Se un bel numero di anni fa ci avessero detto che, di nostra iniziativa, un bel giorno avremmo visitato un museo dedicato alla matematica, probabilmente ci saremmo fatti delle sostanziose risate, oltre ad apostrofare con nomi poco gentili chi ci avesse fatto questa predizione.
E invece, è successo.
Ci ha fatto venire un gran mal di testa, questo lo dobbiamo ammettere, però lo abbiamo trovato piuttosto gradevole.
Questo Museo si trovo all'interno del polo scolastico di San Bartolo a Cintoia,a Firenze, ed ha un nome specifico.
Si chiama "Giardino di Archimede" ed è visitabile solo durante l'orario scolastico, cioè dallo 9.00 alle 13.00... cioè quando orde di liceali dai jeans strappati, ti guardano salire le scale che portano al museo - che per fortuna ha un'entrata separata da quella della scuola - con l'aria di dire : "Aoh che vogliono 'sti fanatici?" (perchè gli studenti pensano in romanesco anche se sono di Firenze).
Superate queste Forche Caudine, ci siamo ritrovati nel confortevole ambiente del museo, dove una gentilissima signora ci ha illustrato il contenuto delle varie sale, invitandoci a fare tutti gli esperimenti che le varie postazioni richiedevano, e ci ha augurato una piacevole visita.
Ovviamente si tratta di percorsi adatti all'uso didattico, serve proprio a quello, ad avvicinare i ragazzi - e non solo loro - alla matematica, che si immagina come scienza puramente astratta: ecco, qui invece si capisce quanto ha che fare con la realtà in cui viviamo.
Prima di tutto la storia di Leonardo Fibonacci, il primo grande matematico italiano, ponte tra la matematica araba e quella europea, poi la geometria applicata alla vita di tutti i giorni, la mostra delle macchine di Galileo e come queste hanno trovato applicazione nelle cose dei giorni nostri.
In un museo della matematica non poteva mancare una sezione dedicata a Pitagora ed al suo teorema: ci sono dei tavoli dove ci sono dei puzzle mediante i quali si possono costruire i quadrati sull'ipotenusa...ci siamo sempre chiesti chi mai andasse in giro a costruire quadrati sull'ipotenusa, ed improvvisamente ce ne è stata data la possibilità!
(Ve lo diciamo subito a scanso di equivoci: non ci siamo riusciti).
Da non mancare è l'esperimento delle due parabole, distanti tra di loro più di dieci metri; solo sussurrando verso il centro della parabola, chi conduce l'esperimento con voi vi sentirà distintamente dall'altra parte!
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