E' la Chiusa di Casalecchio, così chiamata dal Poeta Stendhal, quando andava a passeggiare sulle rive del Fiume Reno nel XIX° secolo.
Premettiamo che non conosciamo affatto il Bois de Boulogne di Parigi, ma se Stendhal faceva questo paragone, noi ci fidiamo ciecamente...
Inoltre ha una grande somiglianza con il Cavalciotto di Prato (intendiamoci: fatte le debite proporzioni. Qui stiamo parlando del fiume Reno), anche perchè l'opera idraulica aveva la stessa funzione: quella di regolare le acque di un fiume piuttosto capriccioso, e di utilizzarne le acque per gli usi di una città che si stava sviluppando industrialmente, come era la Bologna del medioevo.
Le somiglianze non finiscono qui, perchè la regolamentazione del fiume serviva ad alimentare una rete di "gore" (probabilmente loro le chiamavano canali, o chissà in quale altra maniera, ma a noi piace chiamare così, alla pratese) che servivano a mantenere un certo livello dell'acqua sempre costante, in modo da alimentare i macchinari dei vari opifici, che non dovevano così più dipendere dalle secche del torrentello locale.
Contemporaneamente si teneva a bada il brutto carattere del fiume Reno.
Eh, sì, le somiglianze sono davvero tante!
Però la Chiusa di Casalecchio (diciamocelo) è la più antica opera idraulica d'Europa tutt'ora funzionante.
Una cosa molto interessante è che dall'ultima risistemazione, risalente al XVIII° secolo, e precisamente dal 1768 sino al 2007, i custodi della chiusa sono sempre stati appartenenti alla stessa famiglia, la famiglia Cherichi, che si è tramandata questo incarico di padre in figlio per molte generazioni.
Il custode della Chiusa era un personaggio importante, che sapeva interpretare il colore e l'odore delle acque, e da quello era in grado di capire l'arrivo e la portata di una eventuale inondazione.
Aveva alle proprie dipendenze una quantità di persone, che chiudevano o aprivano le chiuse, secondo le necessità.
L'ispezione annuale da parte delle autorità, prevedeva un gran pranzo, preparato dalla moglie del Custode della Chiusa e con un menù che è stato sempre lo stesso per secoli.
Ma parliamo del bellissimo parco, il famoso Bois de Boulogne del titolo.
Sicuramente quando lo ha visto Stendhal era ancora il giardino della villa dei conti Sampieri Talon, che aveva la particolarità di avere al suo interno sia un giardino alla francese, sia un giardino all'italiana, che un grande parco all'inglese.
Insomma, un vero giardino cosmopolita!
Dal 1975 il giardino è stato acquisito dal comune di Casalecchio del Reno, che lo ha messo a disposizione della cittadinanza, ed è conosciuto in città proprio con il nome di "Parco Talon".
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