lunedì 30 luglio 2012

LA VILLA REALE DI MARLIA

LA VILLA REALE DI MARLIA


Come nelle favole qui bisognerebbe cominciare con il classico "c'era una volta...".
Perchè qui si parla di Principesse, di Case Regnanti e di Reggie con tanto di sontuoso parco intorno.
E' il caso appunto della Villa Reale di Marlia, una frazione del comune di Capannori in provincia di Lucca.
Per dire la verità di ville stupende, con parchi meravigliosi qui ce ne sono tante: villa Mansi, villa Torrigiani, villa Guinigi e tante altre. 
 E' merito di Elisa Baciocchi, nata Elisa Bonaparte, sorella di quel Napoleone che aveva trovato assai conveniente affidare alcune parti del suo impero alle numerose sorelle e fratelli, sicuro così di assicurarsi la loro devozione e la buona amministrazione dei territori. In effetti come programma non era male, peccato che nei secoli l'usanza (che si è andata diffondendo sempre di più) abbia preso il nome di "nepotismo" e che sia degenerata miseramente.
Comunque, il suo fratellino creò per lei e per suo marito Felice Baciocchi (anche lui corso) il principato di Lucca e Piombino - di cui abbiamo accennato anche nel post riguardante Bagni di Lucca -.
Nel 1809 diventò Granduchessa di Toscana, ma non trovò Firenze di suo gradimento (...) per cui tornò a Lucca e lì decise di allestire una vera e propria Reggia. Si incapricciò di villa Marlia , e tanto fece che riuscì ad acquistarla insieme alle terre circostanti,da Elio Orsetti,  ed a una costruzione di proprietà della diocesi di Lucca,e  che infatti si chiama "Villa del Vescovo".
Ristrutturò i due palazzi, in origine stile rinascimentale, e li trasformò in stile neoclassico.
Lasciò sostanzialmente immutati i giardini di villa Orsetti, che già aveva provveduto a costruire la palazzina dell'Orologio, in prossimità dell'entrata principale e della casa del custode.
Altra meraviglia è il teatro all'aperto, detto "Teatro di Verdura" perchè formato da piante intagliate allo  scopo.
Il giardino dei limoni con la vasca con le statue del fiume Arno e del fiume Serchio.


Il giardino Spagnolo, così detto a causa delle fontane e dei canaletti d'acqua.


La grotta del Dio Pan, con gli esterni in mosaico
Il teatro d'acqua con le fontane.
Dopo la caduta di Napoleone, il complesso passò ai duchi di Parma e poi al Granduca di Toscana.
Dopo l'Unità d'Italia divenne di proprietà del Re Vittorio Emanuele II di Savoia, che lo diede in uso al fratello  Carlo, diseredato per aver sposato una donna non nobile. La coppia visse tutta la vita nella villa, ed è tutt'ora sepolta nella cappella della villa. Dopo la loro morte la villa rimase di proprietà del loro unico figlio, che era a quanto pare un tipo singolare perchè è tutt'ora noto in zona come "Il principe matto". Nel 1924 la proprietà fu acquistata dai  Conti Pecci- Blunt che fecero appena in tempo a fermare lo scempio che si era perpetrato nel giardino, con l'abbattimento di molte piante per farne legna da ardere. Anzi, affidarono la ristrutturazione del giardino ad architetto francese - Jaques Greber - che creò il laghetto in fondo al parco, e ridisegnò boschi e viali, pur lasciando inalterate le meraviglie già esistenti.

