltre 60 anni di distanza, si è scoperto che l'uccisione fu da attribuirsi al fuoco dell'artiglieria della Quinta armata statunitense.
L'amministrazione ha sostituito nel 2008 la lapide commemorativa precedente, che risaliva al 1954  e che attribuiva la resposabilità all'esercito nazista in fuga, ma ormai il nome era stato cambiato definitivamente.
Ma torniamo a Federico II
Per difendere meglio il suo vicario - e i suoi interessi - Federico fece costruire alcune fortificazioni , tra cui la famosa torre Federiciana, una costruzione in mattoni rossi che sorge sul più punto più alo dei tre colli che compongono il borgo, e che fu rasa al suolo dai tedeschi nel 1944 - questa volta proprio da loro -  e ricostruita negli anni immediatamente successivi al conflitto mondiale.

Dalla sua sommità, si gode un panorama veramente spettacolare, che va dall'appennino al mare, dal Valdarno alla Valdelsa, e nella zona di incantevoli colline che si perdono in pennellate che vanno dal verde più tenero al blu più sfumato in lontanza, non ci si stupirebbe di vedere arrivare un drappello di cavalieri con cotta di maglia, elmo e vessillo!

Infatti il panorama è rimasto libero da insediamenti commerciali e industriali, e la mano dell'uomo lo ha solo abbellito.
Certo, basta girarsi dall'altra parte per vedere Empoli e tutte le sue zone industriali, ma tanto stiamo sognando...
San Miniato è universalmente nota per la produzione di tartufi: vi si tiene una importante e frequentatissima sagra nel mese di novembre.
Di tartufi grandi se ne trovano parecchi, ma uno in particolare pesava ben 2520 grammi. Fu trovato nel 1954 dal cane Parigi, insieme al suo padrone Arturo Gallerini detto "Bego".

Il record resiste tutt'ora nel guinness dei primati, e San Miniato ne è così orgoglioso che ha dato incarico  ad un gruppo di forgiatori nel bronzo, di costruire nel 2011 questa statua a ricordo dell'avvenimento.


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