domenica 18 novembre 2012

SIGNA E LASTRA A SIGNA

SIGNA E LASTRA A SIGNA


Piccole storie e piccoli tesori nascosti in territori solo apparentemente conosciuti. Questo il senso del nostro blog...
Ecco quindi un'esplorazione che facciamo anche noi per la prima volta, in una zona talmente vicina a casa da non essere mai stata considerata interessante.
E invece...
Signa, sulla riva destra del fiume Arno, come molte città della zona,  ha una parte più antica in collina ed una più recente in pianura. Le sue origini sono probabilmente romane. Il nome - ma sono ipotesi - è ricollegabile ad una storpiatura del nome del probabile fondatore, Lucio Cornelio Silla. Comunque sia, l'insediamento acquistò importanza perchè era vicino all'Arno, e lungo l'asse viario tra Fiesole e Pisa. Non si hanno grandi notizie del castello di Signa, nel medioevo, a parte quelle legate alla Beata Giovanna, una pastorella nata nel 1266 che all'età di dodici anni, cosa non rara all'epoca, decise di dedicarsi ad una vita eremitica di preghiera e  penitenza. Si ritirò in un romitorio dove  fece murare la porta e dove visse sino al 1307, divenendo poi  la Santa  protettrice della città.
Proprio dove il fiume Bisenzio si getta nell'Arno, c'è il ponte sul fiume che ha rappresentato per tanti secoli il motivo della prosperità del luogo.

Infatti, anticamente questo era l'unico - e ultimo - ponte che, dopo la città di  Firenze, permetteva di passare all'altra riva, e quindi di collegarsi alla strada che portava a Pisa.
Per la cronaca, la strada che porta a Pisa è la SS 67 Tosco Romagnola, e il ponte rappresenta l'innesto con la SS 325 che porta a Prato e poi a Bologna.
Percorrendo questo primo tratto di strada statale, non si ha una grande impressione della cittadina. Ma basta salire una delle tante scalette, o stradine anche solo pedonali,

che portano su verso il Castello, per scoprire un'altro mondo, fatto di antiche stradine, bastioni del vecchio castello inglobate nelle case attuali, antiche porte e bar dai nomi piuttosto "vintage"
Abbiamo scoperto anche che le sorelle Irma e Emma Gramatica hanno vissuto  per qualche anno, insieme ai genitori, in questo villino da cui si gode un panorama veramente grandioso.
Nel territorio di Signa fa parte anche il parco dei Renai, un lodevole recupero delle casse di espansione dell'Arno, che fu deviato in periodo Mediceo allo scopo di farne una cava di sabbia. Trascurati e impaludati per molti secoli,  sono stati recuperati in tempi recenti con la creazione di un bellissimo parco fluviale, ricco di laghi e  vegetazione. Magari ne parliamo meglio in un altro post....
Lastra a Signa,sulla parte sinistra del fiume, deve il suo nome ad una cava di arenaria da cui si ricavavano le lastre, ed alla sua vicinanza a Signa. Sino a XIII secolo era conosciuta come Lastra a Gangalandi, dal nome della famiglia feudale della zona, legata ai Cadolingi di Fucecchio.
Lastra a Signa custodisce l'unico museo italiano dedicato ad Enrico Caruso. E' situato in una villa sulla collina, villa Caruso di Bellosguardo, che era di proprietà del tenore napoletano che visse qui per alcuni anni. 
Da Lastra a Signa, nel 1529 Francesco Ferrucci si oppose all'avanzata delle truppe imperiali verso Firenze. (ma la famosa frase "vile, tu uccidi un uomo morto" fu pronunciata durante la battaglia di Gavinana, dove morì il 3 agosto 1530).
Lastra a Signa era dotata di belle mura fortificate, che sono state ricostruite numerose volte. La costruzione avvenuta verso il 1370 viene attribuita al Brunelleschi.

Ne rimangono alcuni frammenti fra cui il portone  di Baccio, ingresso al centro storico dalla SS 67.

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