lunedì 22 ottobre 2012

LA VILLA MEDICEA DI CERRETO GUIDI


In una posizione veramente favolosa, sorge l'abitato di Cerreto Guidi, a metà strada tra Empoli e Fucecchio.
E favolosa è anche la strada per arrivare al paese, una strada di crinale dalla vista mozzafiato!
L'idea che il posto fosse veramente bello è venuta anche ai Medici, che a metà del '500 hanno fatto costruire questa villa - che inizialmente era solo un casino di Caccia, anche piuttosto semplice -  prendendo come base una precedente costruzione appartenente ai Conti Guidi, signori della zona sino a quel momento. Infatti i Conti Guidi non erano originari della zona, e Cerreto era per loro un avamposto, che fu incluso nel Granducato proprio in quel periodo.
Non si conosce il nome dell'architetto che ha costruito la villa, anche se si è propensi ad attribuirla almeno in parte al Buontalenti, per via delle imponenti scale, che costituiscono una caratteristica del suo modo di costruire.
La villa è famosa per un fatto di sangue accaduto nelle sue stanze: Isabella De Medici, - figlia di Cosimo I e Eleonora da Toledo, nonchè sorella di Francesco I, che diventò celebre per la sua relazione con la veneziana Bianca Cappello -  fu uccisa qui dal marito Paolo Giordano Orsini,  strangolata a causa di una presunta relazione con il proprio fratello Troilo Orsini, nel 1576. Questi fu ucciso a sua volta in Francia, pare da un sicario di Francesco I. Bella storiella, eh?!
Dopo questo fatto, la villa passà di mano in mano a vari componenti della famiglia Medici, finchè il Cardinale Leopoldo la fece ristrutturare negli anni '70 del XVII secolo, allo scopo di renderla un'abitazione più signorile.
Dopo l'estinzione del Casato dei Medici, la villa passo ai Lorena, che come loro  costume - infatti  giudicavano questa sovrabbondanza di ville come un insostenibile costo -  preferì venderla, ed è passata di mano in mano a diversi proprietaria finchè nel 1966 Rodolfo Geddes la donò allo Stato Italiano, dietro promessa di farne un museo. Infatti la villa di Cerreto Guidi è una delle pochissime ville medicee aperta normalmente al pubblico.
Gli arredi interni sono stati ricostruiti attingendo dai vari depositi della Soprintendenza, ispirandosi alle descrizioni che ci sono pervenute.Vi sono esposte opere di grandissimo valore tra sculture, dipinti, arazzi e frammenti antichi.

Certo, tra un quadro ed un'altro magari ti scappa di guardare fuori dalla finestra, e ti chiedi se il paesaggio fa parte delle opere d'arte custodite nel museo...

Inoltre, nelle sale del palazzo è inserita una raccolta di armi storiche da caccia, di grande pregio.
Purtroppo, come in molti musei, non è possibile prendere foto nell'interno, e non c'è nemmeno un sito internet al quale rimandarvi per darci un'occhiata dentro. Vi toccherà andarci!
Sul retro un giardino, piccolo ma molto suggestivo.

Al momento è solo un'iniziativa, ma assolutamente da appoggiare,  di richiedere l'inserimento delle ville medicee nella lista dei beni culturali e naturali patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Il paese storico è tutto arroccato intorno alla villa, e lo si può agevolmente visitare percorrendo la strada circolare che circonda la villa stessa. 

martedì 2 ottobre 2012

LA GERUSALEMME DI SAN VIVALDO



San Vivaldo è una frazione del comune di Montaione, ed è diviso tra il piccolo borgo,  e il complesso monastico con la sua Chiesa,  che sorgono nel luogo dove il Santo si era ritirato in preghiera e meditazione per vent'anni - dal 1300 al 1320 -  dentro il tronco cavo di un grande albero, nella foresta di Camporena.
Si trattava di Vivaldo Stricchi, originario di San Gimignano dove era nato nel 1260 da una famiglia benestante. Come succedeva spesso all'epoca, dopo una prima giovinezza dissoluta trascorsa in bagordi con una compagnia di amici, che il tempo fatalmente tende a sgretolare, incontra la fede sotto forma del Prete Bartolo a Picchiena, con il quale rimane sino al 1300 alla morte di quest'ultimo; quando appunto si dedica all'eremitaggio nel castagno cavo. Dopo la morte del monaco, già in odore di santità, viene costruita una Cappella proprio dove era l'albero.
Intorno alla Cappella, che poi con il tempo è diventata la chiesa attuale, è sorto il Sacro Monte, dizione con la quale si intende un percorso devozionale  fisico - generalmente collocato in un ambiente naturale assai suggestivo -  con il quale si intende illustrare al popolo episodi della Sacra Scrittura.
Nel caso specifico, è stata ricostruita la Gerusalemme del tempo di Gesù con i vari luoghi della sua vita e della sua passione, in tante piccole cappelle al cui interno sono collocate statue di terracotta in tre dimensioni ed a grandezza naturale, di grande impatto  visivo ed emozionale, che illustrano i vari episodi.
La collocazione  delle cappelle ricalca  la disposizione fisica delle costruzioni rispetto alla Gerusalemme del I° secolo.
Sia la Chiesa che il parco con le cappelle sono visitabili liberamente.
Al pomeriggio è facile trovare un simpatico francescano - ordine dei frati minori - che con gran mazzo di chiavi fa visitare a dei gruppi che si formano per libera aggregazione, le varie cappelle nel giusto ordine, e commentandole in maniera profonda ed appropriata.
Questo si rende necessario per preservare le statue di terracotta policroma, costruite nel XVI secolo, e che in alcuni casi la devozione popolare stessa ha danneggiato. Per esempio la statua di Giuda è senza testa, perchè i pellegrini nel corso dei secoli l'hanno presa più volte a sassate.