Di Borgo San Lorenzo (e del Mugello) abbiamo già parlato diverse volte.
Questa volta, vogliamo portarvi a visitare un piccolo, incantevole museo in una splendida dimora storica, all'interno di un parco fresco ed ombroso.
La dimora storica è Villa Pecori-Giraldi.
Si tratta di una costruzione dall'aspetto rinascimentale, che ricorda molto da vicino (ma più in piccolo) la villa medicea di Cafaggiolo.
Infatti i Medici, lo sanno tutti, erano mugellani di origine...
Era lì da secoli, di proprietà dell'antica famiglia dei Giraldi. Poi nel 1748 venne in possesso del Conte Antonio Pecori, che aggiunse al proprio cognome, anche quello dei Giraldi.
E quando si decise di dar vita ad un museo che esponesse le opere più belle della Manifattura di ceramiche e vetrerie Chini, fu obbligo pensare a questa bella vitta, che il comune di Borgo San Lorenzo aveva fatto sua per donazione nel 1978, perchè i Chini l'avevano decorata negli anni, già a partire dal 1854, anche se non come ceramisti ma come pittori e decoratori.
(Quindi, oltre ai manufatti in esposizione, ci sono le decorazioni proprie della villa, che integrano un percorso quantomeno affascinante)
La Manifattura "L'Arte della Ceramica" nacque infatti nel 1896, quando i conti Ginori vendettero l'antica Manifattura di Doccia all'industriale milanese Augusto Richard.
Non si può rendere a parole il senso di tradimento che questa vendita suscitò nella popolazione a quei tempi: a tutti i livelli, il popolo si sentì tradito, e non solo chi lavorava all'interno della manifattura.
Dal più umile barrocciaio all'artista più illustre, fu grande lo scandalo per questa cessione, per aver "ceduto per denaro" un pezzo di storia del nostro paese.
Galileo Chini, che a quel tempo era un giovane di belle speranze, insieme ad altri tre giovani artisti fiorentini fonda appunto la "Manifattura Arte della Ceramica", e se non nominiamo gli altri è solo perchè alla fine era il Chini, il direttore artistico di tutta l'opera, quindi la persona che più ci interessa.
Fu sua l'intuizione di non dedicarsi alla riproduzione di ceramiche antiche, per le quali esistevano già ottime manifatture in zona, ma di dedicarsi all' "Arte nuova"
come veniva chiamata allora, quella che noi in Italia conosciamo come Liberty, ma che a livello ceramico esprime il proprio apice proprio in Francia come "Art Noveau".
Fu una bella idea, perchè i Chini ( e i loro soci) cominciarono una produzione che in Italia ancora non esisteva, e che si fece apprezzare in tutte le Grandi Esposizioni Universali, che si tenevano allora, vere grandi vetrine dell'innovazione e dell'inventiva dell'epoca.
Adesso queste grandi esposizioni ci fanno un po' sorridere. Di tutto un po', affastellato senza criterio apparente, bastava che fosse nuovo. Eppure ha funzionato no? eccoci qua, figli, anzi, nipoti di quell'epoca e di quel metodo, che se non fosse esistito non ci avrebbe portato dove siamo.
All'alba del secolo scorso, i Chini si separarono dai loro soci e fecero nascere le fornaci San Lorenzo, proprio a Borgo San Lorenzo, e da qui cominciarono anche la produzione i vetrate dipinte, tipiche del Liberty.
Purtroppo poi la fabbrica fu distrutta dai tedeschi con un bombardamento nel 1943.
Nella villa potete ammirare i due caminetti, creati dai Chini per i Pecori-Giraldi, tanto che hanno dato il loro nome alle due stanze: del caminetto grande, decorato con gli stemmi dei Pecori e dei Giraldi, e del caminetto piccolo.
Meravigliosa è la scala elicoidale con lo stemma dei Pecori Giraldi, sempre realizzato dai Chini in ceramica.
Tra le varie sale dove si ammirano i pezzi prodotti dalle due manifatture alle quali i Chini hanno dato vita,
noi abbiamo ammirato particolarmente la produzione del gres salato (si dice così il gres rivestito da una pellicola vetrosa trasparente ottenuta dal cloruro di sodio come reazione alla fiamma del forno in cui il gres viene cotto) con i suoi disegni blu su base neutra, che abbiamo trovato attualissimi e affascinanti.
Se voleste continuare ad ammirare i lavori della manifattura Chini, basterebbe andare al municipio di Borgo San Lorenzo, che è stato progettato, decorato ed in gran parte arredato, proprio dai Chini.
E c'è chi ci va solo a fare un certificato di residenza!
Mappa
Nessun commento:
Posta un commento