sabato 25 aprile 2020

TOMBE ETRUSCHE DI CASA BASTONE

Sul sentiero che porta a Casa Bastone, poco dopo la "Pozza di Foresto", un laghetto (un mini laghetto...una pozza) che serve in caso di incendio, c'è l'indicazione per un anello con delle tombe etrusche, che sono state scoperte nei primi anni 2000.

La loro manutenzione era stata affidata al CRAL della Cassa di Risparmio. Poi la Cassa di Risparmio ha fatto la fine che tutti sappiamo, per cui anche il CRAL (che sarebbe il dopolavoro dei dipendenti di una grossa ditta) gli è andato dietro. Di conseguenza anche la manutenzione delle tombe etrusche ne ha sofferto parecchio. 
C'è da dire che già le tombe non erano un granchè...
Nel senso che erano già molto rovinate, crollate nella loro maggior parte, 

usate nei secoli da cacciatori e tagliaboschi come riparo, dopo essere state spogliate nei secoli precedenti da tutte le loro suppellettili.

Risalgono infatti più o meno al V° o IV° secolo A.C. per cui in 2.500 anni ne sono successe di cose, tanto è vero che non sono state trovate ne' all'interno, nè nei loro pressi, alcun tipo di reperto, nemmeno il più misero.

C'è da dire che, a parte un paio (sono cinque in tutto) che sono ben riconoscibili per manufatti antichi, e una che ha al suo interno una enorme lastra di pietra disposta in modo da far capire bene che si trattava di una costruzione fatta da mani esperte, le altre le avremmo potute aver fatte noi la sera dopo cena...
Non ce ne vogliano gli archeologi che hanno scoperto questi loculi, ma per un profano è davvero dura leggere una storia così antica in un tumulo di pietre apparentemente messe a caso.
(e perdonateci l'ignoranza!)
Adesso è stato ricreato  l'anello che permette di arrivare a  tutte e cinque le tombe, che sono state ripulite dalla vegetazione e rese visilibi a tutti, da parte dell'Associazione Acquerino-Cantagallo.
La cosa che ci ha veramente interessato è il luogo dove sono situate. Infatti ci sono importanti siti etruschi a Comeana, Artimino e anche a Gonfienti - dove però la maggior parte dei reperti sono sepolti sotto le tonnellate di cemento dell'interporto - che sono località notoriamente etrusche.
Ma qui in Calvana, sinceramente ci sembravano, come dire, "fuori contesto".
Poi abbiamo scoperto che queste tombe erano situate su una strada, detta "via del ferro" che permetteva di trasportare il materiale ferroso dall'Elba sino alla città di Spina (l'attuale Comacchio) passando dall'interno, quindi collegando Pisa, Montecatini, Gonfienti (che allora era una grande città) a Marzabotto (sua città gemella dall'altro lato dell'Appennino) sino appunto a Spina, dove veniva lavorato.
Passavano dai monti perchè così evitavano gli assalti via mare, era una strada più lunga ma molto più sicura.
Anche nel medioevo si preferivano le strade montane a quelle nei fondovalle o sulla costa, perchè erano più sicure. 
Cambia il mondo, ma certe cose non cambiano mai.

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