Mappa: http://goo.gl/maps/wQ16

martedì 24 luglio 2012

IL VULCANO DI PORTICO DI ROMAGNA

Vulcano di Portico (di Romagna)

 

Tra le tante cose che l' appennino Toscoromagnolo può offrire al turista - tra le tante meraviglie delle natura - c' è anche un vulcano, forse il più piccolo del mondo. In mezzo ad un campo , da una fenditura del terreno contornata da sassi ,esce una miscela di idrocarburi che , a contatto con l' aria, s' incendia dando luogo a questo fenomeno noto fin dal 1588, come riporta una lettera di L. Alberti.
Negli anni trenta una commissione scientifica studiò il fenomeno per valutare l'eventuale sfruttamento  industriale ma la scarsa portata del gas  sconsigliò l' impresa. Noi l'abbiamo trovato grazie a Ginoe che dalle pagine del forum di Mototurismo ne ha segnalato l'esistenza.
Per arrivare al vulcano si percorre la SS67 Toscoromagnola passando dal conosciutissimo, per i motociclisti, Passo del Muraglione

e poi proseguendo  per San Benedetto e Portico di Romagna. Poco prima di arrivare a Portico si prende a sinistra per la strada che porta al Monte Busca e fatti qualche chilometro si arriva ad una casa abbandonata , che sul muro reca una scritta in vernice bianca ormai sbiadita " AL VULCANO".

Si parcheggia e un breve sentiero ci porta al vulcano.

Mappa: http://goo.gl/maps/iZ9Hp

L'EREMO DI CAMALDOLI E IL PASSO FANGACCI

Per arrivare all'Eremo di Camaldoli, abbiamo percorso la SS 70 della Consuma. Questa strada inizia all'innesto della SS69 del Valdarno a Pontassieve e finisce all'innesto della SS71 Umbro Casentinese Romagnola a Bibbiena. 
Specie nella prima parte, percorrere questa strada ci fa  vedere panorami grandiosi!
Dopo aver attraversato il piccolo paesino della Consuma, si arriva al passo, 1.050 metri.


Anche di lì il panorama - fantastico - è ampio sul Casentino.
Si scende ripidamente verso Pratovecchio: nei pressi troviamo la bellissima Pieve di San Pietro a Romena, d'impianto databile all'anno 1152; però la chiesa è stata ricostruita varie volte a causa del terreno franoso sull quale sorge. Il campanile è stranamente molto basso, forse per lo stesso motivo.



L'interno è assai spoglio, perchè le opere d'arte che erano nella chiesa, sono state tolte e messe al sicuro. Su una collina di fronte sorge anche il Castello di Romena, abitazione dei conti Guidi del ramo di Romena; è diroccato ma assai imponente.



Proseguendo ci dirigiamo verso l'Eremo, fondato nel 1012 da San Romualdo, ed immerso nella incontaminata natura della Foresta Umbro-Casentinese.

Non è stato possibile visitarlo al momento in cui siamo passati, a causa degli orari di silenzio dei Monaci.

Questo  comunque è il link del sito ufficiale:
Proseguendo verso il Passo Fangacci, ci siamo immersi nella più magica e strabiliante foresta che ci sia mai capitato di vedere. Pur essendo in piena estate, la temperatura era più che autunnale, e l'asfalto bagnato contribuiva a creare l'illusione di essere entrati in un sogno.

Quando abbiamo incrociato un banco di nebbia, abbiamo pensato di essere a Forks, nel bel mezzo della sceneggiatura di Twilight ( ma il vampiro...dov'era?)
Fortunatamente è durato poco, e il sole che ha nuovamente illuminato le foglie della secolare faggeta, di mille sfumature di verde, ci ha riportato al presente.
Per arrivare al passo, bisogna percorrere un paio di chilometri di facile sterrato. Magari non sarà adatto ad una R1, ma la nostra Guzzi Nevada ha certo visto di peggio.
Al passo c'è anche un caratteristico rifugio - chiuso al momento  - visto che da lì partono molti sentieri che promettono dei bellissimi trekking nella foresta.

