Ne abbiamo già parlato: le colline sopra Pontassieve sono un posto splendido, oltre che carico di storia praticamente in ogni ciottolo che si trova lungo la strada.
E quindi fanno proprio al caso nostro: turismo a chilometri zero, luoghi interessanti che abbiamo vicini e che non conosciamo.
Insomma, il nostro motto.
Sopra Pontassieve c'è il castello del Trebbio: ci dobbiamo passare per andare a Santa Brigida, per cui non spendiamo niente a fermarci a dare un'occhiatina.
Adesso e' in parte agriturismo/ristorante, e in parte abitazione privata.
Una gran bella abitazione, vorremmo dire.
Ma quello che ci interessa è la sua storia, perchè questo antico castello, fatto erigere dai Conti Guidi nel XII° secolo in questa località, detta Monte Croce, fu acquistato tra il XIII° ed il XIV°, insieme a tutte le terre circostanti, dalla nobile famiglia fiorentina dei Pazzi, che ne fece il proprio quartier generale.
Fu nelle sale di questo castello che fu ordita la famosa congiura, quella dove, la domenica di Pasqua del 1478, Giuliano de' Medici fu ucciso nella cattedrale di Santa Maria del Fiore, mentre suo fratello Lorenzo riuscì a scampare alla morte.
A seguito di questo fatto di sangue, il castello, insieme a molti altri beni dei Pazzi, fu confiscato. La famiglia ne rientrò in possesso solo molti anni più tardi, e rimase di loro proprietà sino al secolo XVIII°.
Ripartiamo verso Santa Brigida, frazione del comune di Pontassieve.
La Santa Brigida di cui parliamo, non è la Santa Brigida di Svezia, nè la Santa Brigida patrona d'Irlanda, anche se era irlandese anche lei.
(anche se tutti i documenti la danno proveniente dalla "Scotia", bisogna ricordare che questo era il nome dell'Irlanda, nel medioevo).
Dunque, era irlandese, ed era sorella di quel sant'Andrea che aveva vissuto in quel luogo una santa vita da eremita.
La sua cella la possiamo ancora vedere nella cripta del Santuario della Madonna delle Grazie al Sasso (link), infatti in quel luogo il sant'uomo aveva eretto un piccolo tabernacolo venerato dal popolo, dove poi apparve la Vergine Maria alle pastorelle, e dove poi sorse prima una chiusa e poi il santuario che conosciamo.
Ma torniamo ad Andrea di Scotia che, gravemente malato, esprime il desiderio di rivedere l'amata sorella prima di morire.
Brigida, che era in Irlanda a farsi gli affari suoi, si trovò improvvisamente trasportata dagli angeli al capezzale del fratello malato, vicino a Fiesole.
Lo assistette amorevolmente per tutta la durata della sua malattia, e quando morì fece voto di rimanere tutta la vita vicina alla sua tomba.
Si rifugiò in una piccola grotta e lì visse, svolgendo opere caritatevoli e facendosi amare molto dal popolo, sino alla bella età di 103 anni.
La grotta, un po' risistemata, esiste ancora. Pochi scalini, dalla piazza del grazioso paesino, portano a quella che dovrebbe essere stata la grotta in cui la santa passò la sua esistenza di penitenza e carità.
Sopra la grotta è stata costruita la chiesa, a lei intitolata.
Nella piazza antistante la chiesa, da cui si ammira un panorama a dir poco grandioso, una statua in bronzo di una suora giovane e bella - che potrebbe essere chiunque - è dedicata sempre alla santa irlandese.
Per il santo successivo, in linea d'aria bisognerebbe spostarsi di poco, ma non c'è una strada che metta in comunicazione Santa Brigida con il Mugello, anche se non possiamo escludere che non esista un sentiero percorribile a piedi, che unisce le due località.
Bisogna quindi rassegnarsi a fare un po' di chilometri e spostarsi verso Borgo San Lorenzo, verso la Pieve di San Cresci in Valcava.
Una piccola curiosità: San Cresci in Valcava fu comune autonomo per un brevissimo periodo, tra il 1808, quando lo creò l'amministrazione francese, ed il 1815, quando il Granduca, tornato al suo posto, lo riaccorpò al comune di Borgo San Lorenzo.
Ma torniamo a San Cresci, che è stato il prima martire del Mugello.
Era originario della Germania, era venuto in Italia per visitare le tombe dei martiri, e sentendo parlare di un eremita, Miniato, si unì a lui nei boschi delle colline intorno Firenze.
Quando vennero catturati dai soldati dell'imperatore Decio, Miniato fu martirizzato, Cresci invece fu imprigionato. Uno dei suoi carcerieri aveva una bambina ammalata e lui la guarì. Allora lo fece fuggire, unendosi a lui.
Trovarono rifugio in Valcava, dove Cresci fece alcune guarigioni miracolose, tra cui il figlio della povera donna che aveva ospitato i fuggitivi.
La fama della sua santità cresceva, e molti venivano battezzati, tanto che alla fine anche i soldati di Decio li trovarono.
Uccisero i suoi compagni e poi tagliarono la testa anche a lui. Infilzarono la testa su una lancia con l'intenzione di portarla a Florentia, al prefetto. Ma la testa era diventata così pesante che era diventata impossibile da trasportare.
La testa cadde dalla lancia e non fu più possibile spostarla da lì di un centimetro.
Allora i superstiti seppellirono Cresci e i suoi compagni in quel punto, ed in seguito lì sopra fu costruita una piccola chiesa.
Questo luogo, di rara pace e bellezza, è quindi sacro fin dall'anno del martirio di Cresci, il 250 D.C.
Da lì la chiesa si ingrandì - non di molto - ma i frequenti terremoti che hanno colpito queste zone, l'ultimo dei quali nel 1919 l'ha quasi distrutta, ed infatti all'interno non troverete grandi opere d'arte, proprio per questo motivo.
Ha sùbito vari rifacimenti, sino ad arrivare ai giorni nostri, così come la vedete adesso.
Qui accanto sorge un convento? non sembra, c'è una targa che parla dei padri passionisti, e sicuramente in un luogo che parla così tanto allo spirito, almeno un riferimento ad un ordine religioso doveva esserci.
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