La Mezzana di cui parliamo è quella di Prato.
Siamo abituati a non considerarla un borgo, ma semplicemente il luogo dove è stata costruita l'uscita di Prato Est della A11.
Ed in effetti, Mezzana non dà l'impressione di avere una storia dietro di sè.
Camminandoci nel mezzo, come abbiamo fatto noi, ci si ritrova nel mezzo a strade piene di palazzoni anni '70, particolarmente alti rispetto alla media di Prato.
Ed è proprio in questo periodo di crescita tumultuosa (e a volte anche piuttosto disordinata) della nostra città, che Mezzana è diventata quello che è oggi.
Infatti da allora non è cresciuta molto di più; si è solo evoluta, ed in certo senso nobilitata, aggiungendo alle strade di villette e di palazzoni, anche il centro espositivo di arte contemporanea "Luigi Pecci" e, a delimitarne i confini, quello che è stato per molto tempo il salotto buono della città, Viale della Repubblica.
E invece, se si ha un po' di occhio, e voglia di fare due passi, si possono trovare tesori inaspettati.
Procedendo per le strade della parte residenziale, non si fa fatica ad identificare le villette anni '50 (costruite su un piano rialzato, per permettere di avere al piano terreno il proprio laboratorio artigiano); quelle anni '60 (con le caratteristiche rifiniture geometriche a mattoncini) o addirittura quelle anni '30 (dai balconcini rotondi con la balaustra in pietra o cemento).
Se poi si vuole risalire indietro nel tempo, in questa "villa"pratese, che già dal nome si capisce che stava nel mezzo - mediana alla valle del Bisenzio - ma forse sarebbe più giusto dire che era una "via di mezzo", e allora magari si capisce che poteva riferirsi ad una strada che magari portava da un luogo all'altro, senza che ci fosse bisogno di sapere da dove a dove!
Beh, ci siamo forse un po' persi, in questa via di mezzo...
Torniamo alle nostre costruzioni storiche.
Senza andare molto lontano, sulla via Ferrucci, in mezzo a quei palazzoni troppo alti di cui parlavamo prima, troviamo una costruzione che si capisce subito essere molto antica.
E' il Molino Caciolli, che era di proprietà dello Spedale della Misericordia e Dolce già dal 1367, e che la famiglia Caciolli ha gestito ininterrottamente dal 1652 sino al 1982, quando la gora che lo alimentava è stata deviata, causandone la definitiva chiusura.
Dopo un lungo periodo di doloroso abbandono, il mulino è stato riadattato ad abitazione privata, anche se sul sul angolo, non manca la caratteristica indicazione del comune - in marmo bianco e verde - che lo identifica come costruzione storica.
Addentrandosi nelle stradine più antiche, ci troviamo a percorrerne una dal nome affascinante: via dell'Agio, dove troviamo, risalente al XIV secolo, Villa Martini.
E' un edificio dall'aspetto a dir poco pittoresco: si tratta di una casa di abitazione, ma l'imponente merlatura- aggiunta alla fine del XV secolo, proprio dalla famiglia Martini, che l'ha posseduta per secoli - la fa sembrare più un castello fortificato, che una villa ci campagna, quale in effetti è.
Infatti non è certo in posizione tale da difendere un bel niente, nel mezzo ad un pianura come è situata. Non conosciamo la storia - non abbiamo trovato più di due righe in tutto il web - ma sembrerebbe che questi Martini fossero dei simpaticoni che volevano farsi notare, più che altro.
Accanto, separata da alcune casette e da un cimitero che ha la caratteristica di sorgere nel centro del paese, senza un metro di quella che da bambini conoscevamo come "zona di rispetto" e che impediva la costruzione di edifici di abitazione accanto ai cimiteri, sorge la chiesa parrocchiale, dedicata a San Pietro.
La chiesa non è antica: risale al 1939, e la sua storia merita di essere raccontata perchè certe cose, a farle adesso, si verrebbe messi in croce a testa in giù.
Nello stesso sito c'era una bella chiesa a tre navate, risalente al 1500.
Il parroco di allora, don Pio Vannucchi, nome noto in città, e a cui è dedicata una strada, decise di abbatterla nel 1937 per costruirne una più grande, in previsione di quello che già si prevedeva essere lo sviluppo futuro della zona.
La chiesa fu costruita con il contributo di tutto il popolo di Mezzana, e fu consacrata il 17 giugno del 1939 (un gran brutto periodo, in verità...), e gli affreschi che ci sono dentro, fatti da Leonetto Tintori, raffigurano personaggi della Mezzana dell'epoca.
Girando invece nella zona intorno al Museo Pecci, ci si imbatte in un piccolo e incredibile gioiello, quello del minuscolo oratorio di Sant'Andrea a Tontoli.
Non si trova per caso, bisogna cercarlo, perchè è nascosta tra case di abitazione, questa piccola chiesa romanica del XII secolo, recentemente restaurata, costruita tutta in pietra alberese, e un con piccolissimo campanile a vela, a filo di facciata.
Vi consigliamo di andarla a vedere di sera, perchè è illuminata in modo veramente suggestivo.
Noi siamo rimasti incantati a vedere questa piccola facciata, che somiglia a un piccolo viso un po' grinzoso, incastonato tra le case, e che ti guarda come a dirti : "io ce l'ho fatta, sono ancora qui, dopo otto secoli, chissà che cosa rimarrà invece di tutto quello che mi circonda".
Mappa
Mi piace quello che leggo ed andrò a cercare in Mezzana i gioielli descritti
RispondiEliminaGrazie per il tuo apprezzamento!!
EliminaBellissima descrizione di Mezzana anni 30 a Mezzana in via Dll'Agio mio nonno insieme ai suo figli costruì una grande e bellissima casa la costruirono con le sue mani sapevano murare molto bene essi discendevano da una famiglia di mast r Comacini
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