mercoledì 25 dicembre 2013

IL PADULE DI FUCECCHIO

La Toscana era molto ricca di zone umide. Alcune, come il lago di Bientina sono state completamente prosciugate. Altre, come il Padule di Fucecchio, esistono tutt'ora.
Anche se molto ridotto rispetto alle proporzioni originali, occupa tutt'ora 1.800 ettari - divisi tra la provincia di Firenze e quella di Pistoia . e rappresenta la più grande palude interna italiana. Specificare "interna" è d'obbligo, perchè ne esistono di assai più grandi, ma costiere.
In epoca Romana, è assai conosciuto l'aneddoto di Annibale che ha perso , proprio qui, un occhio. Al di là delle varie leggende locali - di cui parla anche Curzio Malaparte ne "I Maledetti Toscani", pare che semplicemente il povero Annibale, che già aveva dei guai a quell'occhio, smise di vederci a causa delle febbri malariche che lo colpirono.
Infatti,diretto verso Arezzo,  pur avendo la possibilità di fare un giro sicuramente più lunga ma assai più sicuro, decise di attraversare la palude per risparmiare tempo. Lì non solo perse l'ultimo elefante - quello che cavalcava lui stesso -  ma anche una gran quantità di uomini che, sfiniti per la stanchezza della marcia, non trovavano un posto dove piantare il campo e riposare la notte.
Ci sono anche particolari macabri: pare che i superstiti, per trovare qualche ora di riposo, dormissero sui cadaveri dei compagni o delle bestie da soma, che avevano trovato la morte soccombendo alla stanchezza e alle malattie.
Il territorio del Padule entrò a far parte dei territori della Repubblica Fiorentina nel 1328, dopo essere per secoli stato di proprietà della Repubblica di Lucca. I Medici lo utilizzarono prevalentemente  come territorio strategico-militare, alternando continuamente bonifiche a riallagamenti, che ne facevano, di volta in volta, terreni agricoli o territorio dedicato alla pesca.
Nei periodi in cui era allagato, i suoi canali servivano come comunicazione tra l'allora esistente lago di Bientina e l'Arno.
Nel 1549, dopo una delle bonifiche medicee, fu costruito la Chiusa del Ponte a Cappiano, allo scopo di alleggerire  comunque la portata dell'unico emissario del Padule, l'Usciana.

Tra le varie ipotesi dell'epoca ci fu anche quella di alzare il livello delle acque, in modo da trasformarlo in un vero lago.
I Lorena avevano deciso per prosciugare completamente il Padule, come sono riusciti a fare con il limitrofo lago di Bientina, ma a causa delle continue piene dell'Arno, potenziarono solamente le chiuse di Ponte a Cappiano, che in un primo momento avevano deciso di abbattere.
Il Padule di Fucecchio è stato anche teatro nel agosto del 1944, di un efferato eccidio da parte delle truppe naziste. Senza nulla togliere alla memoria di Sant'Anna di Stazzema, non si capisce come mai la tragedia di  Castelmartini, nel comune di Larciano - insignito per questo della medaglia d'oro al valor civile - sia così dimenticato. Eppure furono rastrellate ed uccise ben 174 persone, di cui ben 62 erano donne, 25 persone oltre i 60 anni di età, 16 ragazzini sotto i 18 anni e - dicasi -  28 bambini sotto i 10 anni!
A ricordi di  questa tragedia dimenticata,  esiste un monumento a Castelmartini, proprio accanto ad una delle strade bianche che conducono nell'attuale palude.

Adesso il Padule è un luogo remoto, con i suoi romantici canali pieni di acque ferme, popolate da piante palustri,

memorie di antichi porti, che permettevano a snelli barchini di spostarsi attraverso le pianure interne

vecchi capanni dove gli abitanti del luogo riponevano gli attrezzi per svolgere le loro attività di pesca o di raccolta delle erbe palustri, e che adesso servono come punto di osservazione della fauna e della flora

romantiche strade bianche, dove si respira un'aria antica e dove è possibile fare degli incontri particolari

oppure, nella zona resa agricola, architetture da pianura padana.





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domenica 8 dicembre 2013

E SE INVECE DI LEONARDO, PARLASSIMO DI VINCI?


Viene naturale, quando si parla di Leonardo da Vinci, chiedersi: ma questo ragazzo, un cognomino come tutti non ce l'aveva?!
E certo che ce l'aveva: da Vinci!
Purtroppo il fatto che cognome e luogo di nascita coincidano, complica terribilmente il discorso.
Torniamo quindi al titolo: e se invece di Leonardo parlassimo un po' di Vinci?
Vinci è situata in un luogo incantevole, sulle pendici del Montalbano.
Il suo centro storico è noto come "Castel della Nave" e questo perchè ha una forma che ricorda una nave a due alberi - dove gli alberi  sarebbero il castello dei Conti Guidi

e il campanile della chiesa di Santa Croce.

Questa forma non è molto comune in Toscana.
Il Castello dei Conti Guidi è parte del museo dedicato a Leonardo, e affaccia su una piazzetta assai originale, decorata da un noto artista contemporaneo, Mimmo Paladino.

In una piazza altrettanto particolare, affacciata sul dolce panorama del Montalbano tutto viti e olivi, sorge una riproduzione dell'uomo vitruviano.

Un doveroso omaggio al grande concittadino.
Già che siamo a parlare di piazze, appena fuori dal Castel della Nave, c'è una piazza alberata - probabilmente ottocentesca perchè si chiama Piazza della Libertà - dove sorge una bellissima statua equestre, dell'artista americana Nina Akamu ed ispirato al Cavallo di Leonardo.

Una curiosità: nell'ambito del Plebiscito del 1860, quello con il quale la popolazione avrebbe dovuto esprimere la sua volontà di annettersi al Regno d'Italia, i vinciani espressero un parere discordante. La maggioranza votò contro l'annessione.
Vinci propriamente detta è il capoluogo comunale, che però concentra la maggior parte della sua popolazione nelle frazioni di Sovigliana e Spicchio, sul lato destro del fiume Arno.

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