Che la nostra città sia sotto la particolare protezione di Maria Santissima, lo sappiamo perchè la cattedrale di Santo Stefano custodisce una delle Reliquie più venerate della Cristianità che riguardano la Vergine Maria: la cintura della veste della madonna, o la Sacra Cintola, come la chiamiamo noi a Prato.
Inoltre, essendo il Santo patrono della nostra città Santo Stefano
(26 Dicembre...) cioè un giorno in cui è comunque festa, per consolarsi di tanta sfortuna i pratesi si sono dati un'altra occasione di festeggiare, ed hanno scelto proprio il giorno l'8 settembre giorno della Natività di Maria.
In questa occasione si celebra la "Madonna della Fiera", giornata centrale di una serie di intrattenimenti, che culmina con il Corteggio Storico, una sfilata di personaggi un costume.
Questi, al termine della sfilata si radunano davanti al Duomo, dove viene effettuata l'ostensione pubblica della sacra reliquia dal pulpito del Donatello, appositamente realizzato nel 1438, e da dove viene mostrata al popolo tutto per cinque volte nel corso dell'anno, di cui questa è la più solenne.
E questa è la storia che ogni pratese sa fin dalle elementari.
Quello che forse si sa di meno, è che a Prato ci sono altri cinque Santuari Mariani, tutti legati a miracoli che si sono verificati proprio nel nostro territorio e che hanno richiesto per questo l'edificazione di una chiesa o di un santuario.
Cominciamo con quella che magari può sorprendervi di più.Il Santuario di S. Maria del Soccorso nell'omonimo quartiere.
Dove adesso sorge la chiesa, fuori dalla porta Santa Trinita e sulla strada che porta al Poggio a Caiano (l'attuale via Roma) sorgeva un piccolo tabernacolo con un'immagine sacra, una Madonna che allatta il piccolo Gesù. dipinta intorno al 1400 da uno dei fratelli Miniati.
Il 6 Novembre del 1570, una pastorella stava pascolando il suo gregge nei pressi del tabernacolo; improvvisamente si scatena un temporale torrenziale; il cielo si oscura, tuoni, lampi pioggia scrosciante che in breve tempo fa straripare un paio di torrentelli che a quei tempi scorrevano in zona.
La bambina, terrorizzata, si rifugia con le sue pecore vicino al tabernacolo, che si trovava in un luogo rialzato. Alla Vergine rivolge la sua ingenua e fiduciosa preghiera, e le acque non riescono a raggiungere nè lei nè le sue pecore che si salvano inseme alla bambina.
Dopo questo prodigio, inizia il flusso dei pellegrini, che tributarono all'immagine il titolo di "Madonna del Soccorso". Fu restaurata in primo luogo la strada che dalla porta Santa Trinita arrivava sino al Tabernacolo, poi nel 1574 fu costruito un piccolo oratorio, ma contemporaneamente il vescovo di Pistoia (già, eravamo sotto la diocesi di Pistoia) ordinava la costruzione del Santuario che terminò nel 1585.
Nel frattempo il tabernacolo era stato trasportato all'interno della chiesa, con grande cautela. Il ricordo liturgico si celebra il 6 novembre, mentre il 30 aprile si celebra la traslazione della venerata immagine.
Continuiamo con il Santuario di Santa Maria del Giglio, che per chi non lo sapesse è la chiesa che si trova in in via San Silvestro, tra Piazza Mercatale e Piazza San Marco.
In questo luogo esisteva già dal 1200 una chiesa dedicata a San Silvestro, collegata ad uno Spedale, fondato da Dolce de Mazzamuti, che accoglieva pellegrini, ma specialmente bambini abbandonati.
Davanti a questa chiesa c'era un pozzo dove era collocata l'immagine della Madonna. La devozione popolare aveva fatto sì che non mancassero mai i fiori davanti a questa immagine sacra, ma in quel momento il giglio che era stato collocato in un vaso, era ormai secco.
