E' vero, siamo amanti della Val D'Elsa.
Ne abbiamo parlato in più di una occasione (link)
Barberino, poi, è situato in una posizione tale da incantarci ogni volta che ci passiamo, anche di sfuggita.
Situato com'è su un balcone naturale, gode di un panorama stupendo da entrambe i lati, tanto che persino il distributore di benzina, ha il piazzale con un panorama mozzafiato...
Il paese antico ha due porte, quella rivolta verso Roma è ancora quella originale,
mentre quella rivolta verso Firenze, beh, è stata ricostruita.
Barberino Val d'Elsa, sorge vicino alle rovine di Semifonte, la città rivale di Firenze, e della quale non è stata lasciata pietra su pietra nel 1202.
Anche di questa vi abbiamo parlato (link)
Della distruzione della città di Semifonte, Barberino si è molto giovata, perchè oltre ad utilizzare le sue pietre come materiale di costruzione per le proprie mura, ha approfittato del vuoto amministrativo lasciato dall'importante città, per accentrare dentro di sè la sede di tutte le varie leghe e rappresentanze del circondario, diventando la sede amministrativa della Valdelsa per buona parte del medioevo,
Di impianto medioevale è anche la sua pianta, di forma ellittica, come si usava ai tempi, con le due porte di cui si è già parlato: perchè la città sorgeva proprio sulla via Regia (che non era poi che l'antica via Cassia dei Romani) che portava da Firenze a Roma, e doveva molta della sua importanza proprio a questa collocazione geografica.
Insomma, una serie di fortunate circostanze.
Barberino Val d'elsa ha anche dato i natali ad un trovatore medioevale, Andrea da Barberino (appunto) autore del "Guerrin Meschino", che è una storia di cui, almeno il titolo, lo conoscono tutti.
E' la tipica canzone da trovatore medioevale, in cui si narrano le avventurose vicende di un giovane, rapito alla sua famiglia quando era bambino e che è arrivato a Costantinopoli a seguito di una serie di avventure; si trova a vivere a corte dell'imperatore, come compagno di giochi di suo figlio.
Crescendo, capisce che la sua condizione di giovane senza famiglia gli preclude ogni possibilità, e tra queste anche di poter un giorno sposare la ragazza che ama.
Decide quindi di andare per il mondo a cercare la sua famiglia, facendosi chiamare il Meschino.
Dopo varie avventure, viene indirizzato alla Sibilla, la fata Alcina, che viveva sui monti del centro Italia (e che infatti si chiamano "Sibillini") e che avrebbe potuto aiutarlo, ma a prezzo di prove terribili.
Lui le affronta a viso aperto ed alla fine trova suo padre e sua madre e scopre di essere figlio di Milone e Fenisia, sovrani di Durazzo.
Dire che questo è un riassunto stringato è dir poco: del resto a commentare il canto di Trovatore, poi rielaborato in mille modi durante i secoli (e non sempre in modo benevolo) si rischierebbe di perdere il filo.
Quel che è certo è che la figura della Sibilla è stata a dir poco distorta nei secoli, e dal punto di vista delle donne non è certo stata tratteggiata con benevolenza, perchè la Sibilla è stata considerata una ammaliatrice, una incantatrice malevola, e non semplicemente un'oracolo.
Un altro eminente personaggio di Barberino Val D'Elsa e' stato Francesco da Barberino, noto per aver scritto una sorta di galateo femminile, edito tra il 1318 e il 1320, denominato Reggimento e Costumi di Donna, dove si parla di quali sono le cure che una madre deve dare al figlio, secondo gli usi della sua epoca, nonchè di un'opera poco conosciuta dal pubblico, Documenti d'Amore ma estremamente importante perchè suddivisa in tre livelli. In volgare, in latino, ed il commentario in latino ai versi in volgare.
Questi commenti riportano un ampio affresco sul modo di vivere e di intendere il mondo ed il sapere e la conoscenza del medioevo, ed è illuminante per conoscere i dettagli del vivere di quegli anni.
Per chi sa il latino, s'intende!
Il territorio di Barberino Val D'Elsa è molto vicino a quella della mitica città di Semifonte (link), e percorrendo solo pochi chilometri ci si trova sul colle deve sorgeva la città che voleva sfidare in grandezza nientemeno che Firenze.
A parte che ci sarebbe proprio piaciuto vederla, questa grande rivale di Firenze... dell'ambizione di Semifonte, sappiamo non essere rimasta pietra su pietra, mentre Firenze, guarda un po', è ancora lì.
Sul colle dove sorgeva Semifonte non poteva essere costruito nulla, per decreto Granducale.
Poi, nel 1569, fu fatto costruire da Giovambattista Capponi, un tempietto, dove sgorga una limpida fonte, ritenuta salutare sin dai tempi di Caterina da Siena, che, bevendo quest'acqua, guarì da una brutta polmonite intorno al 1370.
Le donne del contado poi, ritenevano che bevendone una certa quantità, non sarebbe mancato loro il latte per svezzare i loro bambini.
Pare che questa credenza sia nata solo da un'errata traduzione della parola latina "lattice" , scritta sulla parte muraria della fonte.
L'antico tempietto è stato recuperato dai volontari dell'Associazione Archeologica Achu solo nel 2012 e restituito al suo antico splendore, anche grazie alla collaborazione dei proprietari del terreno, che hanno concesso il libero passaggio a chiunque intenda visitarlo, nonostante sorga su proprietà privata.
Da allora, molte sono state le giovani donne che hanno rinverdito l'antica tradizione di bere l'acqua miracolosa per continuare ad allattare naturalmente il proprio bambino.
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