Mappa: http://goo.gl/maps/LqdC

giovedì 19 luglio 2012

PONTREMOLI ED IL PASSO DELLA CISA

iv>  Se avete visto il cartone animato "Cars", andare a Pontemoli vi ricorderà un po' Radiator Springs. Infatti Pontremoli  ha fondato tutta la sua storia sul Passo della Cisa, a cui è molto vicina, e sulla importante strada di comunicazione  che è appunto la Strada Statale 62.
La SS 62 parte da Sarzana sulla SS1 Aurelia e termina nei pressi di Verona sulla SS12 dell'Abetone e del Brennero. Prima della Costruzione della autostrada A15 è stata per lunghissimo tempo la principale via di comunicazione tra la riviera Ligure e la pianura Padana.
Conosciuto fin dal  medioevo come Monte Bondone, il passo della  Cisa fu uno dei primi passi appenninici tornato percorribile dopo l'era romana. Fu riaperto dai Longobardi perchè è quasi sempre libero dalla neve.Proprio per questo motivo è stato percorso per secoli dai pellegrini diretti a Roma, trovandosi proprio sull'itinerario della via Francigena percorsa dall'arcivescovo di Canterbury, Sigerico. Nel suo famoso "Itineraio" Pontremoli era la XXXI tappa.
La città ha origini romane, ed in latino era detta Apua, nome dal quale deriva quello delle vicine Alpi Apuane.Pare che il nome derivi dall'antica tribù che abitava la zona, gli apuani appunto, e che dopo la conquista romana furono deportati nel Sannio, a causa della loro estrema litigiosità.
Pontremoli è altresì la porta della Toscana, essendone il comune più settentrionale.
Quando fu costruita la A15, che collega Parma a La spezia, il passo della Cisa, e di  conseguenza Pontremoli, persero importanza, perchè il traffico di merci e persone si spostò sull'autostrada, lasciando la bellissima SS62 agli amanti dei bei panorami,

ai ciclisti in cerca di salite memorabili, ed ai motociclisti in cerca di curve mozzafiato.
Oltre il passo incontriamo Berceto, un tempo importante centro lungo la via Romea dove a testimonianza degli antichi fasti troviamo il Duomo in stile romanico

e i resti dell' imponente rocca.

A Febbraio, Berceto, è la sede di un caratteristico raduno motociclistico

Mappa: http://goo.gl/maps/SZLP

lunedì 9 luglio 2012

IL FAGGIONE DI LUOGOMANO (QUANDO ERA DOPPIO)



Si tratta di un albero monumentale, vecchio di  circa 300 anni, il cui tronco ha un diametro di circa 25 mt e copre, con la sua chioma, un'area di circa 600 mq. E' circondato da altri faggi, che sono stati piantati appositamente per ripararlo dal vento, che qui soffia davvero forte!



E' considerato il più grande faggio d'Europa. ed è situato nella riserva naturale dell'Acquerino e Cantagallo, a cui su può arrivare anche da questo itinerario: partendo dalla periferia di Pistoia, si attraversa l' abitato di Candeglia, un tempo paese e adessao periferia della città. Proseguendo sulla Strada Provinciale n. 24 "della Riola" si incontra dopo poche centinaia di metri la Villa Rospigliosi, proprietà di quella famiglia che ha dato l'unico Papa pistoiese della storia della Chiesa, Giulio Rospigliosi, noto con il nome di Clemente IX. La SP24 della Riola è conosciuta in zona come "Panoramica" e dopo le prime curve verso la Valdibure se ne capisce bene il motivo: boschi a perdita d'occhio, punteggiati di case e piccoli paesi, ed in basso la grande pianura con la città di Pistoia in primo piano.
La strada porta alla Foresta dell'Acquerino, e da qui, - con una strada bellissima perchè attraversa tutto il meraviglioso bosco di faggi e carpini, ma dal fondo veramente disastroso - dal Passo della collina, si può tornare sulla SS64 Porrettana, all'altezza della loc. "Il Signorino".
Dopo la bella, facile e - nell'estate anche fresca - passeggiata, ci si può fermare alla Cascina di Spedaletto,



