mercoledì 7 agosto 2013

IL MONTELLO

Questa volta il nostro girovagare ci ha portato un po' più lontano.
Infatti il Montello è vicino a Treviso...
Come dice il nome si tratta di un piccolo monte - la massima altitudine è di 370 metri - nei pressi del fiume Piave (quello che mormorava calmo e placido).
E' in massima parte coperto da boschi, anche se molto diversi da quelli di rovere e quercia che la Serenissima custodiva e coltivava per l'arsenale e per le palafitte che costituiscono le fondazioni della città. Infatti gran parte delle piante adesso sono Robinie, e solo in piccola parte sono presenti le querce e i Carpini che ne costituivano una buona parte prima della fine della Repubblica di Venezia, quando il bosco fu depredato e sfruttato. Ci duole molto dirlo, ma con l'Unità d'Italia quasi scomparve, e durante la  prima guerra mondiale non ne rimase quasi niente, perchè la linea del fronte passava proprio di qui.
La peculiarità di questa zona è proprio la grande memoria storica che si ha ancora della prima guerra mondiale: ed è logico, perchè qui ogni famiglia è stata sfollata, ogni famiglia ha avuto morti, case distrutte, terre devastate, ed ha dovuto subire la miseria e la distruzione,  e poi la fatica della ricostruzione.
Non sono solo i monumenti, come l'impressionante Ossario di Nervesa della Battaglia,

o come il monumento che sorge nel punto in cui il caccia di Francesco Baracca si schiantò al suolo.

E' proprio la gente, che ancora ti parla della guerra (ed era la Grande Guerra).
Due parole su Francesco Baracca e sul suo monumento.
Pare che quello dove sorge il monumento non sia veramente il punto dove l'aereo dell'eroe è caduto,- e che comunque è lì vicino in località  Busa delle Rane - ma che sia semplicemente il posto dove il tempietto  si vedeva meglio dalla valle.

La morte di Francesco Baracca rimane comunque avvolta nel mistero: due aviatori austriaci Arnold Barwig e Max Kauer che ne rivendicano l'abbattimento, un anonimo cecchino che avrebbe colpito l' aviatore e, infine la tesi del suicidio per evitare di morire bruciato nell' incendio dell' aereo o essere catturato.
Ma parlavamo delle selve del Montello, il cui rimboschimento è stato avviato solo nel secondo dopoguerra.
La viabilità della zona è un po' particolare. Esiste una strada che ne attraversa tutta la dorsale (la SP144) e che va da Montebelluna a Nervesa, ed è intersecata da 21 stradine dette "prese" che partono da un  lato della collina e scendono da quello opposto. Si chiamano così perchè servivano, ai tempi della Repubblica di  Venezia, per prendere il legname. Ognuna di loro ha un numero e un nome, solitamente dedicato ad un caduto della Grande Guerra.
Noi abbiamo soggiornato in una caratteristica country-house, Col Del Bosco
http://www.speck-stube.it/
con annesso uno spettacolare ristorante sud-tirolese - roba da leccarsi i baffi -  dove la parte del leone la fa lo Speck... ci fanno pure il gelato! Da sottolineare la professionalità e la cortesia dei gestori della struttura.
Nervesa della Battaglia fu completamente rasa al suolo nel 1918, durante la "Battaglia del Solstizio" combattuta dal 15 giugno al 19 giugno del 1918 - questo nome fu creato da Gabriele D'Annunzio - e durante la  quale l'esercito austriaco sferrò l'ultima grande offensiva.

Fu una vera carneficina: gli austriaci persero 150.000 uomini, (ma anche l'esercito Regio ne perse quasi 90.000) e costituì l'inizio della fine per l'esercito austriaco: la guerra finirà con la battaglia di Vittorio Veneto, solo quattro mesi più tardi.
Tra i soldati feriti troviamo anche un giovanissimo Hernest Hemingway, che proprio dalle sue esperienze di quel periodo,  scriverà il celebre "Addio alle Armi".

Mappa

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