Sappiamo che siete rimasti sorpresi.
Di solito esordiamo con un "cappello" in cui si introduce l'argomento, e solo in seguito di inseriscono le foto.
Invece questa volta abbiamo inserito per prima cosa una foto, anzi, un disegno di Antonio Sant'Elia.
Questo architetto, nato a Como nel 1888, ha esercitato una influenza veramente notevole sull'architettura delle nostre città, nonostante sia morto durante la prima Guerra Mondiale, nel 1916 a soli 28 anni.
In realtà dei suoi numerosi progetti, non è stato realizzato quasi niente, vuoi per il momento storico, vuoi per la sua prematura morte.
Ma Antonio Sant'Elia è stato uno dei firmatari del "Manifesto del Movimento Futurista" nel 1909, ed è conosciuto come l'unico architetto futurista.
Sua è la concezione della Città Futurista, quella a cui si è ispirato il regista Fritz Lang nel suo capolavoro "Metropolis". (a proposito, se non l'avete mai visto vi consigliamo di guardarlo perchè è bellissimo).
Riferimenti alla sua concezione di Città Futurista, e all'architettura futurista in genere,si può trovare nell'opera del famoso architetto americano Richard Fuller.
E chiari riferimenti a Sant'Elia, si trovano nell'architettura razionalista che ha prodotto tanti edifici in tutte le città d'Italia durante il ventennio fascista.
L'architettura prodotta in quegli anni può piacere, oppure no; però ha prodotto una quantità incredibile di edifici, che sono così entrati nel contesto delle nostre città da non essere nemmeno più notati.
In genere si tratta di edifici di utilità - ma non mancano le case di abitazione, e se ne trovano moltissime, specie nelle località marine - proprio come quello di cui vogliamo parlarvi.
Adesso confrontate questa foto con il disegno che vi abbiamo proposto in apertura, e diteci se non gli somiglia tantissimo.
Si tratta di un semplicissimo silo per le granaglie - si legge ancora bene la scritta "consorzio agrario provinciale di Arezzo", e sotto si vede che è stato rimosso qualcosa (che poteva benissimo essere un fascio littorio).
E' situato vicino ad una stazione secondaria, che ha tutta l'aria di una stazione merci (Arezzo-Pescaiola) e questo giustificherebbe la sua collocazione.
Al momento della sua costruzione doveva essere in aperta campagna, ma la città gli è cresciuta intorno, e adesso di trova in un anonimo quartiere residenziale.
Progettato dall'ingegnere aretino Ubaldo Cassi, e realizzato tra il 1937 ed il 1938, la sua particolarità consiste nel fatto che i depositi delle granaglie erano in celle verticali, per una migliore utilizzazione degli spazi.
Si tratta di un edificio imponente, che dà tutt'ora un'impressione di solidità straordinaria, e contemporaneamente di grande leggerezza e di slancio verso l'alto.
Nonostante non svolga più la sua funzione da ormai molti anni, non sembra in condizioni fatiscenti.
Fortunatamente, dopo l'ipotesi che riguardavano un suo eventuale abbattimento, pare che prevalga la volontà di recuperarlo, togliendosi il paraocchi dell'ideologia e manifestando invece il desiderio di recuperare una
delle più belle strutture produttive degli anni trenta, ancora esistenti in Italia.
Se andate ad Arezzo - una città deliziosa che merita una visita - andate a vederlo.
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Faccio il consulente sulla sicurezza sul lavoro e stasera, dovendo essere ad Arezzo, arrivo prima e faccio un salto a Pescaiola per ammirare il silo
RispondiEliminaSaluti