che è anche centro visite del parco, per un panino o un caffè e per non rifare la stessa strada dell'andata, si puo' decidere di passare dal Pian della Rasa, su una strada che non offre paesaggi maestosi perchè attraversa i boschi - e ha un fondo che in dei punti è più adatto ad un fuoristrada - ma consente di godere del silenzio animato della natura, e della sua visione. La strada porta al paese di Cantagallo, sede comunale dai pochissimi abitanti e senza attrattive commerciali - un grave problema per questo paese che sta letteralmente morendo - e poi alla sua ben più animata frazione di Luicciana, nota per il suo museo a cielo aperto, che accoglie opere di vari artisti, anche di avanguardia, disseminati per il borgo e addirittura su case private. Le opere sono visibili anche da questo link.
http://www.pratoturismo.it/index.php?page=default&id=518&lang=it

Mappa: http://goo.gl/maps/9AEl

mercoledì 4 luglio 2012

LE CASCATE DEL DARDAGNA E LA SS 64

<  La Statale 64 Porrettana inizia vicino al centro di Pistoia, in località Capostrada: salendo per gli ampi e regolari curvoni, si gode un magnifico panorama sull'ampia valle sottostante dove è situata la città di Pistoia -
la strada unisce Pistoia a Ferrara, e non funge da raccordo tra altre statali, come invece avviene spesso -
la valle poi si chiude dopo la località "Il Signorino". Il piazzale davanti all'omonimo ristorante è un luogo di raduno motociclistico permanente della zona! Dopo pochi chilometri si attraversa il 44° parallelo, poi proseguendo si attraversa Pavana, frazione di Sambuca Pistoiese, dove da anni risiede Francesco Guccini. Il cantante è ritenuto un personaggio assai importante nel paese, tanto che suo ritratto è affrescato sotto il porticato dii una chiesetta situata proprio sulla Statale.

Passato il confine di regione a Ponte alla Venturina, si arriva in breve a Silla, dove si trova il singolare monumento  composto da un F104, aereo che è uscito di servizio dalla nostra Aviazione Militare nel 2004.

Ancora proseguendo si arriva a Porretta, località termale molto conosciuta. Sul suo stemma  - narra la tradizione - viene raffigurato il bue che risultò guarito dopo aver bevuto ad una delle fonti termali della zona. Il comune, che sino al 1931 si chiamava Bagni di Porretta, nasce alla confluenza del Rio Maggiore con il fiume Reno.
A Lizzano in Belvedere troviamo una bellissima chiesa, dedicata a San Mamante. La sua storia è particolare, perchè la costruzione ha richiesto ben 84 anni, essendo iniziata, per volontà della popolazione, nel 1905, per terminare nel 1989. La chiesa è comunque molto bella, con varie absidi ed una grande cupola centrale. Tutta in chiari colori pastello, ha l'aspetto di una Basilica.
A Lizzano è nato Enzo Biagi, e qui le sue spoglie sono custodite.
Ancora proseguendo, si incontra il Santuario della Madonna dell'Acero, dove la Madonna appare a due pastorelli nel 1500.
Tra gli ex voto esposti  - pochi perchè molti sono stati rubati nel tempo - spiccano le statue in legno a grandezza naturale volute da Brunetto Brunori, raffiguranti lui stesso, il figlio, la moglie e la figlioletta, e che il gentiluomo offrì al Santuario dopo aver avuta salva la vita nonostante fosse stato trapassato da parte a parte da una lancia durante la battaglia di Gavinana nel 1536.
Proseguendo per un facile sentiero in leggero saliscendi, si arriva alle spettacolari cascate che nascono dal torrente Dardagna; questo torrente nasce nei pressi del Corno alle Scale e precipita verso valle con alcuni spettacolari balzi.

Dopo circa 35 km di percorso si unisce al torrente Leo che sfocia poi nel fiume Panaro.