domenica 27 settembre 2015

ERA IL 1994 QUANDO IL LAGO DI VAGLI FU SVUOTATO PER L'ULTIMA VOLTA...

Vi è mai capitato di rimettere in ordine un cassetto, e di passare le due ore successive a guadare vecchie diapositive? Certo che si.
Anche noi, cercando di rimettere in ordine delle vecchie pellicole, abbiamo messo le mani su un vero tesoro, di cui avevamo dimenticato di essere in possesso.
Infatti, siamo stati tra i fortunati che nel 1994 sono stati a visitare Fabbriche di Careggine, l'antico paese sommerso sotto al lago di Vagli (Lucca), e che dal 1948, anno del completamento della diga, è stato vuotato quattro volte per la manutenzione e la pulizia del fondo.
L'ultima volta, appunto, nel 1994.
Il lago di Vagli - che è un lago ENEL -  è stato formato nel 1947, dallo sbarramento del torrente Edron.
Ha sommerso il paese di Fabbriche di Careggine, un paese fondato nel XIII secolo, e che ospitava, come altri da queste parti, una colonia di fabbri provenienti dal nord Italia. Di queste comunità dedite alla lavorazione del ferro e provenienti dall'italia del nord ne abbiamo già parlato nel post dedicato Fabbriche di Vallico (vedi link) che ha una storia simile (ma i fabbri erano bergamaschi...).
Si trattava di un paese di tutto rispetto, che verso la metà del XVIII secolo era assai fiorente, essendo tra i maggiori centri per la lavorazione del ferro di tutto il Ducato di Modena.
Alla fine dello stesso secolo, con la decadenza della Via Vandelli (vedi link) gli abitanti del borgo dovettero gradualmente dismettere l'attività di fabbri ferrai e dedicarsi alla pastorizia e all'agricoltura. Solo all'inizio del novecento fu costruita una piccola diga sul torrente Edron, per produrre l'energia necessaria alla lavorazione del marmo, nelle vicine cave.
Il progetto di costruire la diga c'era già in epoca fascista, ma fu solamente dal 1947 che fu costruita l'attuale diga.
Fabbriche di Careggine, che contava allora solo 146 abitanti, fu interamente sommerso, e i residenti furono spostati in un villaggio, appositamente costruito a Vagli di Sotto, e che riproduce fedelmente il tessuto urbanistico del villaggio sommerso.
Il lago è l'invaso artificiale più grande della Toscana, ma quando ci siamo capitati noi di recente, era almeno dieci metri sotto il suo livello abituale. Non tanto, tuttavia, da far vedere il campanile della chiesa (sempre che sia ancora in piedi).
Sul lago, posizionato laddove passava l'antica via Vandelli, è situato un ponte a tre arcate, progettato all'architetto Riccardo Morandi.

c'è in costruzione anche un ponte tibetano (!) - ma in cavi d'acciaio, tranquilli - che porta a questo straordinario gruppo di statue, raffigurante il capitano De Falco (quello del:" torni sulla nave, ca@@o") e di Schettino, raffigurato con le orecchie di coniglio (ah,ah). Un paio di metri sotto c'è anche una statua di un coniglio, e una bozza della statua di di Falco.

Un gruppo marmoreo a dir poco sorprendente!

Ma la cosa più interessante sono i ricordi che abbiamo della visita al paese fantasma.
La cosa che ricordiamo maggiormente era il caldo soffocante che abbiamo sofferto.
Era il 1994, quindi in tempi ancora esenti dagli anticicloni africani.
Bisogna però ricordare che ci si trova sul fondo di un lago: solo melma solidificata, un opprimente catino assolutamente privo di qualsiasi forma di vegetazione e senza il minimo alito di vento.

Dopo una lunga strada, da percorrere a piedi sotto un sole martellante, si arriva al paese, straordinario monumento di fango in mezzo ad un paesaggio lunare.
Sembrava un miraggio, ed  infatti la sensazione di trovarsi in un deserto era fortissima!

Le case erano tutte prive del tetto, mentre era ancora in piedi la cupola della chiesa; unica possibilità di godere di un po' d'ombra, ma anche l'unico posto dove il fango non si era solidificato, e quindi comunque assai poco praticabile.


La cosa più straordinaria era tuttavia, l'antico cimitero. Isolato sulla parte opposta di un pendio, e perfettamente riconoscibile nella sua architettura.
Chiudendo gli occhi e concentrandosi un po', si poteva immaginare lo stesso luogo coperto di boschi, con il torrente Edron che scorreva nel mezzo. I fabbri lavoravano e si sentiva il martello battere sull'incudine, la vecchietta che si recava al cimitero, il prete che usciva dalla sue chiesa, la ragazzina che portava a spasso le oche...riapri gli occhi e ti trovi nel fondo di un girone dantesco.
Affascinante proprio nella sua precaria provvisorietà, in quel riemergere periodicamente dalle acque, come un ricordo, che suona come un monito a tutti quei paesi che sono morti, anche senza essere sommersi dall'acqua; per loro il riscatto è sempre possibile, mentre per il povero Fabbriche di Careggine ormai non c'è niente da fare.

Mappa

Nessun commento:

Posta un commento