domenica 18 dicembre 2016

CERRETO GUIDI E IL PRESEPE ALL'UNCINETTO

Nel periodo natalizio sono molti i paesi che attirano turisti con le caratteristiche "vie dei presepi", dove in ogni vetrina di negozio, in ogni garage, in ogni portone, puoi trovare un presepe artigianale.
Si tratta spesso di autentici, piccoli capolavori di manualità, ma anche di inventiva.
Noi abbiamo visitato quella di Cerreto Guidi.
Cerreto Guidi è un grazioso paese vicino ad Empoli.
Per arrivarci, vi consigliamo di percorrere la provinciale di San Zio (si, può sembrare un nome strano, ma si chiama così) una strada di crinale che vi farà vedere un panorama assolutamente straordinario, sulle colline ricoperte di viti, e con il colle di San Miniato, che da queste parti, con la sua raterritistica torre, è visibile come un faro, quasi dappertutto.
Il paese antico circonda completamente la villa Medicea, che con la sua doppia scalinata (attribuita al Buontalenti, o perlomeno lo stile è il suo) domina la piazza, dalla quale si ammira un panorama altrettanto strepitoso.
Se avete tempo visitate anche la villa, dove potete ammirare la stanza da letto dove il principe Orsini fece assassinare la moglie, Isabella de Medici, oltre ad una collezione di armi da caccia (non da guerra, da caccia perchè questo è nato come casino di caccia, quindi era il posto più adatto ad esporle) unica nel suo genere.
La "via dei presepi" gira tutta intorno alle villa, e potete trovare delle cose assolutamente deliziose, un mix di inventiva, di utilizzo di quel che c'è, di abilità manuale notevole, come è per esempio questo presepe costruito da un carabiniere del posto, originario di Caserta, e che oltre alle statuine, ha costruito in polistirolo, lavorato e colorato a mano con un'abilità veramente notevole, anche tutte le abitazioni, i cui interni sono stati curati nei minimi dettagli.

Ma la cosa che ci ha veramente lasciato a bocca aperta per l'inventiva, l'abilità costruttiva e progettuale, e per la pazienza infinita che ci è voluta per la sua realizzazione è il presepe all'uncinetto, opera delle "Dame dell'Uncinetto", un gruppo formato da circa 60 signore del borgo.
Queste abilissime artigiane sono coordinate da Gessica Mancini, l'ideatrice del progetto, nonchè coordinatrice del gruppo.
In questo straordinario presepe, che riproduce in maniera fedele sia la villa Medicea  - una cosa veramente straordinaria, perchè la scalinata è tutta a mattoncini, e per riprodurla in maniera fedele,  ogni singolo mattone (sono circa 8.000) è stato lavorato separatamente, e collegato agli altri con un filato più chiaro, per riprodurre la malta che tiene insieme i mattoni - che il paese con tutte le case, le botteghe, gli orti.

La fedeltà alla vita reale è assoluta e minuziosa:
nel campo di grano, ogni singola spiga è lavorata alla perfezione, e in mezzo al campo, di un bellissimo colore dorato, si trovano tanti, tanti papaveri, oltre allo spaventapasseri, così com' è nella realtà.

Nei vasi dei fiori, piccolissimi, si possono contare i petali delle margherite, e sul pergolato, ogni minuscola rosa ed ogni fogliolina, sono riprodotti alla perfezione.
Negli orti, ogni minuscolo ortaggio è realizzato con fedeltà assoluta, persino il laghetto - con vera acqua - nel suo fondo azzurro è realizzato all'uncinetto.
Veramente meravigliosi i salici piangenti, per realizzare i quali sono stati confezionati chilometri di catenella!
Per ogni oggetto è stato scelto il materiale giusto, in modo da dare maggior verità alla riproduzione. Per esempio, per la terra arata di fresco è stato utilizzato del mohair marrone, la strada bianca - lunga decine di metri - è in cotone, mentre le pietre sono in lana, per dare un aspetto più compatto.
Insomma, un capolavoro da ammirare con un po' di tempo a disposizione, in modo da stupirsi ben bene per l'incredibile cura dei particolari.

Tanto per dirne una, sotto gli alberi ci sono i funghi porcini - ovviamente - ma anche anche l'amanita falloide, con il suo cappuccio rosso a pallini bianchi!
Insomma, andateci di corsa perchè l'esposizione finisce il 6 gennaio.

