domenica 1 gennaio 2017

LA VIGNA DELLE VENERI

Noi promettiamo sempre piccole storie locali.
E questa è proprio una piccola, grande storia locale.
E' la storia di una vigna, che si trovava a Vaiano.

In realtà una vigna c'è ancora, ma non è quella originale;  che doveva essere un po' più in su sul monte, dove adesso c'è un boschetto molto disordinato, pieno di cespugli e pruni, e che potrebbe benissimo avere ospitato in tempi passati una vigna, tanti, tanti anni fa.
Però si può vedere un artistico muretto con una lapide che risale al 1841, dove si ricorda appunto che da questa vigna, detta delle Veneri, veniva prodotto un vino che il grande Galileo apprezzava molto, già dal 1630.

La vigna è rimasta famosa proprio per questo apprezzamento da parte del grande scienziato.
Ma come è entrato in contatto Galileo con  questa vigna a Vaiano?
Il figlio del Galilei, Vincenzio, aveva sposato Sestilia Bocchineri, rampolla di un'antica famiglia pratese, la cui sorella maggiore Alessandra, aveva sposato in terze nozze il proprietario della vigna, Giovanfrancesco Buonamici.
Galileo era molto amico del Buonamici, che era all'epoca ambasciatore presso la corte spagnola, a Madrid.
La moglie Alessandra, era poi una interessante figura femminile dell'epoca, che aveva avuto ben tre mariti, tutti sposati per aiutare le dissestate finanze della nobile famiglia paterna. Tra un marito ed un altro, Alessandra sosteneva la famiglia con il suo lavoro di abilissima ricamatrice.
Recatasi a Vienna al seguito di Eleonora Gonzaga, andata sposa a Ferdinando II d'Austria nel 1622, lì conobbe Giovanfranesco Buonamici, un diplomatico di altrettanto nobile - ma assai più facoltosa - famiglia pratese.
Nonostante fosse già al terzo matrimonio, Alessandra aveva solo ventitrè anni quando sposò il Buonamici; e una figlia di primo letto di nome Angelica.
Sposando il giovane e brillante diplomatico, per Alessandra terminarono le preoccupazioni materiali, ed ebbe modo di conoscere il grande scienziato, diventandone anche parente acquisita nel 1629, a causa del matrimonio tra la sorella Sestilia ed il figlio dello scienziato.
Tra i coniugi Buonamici ed il grande pisano,  ebbe così inizio una buona amicizia, dovuta anche al fatto che Giovanfrancesco, pur essendosi laureato in legge a Pisa, coltivava da sempre la passione per le scienze naturali.
Il loro legame era così forte, che Buonamici testimoniò a favore di Galilei al momento in cui ci fu il famoso processo per eresia, a causa delle sue teorie sull'eliocentrismo.
Tra visite, scambio continuo di lettere, specialmente con la colta e vivace Alessandra - di cui lo scienziato era anche un pochino innamorato - e reciproco invio di doni, i buoni rapporti andarono avanti sino alla  morte dello scienziato nel 1642.
Sino a quel momento, dalla Vigna delle Veneri, ogni anno arrivava allo scienziato una botte di quel vino che lui tanto apprezzava.
Solo dopo 200 anni, l'ultimo erede diretto, Ranieri Buonamici, fece questo muretto, dove fu inserita la lapide con il ricordo dell'apprezzamento del grande scienziato per la allora ricostruita vigna a Sangiovese ed Aleatico per le uve nere, e per il Trebbiano e la Malvasia per le uve bianche. 

Mappa

Nessun commento:

Posta un commento