La cittadina è veramente graziosa, ma adesso non vogliamo parlarvi tanto di Montelupo, quanto del suo Museo della Ceramica.
Un posto che merita davvero vedere, anche per la strana storia che c'è a monte della sua creazione.
Negli anni '70 del secolo scorso, durante dei banalissimi lavori di ripavimentazione di una strada nella sua parte alta e più antica, fu trovato quello che fu denominato "il pozzo dei lavatoi".
Si tratta di una struttura molto antica, nata quasi certamente nel XIII secolo e adiacente al castello, e che serviva da riserva idrica per il castello stesso.
Tramite questo pozzo, scavato da un antico fiume di origine preistorica, si attingeva acqua a grande profondità, oltre 30 metri.
A metà del '300 avvenne un crollo della parete di pietra, posta a protezione del pozzo stesso, e si creò un sedimento di pietre che impedirono - di fatto - l'utilizzo del pozzo per la sua funzione, che era quella di attingere acqua.
Rimasto inutilizzato sino a metà del '400, il pozzo fu utilizzato dalle manifatture di ceramica, spina dorsale dell'economia della cittadina, per smaltire gli scarti di lavorazione: quindi i cocci di quello che rompeva e tutto ciò che non soddisfaceva gli ordinativi della committenza. In definitiva, tutto quello che era venuto male, e che non sapevano dove buttare.
In secoli di utilizzo, in questo pozzo si è trovato tanto materiale, e di tanta qualità, fa farne un museo intero!
E che museo! Due piani di notevoli dimensioni, tante stanze ognuna con la sua storia, partendo dalle origini e finendo nella quasi modernità, quando l'industria della ceramica ha perso gran parte della sua importanza - purtroppo - per la città di Montelupo.
Il percorso da seguire guida di sala in sala, ognuna tematica, dove ci sono audiovisivi molto simpatici, interpretati da attori in costumi d'epoca, molte chiare spiegazioni, e tante, tante ceramiche da ammirare.
Quello che colpisce è che quello che vediamo sono tutti scarti!
Se quelli erano gli scarti, non osiamo pensare a quello che potevano essere i pezzi venuti bene.
a questo proposito, il pezzo più bello è questo bacile, risalente al 1509, e realizzato in "rosso di Montelupo" un colore unico al mondo, e che costituisce tutt'ora un mistero per la sua composizione chimica.
Dovrebbe trattarsi di un ossido di manganese ricco di arsenico, importato dall'Anatolia; infatti erano fiorenti i rapporti commerciali tra Montelupo e la città turca di Iznik (l'antica Nicea).
quel che è certo è che dopo di allora questo colore non è stato più prodotto, e che con il tempo il segreto della sua composizione è andato perduto.
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