lunedì 4 dicembre 2017

IL CASTELLO DI VINACCIANO

Questa è l'apoteosi della gita a chilometri (quasi) zero.
Perchè, nonostante si trovi nel comune di Serravalle Pistoiese - che sarebbe comunque a tiro - per arrivarci si passa da quelle strane stradine traverse tra Prato e Pistoia, che un minuto sei nel bel mezzo di una zona industriale e passi sotto il viadotto dell'A11, e il minuto successivo ti ritrovi tra vigne ed oliveti, e anche girandoti indietro non vedi più nemmeno la casa del fattore.
E' una sensazione di straniamento notevole, ma anche di meraviglia. Non si capisce come sia possibile che un ambiente naturale così bello possa trovarsi  a un chilometro dall'ultimo viadotto dell'autostrada.
Eppure è così.
E quando ci si trova davanti all'imponente Castello di Vinacciano, con la sua particolarissima torre pentagonale, la meraviglia aumenta.

Di questo antichissima costruzione si hanno le prime  notizie scritte nel 998, e questo ci fa capire che il castello esisteva già da molto tempo, perchè in questo scritto,un certo Ottone III, dichiara all'allora vescovo di Pistoia, un certo Antonino, di prendere sotto la sua protezione  la Curtem Vinathianam (il castello di Vinacciano).
Ci è venuto da ridere pensando al grandissimo film "L'armata Brancaleone",  con il suo strampalato italiano medioevale, quando dice che "Lo cavaliere feudatario fece grande giuramento di proteggere e ben governare lo castello..."
A parte le reminescenze cinefile, il luogo è in un posto splendido, sulle colline settentrionali del Montalbano, in quelli che una volta venivano chiamati "I monti di sotto", in un luogo che spiega la sua esistenza proprio perchè domina la viabilità da e per la pianura dove ci sono Pistoia -Prato -Firenze.
Un luogo strategico, che è stato teatro di diverse battaglie, la più famosa delle quali ha visto protagonista nientemeno che il lucchese Uguccione della Faggiola, che pose qui l'accampamento dei suoi soldati per la conquista - peraltro fallita - di Pistoia.
Meglio andò invece svariati anni dopo, nel 1322, a Castruccio Castracani, che - sempre partendo da Lucca - riusci invece a conquistare Pistoia e tornandosene a casa, pensò bene di fortificare il borgo e di insediarvi una propria guarnigione.
Poi il borgo diventa oggetto di disputa tra due importanti famiglie pistoiesi: i Cancellieri, di cui era roccaforte, e i Panciatichi.

Questi ultimi, per risolvere la questione una volta per tutte, pensarono bene di dargli fuoco.
Arse completamente, ed infatti del castello originale rimane solo la maestosa torre pentagona.

A quel punto il castello aveva perso ogni funzione strategica e difensiva, e le numerose famiglie nobili che lo hanno posseduto da alloro in poi, lo hanno trasformato in una villa agreste, con annesso chiesa parrocchiale dedicata ai santi Marcello e Lucia.


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