domenica 8 gennaio 2017

COLLODI CASTELLO ED IL GIARDINO GARZONI

Questa volta segnaliamo un itinerario solo apparentemente banale: infatti chi non è mai stato al Parco di Pinocchio a Collodi, da bambino, o accompagnando i figli prima ed i nipotini poi?
Ma noi non vogliamo portarvi al Parco di Pinocchio - che comunque è pur sempre un luogo che merita di essere visitato, specialmente se lo si guarda con gli occhi di un adulto - ma a Collodi Castello.
Per dire la verità, quando siamo andati a Collodi, volevamo parlare solo del giardino di Villa Garzoni, uno splendido giardino all'Italiana, con la famosa e scenografica scalinata, con le cascate ed i giochi d'acqua.
Ma siccome siamo arrivati troppo presto per l'apertura del parco - le scoperte si fanno anche per queste casualità - ci siamo incamminati per una stradina acciottolata, con l'indicazione "Castello".
La stradina, proseguendo, è diventata piuttosto impegnativa.
Sicuramente le auto passano da un'altra parte. Infatti accanto all'acciottolato, partiva anche una strada asfaltata, che sicuramente seguiva un tracciato maggiormente favorevole; qui, senza essere ingegneri, e senza l'ausilio di cartelli che lo indicassero, abbiamo valutato la pendenza intorno al 18/19%.
Abbiamo quindi capito l'utilità dei corrimani in metallo, ad ausilio dei temerari che desideravano cimentarsi non tanto nella salita, ma nella conseguente discesa! Sicuramente, in inverno con un po' di ghiaccio, qui ci si allena per il salto dal trampolino olimpico!
Sorpresa: il paesino è tenuto piuttosto bene, anche se sicuramente si tratta più di seconde case, che di abitazioni permanenti.
Comunque abbiamo visto parecchie case abitate - ci siamo stati i primi di dicembre, un periodo al di sopra di ogni sospetto - e macchine parcheggiate (tutte 4x4).
Il paesaggio dalla sommità della rocca è spettacolare, e immaginiamo quanto possa essere bello in piena estate!
Da qui proveniva la madre di Carlo Lorenzini (in arte:Collodi) e sappiamo che aveva qui nonni materni ed un numero imprecisato di zii e cugini.
Sappiamo anche che ha trascorso lunghi periodi presso i nonni, e proprio qui, tra queste erte stradine, è nato il primo germoglio del libro che lo ha poi reso famoso in tutto il mondo.
Scendendo dalla rocca, si percorre una stradina che costeggia il muro di Villa Garzoni, la villa fatta costruire dalla nobile famiglia pesciatina dei Garzoni, già dal 1633 su una pre-esistente rocca medioevale.
E' una delle strade che gli abitanti della rocca utilizzavano per scendere al piano, mentre l'altra attraversa il giardino della villa padronale - è detta "il viale dei poveri" - usufruendo di una servitù, che la famiglia Garzoni aveva concesso agli abitanti.
Al momento in cui ci siamo andati noi, la villa era chiusa, anche se sappiamo che è in parte visitabile.
Con la nostra mentalità occidentale, abituata quindi alle simmetrie, ci si aspetterebbe che la villa fosse all'apice della spettacolare scalinata, costruita per poter realizzare un vero giardino all'italiana, pur nelle possibilità che offriva il territorio; anche in modo da poter pienamente dominare - con un solo colpo d'occhio - tutta la pianura sottostante.
Invece la bella villa, recentemente restaurata e dipinta in un giallo caldo, con delle finiture color crema che accentuano il suo fascino rococò, è situata sulla sinistra, rispetto all'entrata del giardino.
Un tocco di eccentricità, che colpisce subito.
Il giardino sarebbe un classico giardino all'italiana, se non fosse che è in verticale!

Ma ci sono altre particolarità.
Accanto al consueto labirinto in bosso - un po' spelacchiato, perchè il bosso cresce lentamente ed è stato quasi tutto rimpiazzato a causa della malattia che qualche anno fa lo ha praticamente sterminato in tutta la Toscana - c'è un bellissimo e suggestivo bosco di bambù: attraversarlo è davvero un'esperienza.
Come in tutti i giardini all'italiana, ci sono moltissime statue, raffiguranti antichi imperatori, divinità greche e latine, e un cinghialetto che ci ha molto ricordato quello di Firenze.
Le statue erano state dipinte di rosso nel XIX secolo, allo scopo di farle sembrare di laterizio. In un recente restauro, sono state riportate tutte al loro colore originario, che era il bianco.
Ci hanno particolarmente colpito queste due scimmiette, una delle quali calzava il guantone della pallamaglio, mentre l'altra teneva il pallone.
Quindi l'antico gioco tanto popolare in Italia, fino all'inizio del XX secolo, quando le regole unificate del football, importate dalla Gran Bretagna, lo soppiantarono nel giro di pochi anni.
Se volete sapere qualcosa di più della pallamaglio, ne abbiamo parlato in un altro post, di cui vi diamo il link (link).

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