Forse perchè era il 26 agosto!
Del 1644 (contestualizziamo!)
Improvvisamente, il giglio secco nel vaso davanti all'immagine della Madonna, rifiorì, tornando bello come appena colto.
Il prodigio richiamò molti fedeli, e siccome i miracoli si susseguivano, si pensò subito a costruire un santuario, che fu dedicato a Santa Maria del Giglio l'8 marzo 1680.
All'interno del Santuario si trovano sia l'immagine miracolosa sia il fiore oggetto del miracolo.
Lo Spedale, del Sig. dolce de' Mazzamuti, che subì un grave tracollo economico a causa del sacco di Prato del 1512, fu unificato con quello della Misericordia nel 1537 su decreto del Granduca Cosimo I° deì Medici.
Se il nome "Misericordia e Dolce" dice qualcosa ai pratesi ne hanno tutte le ragioni, perchè è stato il nome del loro ospedale sino all'ottobre del 2013.
Il ricordo liturgico si celebra il 26 agosto, mentre il giorno 8 marzo, quello della dedicazione della basilica.
Dopo la messa, vengono distribuiti ai presenti i "gigliucci d'oro" dei biscotti fatti a forma di giglio, che vengono fatti appositamente per queste ricorrenze.
La Chiesa più bella è però la Basilica di Santa Maria delle Carceri, vero capolavoro del rinascimento, unica chiesa voluta espressamente da Lorenzo il Magnifico, che ne curò personalmente il progetto di tempio a pianta centrale a croce greca.
La realizzazione fu affidata nientemeno che a Giuliano da Sangallo.
Il Miracolo si è verificato il 6 luglio 1484, quando un bambino, Jacopino Belcari (nome e cognome, poi vi diciamo perchè) che giocava nei pressi del muro del vecchio carcere pubblico ormai abbandonato, che si chiamava Le Stinche, come quello di Firenze - dove era dipinta una immagine sacra di Madonna col bambino - vide la Madonna stessa staccarsi dal muro, e posare in terra il Bambino Gesù.
Ma non è tutto: davanti al bambino atterrito, sul volto della madonna apparvero lacrime e sudore.
Anche qui fu il primo di una serie di eventi che attrassero fedeli da tutta la Toscana, tanto che fu deciso la costruzione della basilica, anche qui traslando l'immagine miracolosa all'interno della chiesa, che fu terminata nel 1495.
I lavori per la copertura in marmo all'esterno si interruppero per carenza di fondi nel 1506. Nel 1512 ci fu il famigerato sacco di Prato e i fondi per terminare la copertura in marmo della basilica non sono mai stati più trovati da allora.
Torniamo a Jacopino Belcari, che dopo la visione del miracolo entrò in seminario e diventò sacerdote, e fu parroco in Santa Maria delle Carceri dal 1512 al 1522.
Volevamo parlare prevalentemente dei miracoli, ma qui è doveroso parlare della chiesa, perchè è stata costruita in modo da evidenziare in modo particolare due eventi astronomici: A mezzogiorno del giorno del solstizio d'estate, i raggi del sole illuminano il dipinto della Vergine Maria penetrando dalla cupola.
Invece il 15 luglio alle ore 15.18, i raggi solari che penetrano dalla cupola, vanno a illuminare il disco collocato sopra l'altare maggiore della basilica, in ricordo dell'apparizione miracolosa che si era verificata il 6 luglio 1484 (calendario Giuliano!!!)
Continuiamo con il Santuario di Santa Maria della Pietà che si trova nell'omonima piazza e nell'omonimo quartiere.
Dobbiamo essere siceri, qui si trovano un sacco di notizie sulla chiesa ma poche sul miracolo in sè stesso. Sappiamo che anche qui c'era un'immagine sacra, un piccolo tabernacolo detto "del Pesce" ma non abbiamo trovato a quando risaliva, e nemmeno perchè si chiamasse così.