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domenica 11 dicembre 2016

TRE PARCHI URBANI

Siccome ci fanno un po' rabbia quelli che tornano da Londra e dicono che hanno visto un meraviglioso parco al centro della città (Hyde park) e ancora di più ci rimangono sulle scatole quelli che tornano da New York strombazzando a destra e a manca che lì c'è un parco bellissimo proprio nel centro (Central Park) della città, a disposizione di tutta la cittadinanza:
non contenti del fatto che abbiamo parlato del parco della Cascine di Firenze, dicendo che ha proprio le stese caratteristiche dei parchi di cui sopra; 
e anche del parco della Cascine di Tavola, che abbiamo proprio in casa.
Detto questo:
Abbiamo pensato di dare uno schiaffo morale a tutti questi esterofili, che si entusiasmano per Londra e New York, paragonando queste due metropoli nientemeno che a:
Sesto Fiorentino e San Donnino (frazione di Campi Bisenzio)
Cominciamo con Sesto Fiorentino ed il suo parco del Neto.
E' un piccolo parco, circa 8 ettari, incredibilmente collocato in una zona altamente urbanizzata, in località Settimello, al confine tra i comuni di Sesto Fiorentino e Calenzano.

E' quello che rimane della grande zona umida, che una volta ricopriva tutta la piana fiorentina; ma il fatto che sia molto a ridosso di Monte Morello, l'ha resa adatta al suo utilizzo nell'ambito di parchi ottocenteschi, di stile romantico.
Questi parchi, molto diffusi tra i grandi personaggi dell'epoca, ricercavano le paludi - ambienti "drammatici" che ben si adattavano allo spirito romantico-gotico, più diffuso nel nord Europa - e le integravano con alberi particolari.
Questo giardino ha fatto parte della proprietà del marchese di Boissy, secondo marito della contessa Teresa Gamba, amante di Lord Byron.
Più romantico di così...
Nel parco del Neto esistono molti alberi di dimensioni monumentali, ma i più belli sono i Taxodium, detti anche Cipressi di Palude, un albero originario delle Americhe, che predilige gli ambienti umidi e paludosi, e che ha la caratteristica di spogliarsi completamente in inverno, a differenza del nostro cipresso, che invece è un sempreverde.

Al Neto, tra laghetti e canali, tra alberi grandiosi e prati verdi, troverete anche una piccola colonia di coniglietti, molto socievoli e per nulla paurosi, e una gran quantità di pennuti acquatici, che vi accoglieranno con incredibile calore.(ovviamente se portate del pane...)
Passiamo da un parco romantico ad uno molto meno. Perlomeno nel nome.
Il primo parco di San Donnino di cui ci piace parlarvi si chiama molto prosaicamente: "Collettore principale delle acque basse della Viaccia"
Perchè di questo si tratta, in verità: una cassa di espansione dell'Arno.
E' collocato tra la SS66, l'autostrada A1, la zona industriale dell'Osmannoro e l'aereoporto di Peretola e attraversato dal Fosso Macinante.
ma vi consigliamo di andarci, perchè il fondo delle Casse di espansione è composto da piccoli laghetti bordati di canne, dove la "gibigianna" (cioè lo scintillio del sole riflesso sull'acqua), il vento fresco e gli uccelli che si alzano in volo tutti insieme, ti fanno sognare per un attimo di essere in mezzo alla natura, invece che in mezzo alla piana, a dieci minuti a piedi dall'antico borgo di San Donnino!

E comunque si tratta di un luogo molto piacevole: sugli argini più alti sono stati piantati boschetti di alberi - noi ci siamo stati in autunno - che rendono tutto estremamente suggestivo, forse proprio per il contrasto tra la zona così fortemente urbanizzata, e la pace che qui regna.

Il parco è frequentatissimo da proprietari di cani, con i loro animali che qui possono correre liberi, al sicuro dai pericoli, e da ciclisti con mountain-bike, visto che il posto è veramente adatto ad una bella sgambata.
Altro parco di San Donnino.
E' uno dei molti parchi in Italia, dedicati a Chico Mendez, il raccoglitore di gomma amazzonico, ucciso a poco più di quarant'anni da alcuni latifondisti che l'avevano già minacciato di morte in passato, a causa del suo impegno sociale a favore dei "seringueiros" (che sono proprio i raccoglitori di gomma).
Ce ne sono altri a Giulianova, a Terni e vicino a Torino.
Questo però è ricavata da un'antica cava di sabbia - come i Renai di Signa, tanto per capirsi. Ah, a proposito, prima o poi parleremo anche di quello - che ha ricreato in qualche modo l'antica palude che qui era un tempo.
E' straordinario come la natura riesca sempre a tornare alle sue origini!
E' un parco molto bello, con diversi, caratteristici laghetti, popolati dall'aviofauna tipica delle zone umide.

Anche qui eravamo in autunno, e la vegetazione era un'esplosione di colori e di profumi (sempre che passiate lontano dal recinto delle caprette!!).
In estate deve essere molto frequentato dagli amanti del barbecue, visto che ci sono diverse postazioni adatte allo scopo - ovviamente con tutte le istruzioni per l'utilizzo del focolare - e tante tavole con panche per potersi poi godere il frutto delle proprie abilità culinarie.


Quindi un parco adatto alle famiglie, e a chi vuole prendersi il sole senza farsi la coda sull'autostrada, a due passi da casa propria.



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