Sappiamo che improvvisamente. la notte nel 26 aprile 1616, su questo tabernacolo una luce a forma di piramide illuminò a giorno la Madonna in esso raffigurata, che iniziò a piangere di dolore.
A questo prodigio assistè di persona anche il Granduca Cosimo II con corte al seguito, e fu per questo che fece subito erigere dal suo architetto Gherardo Mechini il Santuario - aperto al culto nel 1619 - nel quale è custodita l'immagine sacra, che tramite le due finestre (rimaste chiuse forse da sempre, e aperte solo da pochi anni) sulla facciata, può essere vista giorno e notte.
Una particolarità di questo santuario è che è circondato da un giardino, a differenza di tutti gli altri.
Ma chi, come noi, è abbastanza vecchio da ricordarlo con la propria memoria, sa che il giardino sino alla fine degli anni '80 (non siamo precisi con le date) era girato esattamente dalla parte opposta, cioè era dove adesso era la strada, e la strada passava accanto al Santuario.
Con una opportuna modifica della viabilità si è modificato l'assetto della piazza, rendendola molto più vivibile e fruibile.
Quello che è rimasto al suo posto è il monumento a Gaetano Magnolfi, che comunque non è sempre stato lì.
Fu sistemata dove si trova adesso nel 1900, poi spostata in piazza del Duomo, dove adesso di trova un ottagono in marmo, e poi riportata nella sua sede originale negli anni '30.
(neanche fosse stato un soprammobilino...)
E veniamo all'ultimo miracolo quello della Madonna dei Papalini.
Questo miracolo si collega al più tragico momento della storia di Prato: il famigerato "Sacco di Prato" avvenuto nel 1512 e originato dallo scontro tra francesi e spagnoli, questi ultimi alleati dello Stato Pontificio ( e per questo denominati "papalini") per obbligare Firenze a riportare i Medici al potere dopo la loro cacciata del 1494.
Per salvare Firenze, la soldataglia si accanì su Prato per ventidue giorni a partire dal 29 agosto, saccheggando, uccidendo senza pietà e portando Prato sull'orlo della rovina e della miseria.
Solo il carattere della città e dei suoi abitanti ha permesso che potesse lentamente riprendersi e svilupparsi come poi ha fatto.
(Ma con quale fatica. E senza l'aiuto di nessuno. Come sempre)
Ma su questo argomento torneremo più approfonditamente.
Continuiamo con il nostro miracolo.
La furia dei soldati spagnoli non risparmiava nemmeno i monasteri, ma quando tre capitani spagnoli - di cui sappiamo anche i nomi: Giovanni, Spinozo e Vincenzio - entrarono nella Basilica, videro la Madonna in persona, che li esortò a risparmiare il monastero.
Una volta entrati nella clausura di San Vincenzo, trovarono le suore in preghiera davanti ad una statua della Madonna, la guardarono e caddero in ginocchio, pregando a loro volta.
Giurarono davanti alla priora che il monastero sarebbe stato rispettato, e così avvenne.
La statua, in terracotta policroma degli inizi del cinquecento, è considerato quindi protrettrice e salvatrice, e viene denominata "dei Papalini" proprio dal nome delle truppe pontificie che si erano alleate con gli Spagnoli.
La Statua viene esposta, riccamente abbigliata di un abito in seta ricamato che risale al '700, alla grata del monastero di clausura solo il 29 agosto di ogni anno.
Ed ecco perchè non abbiamo foto dell'immagine sacra.
Mappa
Interessante documentazione... Complimenti!
RispondiEliminaPrecisa informata e ironica come sempre sorella!!
RispondiEliminaPrecisa informata.. e ironica come sempre sorella!
RispondiEliminaHo letto ora il racconto dei miracoli di Maria a Prato grazie! Veramente bellissime storie di ispirazione e conforto cosi tanto ben raccontate meravigliose.
RispondiEliminati ringraziamo davvero dell'apprezzamento!
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